23. La trappola | Present;

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"Non ho mai voluto essere una principessa da salvare

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"Non ho mai voluto essere una principessa da salvare. 
Eppure, Kacchan credeva il contrario. 
Ed è per questo che abbiamo perso."

Devo aver battuto la testa da qualche parte, perché ho perso i sensi. Me ne rendo conto solo quando sbatto le palpebre e la vista attorno a me, dapprima buia, si schiarisce lentamente. Sono ai piedi di un albero, ma come ci sia arrivata non saprei dirlo. Stavo correndo dietro mio padre e...

Mi guardo intorno, lui non è da nessuna parte. Eppure, sono ancora dentro la foresta: gli alberi, l'odore di bruciato, la luminescenza blu delle fiamme, una nebbia fumosa che si attarda attorno a tronchi e arbusti.

"Siamo venuti a conoscenza di uno degli obiettivi dei criminali!" esclama di nuovo la voce di Mandalay nella mia testa e d'un tratto sono lucida e vigile. "Lo studente soprannominato Kacchan" prosegue e il cuore mi salta in gola. "Kacchan, ovunque tu sia, evita di combattere e mettiti al riparo!" ordina.

Kacchan? Perché stanno cercando lui?

Mi rimetto in piedi, con l'ansia che quasi mi rende difficoltoso respirare. Mi guardo: non ho ferite, sono solo un po' sporca di terra, ma non ho neanche un graffio. Si può sapere dove mi trovo? E cosa ci faccio qui? Cos'è successo?

Un grosso mal di testa mi esplode all'altezza delle tempie, tanto da farmi barcollare all'indietro. Scuoto il capo e mi poggio al tronco, per cercare di riprendere stabilità.

Kacchan... sei davvero in pericolo?

Gli hanno detto di non combattere, ma se ho imparato anche in minima parte a conoscerlo, in queste settimane, non accetterà mai di starsene con le mani in mano.

Un'eroina. Voglio essere un'eroina.

Stringo un pugno, cercando di farmi forza. Non ho idea di dove sono, né quale sia la strada giusta da prendere per tornare da mio padre, sarebbe la cosa più sensata: andare al dormitorio e restarci. Kirishima è ancora lì, è al sicuro... c'è Aizawa e il professor Vlad. Sarei al sicuro anche io.

Guardo alle mie spalle, domandandomi se sia quella la direzione giusta. Qui ogni anfratto oscuro tra gli alberi sembra uguale all'altro. Potrei essere ai piedi della montagna, vicino alla vallata, nei pressi della grotta nella quale ci siamo nascosti... non lo so. Ho perso l'orientamento.

Sollevo il viso verso la cima dell'albero al quale sono poggiata. Se riuscissi ad arrampicarmi abbastanza in alto, avrei una visuale migliore e potrei capire quale direzione seguire per raggiungere la struttura.

Mio padre si sarà accorto che non sono più dietro di lui? Mi starà cercando? Forse dovrei aspettarlo qui, aspettare che mi trovi... che qualcuno mi trovi.

No... e se fosse un Villain a trovarmi? Se fosse il ragazzo di prima? Non posso restare qui, devo muovermi.

Osservo ancora il tronco accanto a me. Non sono una tipa atletica, non lo sono mai stata, ma devo fare un tentativo. Tasto la corteccia, alla ricerca di un appiglio, e quando ne trovo un paio abbastanza comodi mi tiro su con uno sforzo non indifferente, che mi fa sentire come se mi si stessero strappando le braccia dalle spalle. Allaccio le gambe ai lati del tronco, ma sono troppo corte perché io riesca davvero ad arrampicarmi come un koala. Resto ferma, a cinquanta ridicoli centimetri dal suolo. Stacco una mano e cerco un appiglio più alto, poi faccio lo stesso con l'altra. Un altro sforzo che a me pare titanico e mi isso di altri miseri dieci centimetri. Nel movimento mi si strappano i pantaloni nell'interno coscia e schegge di legno mi si conficcano negli avambracci, graffiandomi in più punti. Sto già sudando così tanto che ho la fronte imperlata.

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