solitudine cronica

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Stasera scrivo piena di dolore e le parole cadono sulle pagine come lacrime. Tengo in mano la penna di mio padre ed esito ad usarla, ho paura che faccia la spia, che gli dica cosa scrive la sua bambina delirante. Mi chiedo che faccia farebbe se gli lasciassi leggere queste pagine. A lui piaceva come scrivevo quando avevo dieci anni, quando i miei racconti mi guadagnavano le lodi delle maestre. Quando la mia mano era piccola e delicata. La consumai col tempo, e, insieme alla mia mente, i miei scritti si fecero più cupi, e meno facili da capire o lodare. Come spesso succede ai padri di figlie femmine, il mio ebbe un'epifania quando si rese conto che la sua bambina era cresciuta. Vorrei poter dire che da piccola la vita mi sorrideva, ma mentirei. Sono sempre stata così. Da sempre problematica, da sempre egocentrica e fottutamente sola. Tutti mi ammiravano per qualche motivo ma nessuno mi voleva bene. La mia famiglia sì, ma si sa che quello non basta mai. Me lo dimostravano con le cattive e cattiva crebbi. Quella, arrabbiata, brutta, triste e insopportabile, ero io. Quando mi stancai di venire calpestata, mi svuotai di tutto ciò che mi rendeva viva, di tutta la mia collera e di tutto il mio amore, e mi riempii di trofei trasparenti. Mi feci più carina e sempre più vuota. Mangiavo come vivevo: di rado e in colpa, o tutto in una volta e sopraffatta dal dolore. Le persone che giuravano di amarmi mi guardavano morire come una candela. Forse, accecati dalla luce, non vedevano la cera che colava, sangue nero come la peste sgorgava sul pavimento mentre io strillavo muta. È da molto tempo che non faccio leggere a mio padre qualcosa di veramente mio, forse perché mi vergogno di quello che sono diventata. Forse perché non voglio rovinare l'immagine che si era fatto di sua figlia. Perché lui ci vedeva qualcosa dentro quella bambina peculiare; il suo piccolo prodigio. Più cresco e peggio divento. Prendo tutti i difetti di mia madre e li rendo miei. "Mi hai fatta storta!" le gridavo. Lo pensavo davvero. Alla fine, per quanto possa essere cresciuta, certe cose non cambiano mai. Sono ora, e sono sempre stata, una bambina un po' storta e sempre confusa, consapevole che il resto del mondo non l'avrebbe mai capita.

LoraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora