20. Allenamento notturno | Past;

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"Anche se non lo ammetterò mai davvero,Shota è sempre stato il migliore tra di noi

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"Anche se non lo ammetterò mai davvero,
Shota è sempre stato il migliore tra di noi."

Dopo il messaggio di Toshinori (da quando ho cominciato a pensare a lui col suo vero nome?) mi sento ancora più scema, perché le mie labbra si sono tese in un sorriso stupidissimo e gongolante.

D'un tratto sono fin troppo sveglia e leggera, così decido di alzarmi e mi avvicino alla finestra. Come immaginavo, Aizawa Shota è proprio qui sotto e si sta di nuovo dando da fare con la sua particolare sciarpa. Non la indossa sopra la divisa, quindi mi domando se qualcuno conosca questa sua arma tutta particolare, ma il fatto che si alleni di nascosto mi dà da pensare. Probabilmente la sta tenendo segreta, chissà perché.

Mi rendo conto di non sapere assolutamente nulla della Yuei. Non è una scuola come tutte le altre, questo è certo, ma non ho molte informazioni sull'istituto che sto frequentando e nel quale vivrò ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni su sette, per i prossimi due anni e mezzo. Forse avrei dovuto fare qualche domanda in più ad All Might, ma visto che sono le tre passate non mi pare il caso di disturbarlo. Con buone probabilità starà dormendo... oppure è in giro per il mondo a fare qualcuna delle sue mirabolanti azioni eroiche.

Non ho mai aspirato a diventare un'eroina, tutt'altro. Per via di ciò che è successo ai miei genitori, ho sempre odiato questa società dove i superuomini credono di poter davvero salvare tutti e poi non sono in grado di salvare nemmeno sé stessi. Mi chiedo se la Yuei sarà in grado di farmi cambiare idea, se capirò davvero cosa significhi essere un eroe e perché dovrei volerlo diventare.

Diventare come All Might...

Scuoto il capo e torno a studiare Aizawa. I suoi movimenti sono fluidi, precisi, quasi ipnotici. Resto a fissarlo ancora per qualche minuto, poi mi decido a smetterla di fare la stalker e mi allontano dalla finestra.

Prima di rendermene conto, sono già al piano terra e varco la soglia che mi porterà al giardino sul retro.

Sono sempre stata curiosa per natura e Shota ha la colpa di avermi svegliata per la seconda notte di fila con questi suoi allenamenti notturni: ho almeno un po' il diritto di disturbarlo a mia volta.

«Strano orario per allenarsi» mi paleso, quando sono a pochi metri da lui.

La sua reazione mi sorprende. Immaginavo di coglierlo alla sprovvista, ma il modo in cui si gira è repentino e agile come quello di gatto. Fa un balzo indietro, allontanandosi da me, e stringe la sciarpa in entrambe le mani. Alla luce fievole della luna, mi accorgo che una strana aura di potere gli solleva le punte dei capelli e la frangetta, così che il suo viso e in particolar modo i suoi occhi rimangano scoperti. Le sue iridi non sono scure come le ricordavo, ma rosse e brillanti.

Sta usando il suo quirk.

Lo realizzo subito e mi metto sulla difensiva a mia volta, sebbene non sappia proprio cosa aspettarmi da lui: non ce ne andiamo tutti in giro con una targhetta che identifichi le nostre unicità al prossimo.

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