Iridi

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Sono nata nel weekend da una madre stanca e un padre distratto. Spero in un martirio veloce.
Ballo nuda nel cuore della notte fredda. No, davvero, è una danza. La mia mano armeggia con l'ago, indugia sopra la pelle e trema procrastinando sull'affondare la punta. Mordo una maglietta e respiro: più indugio, meno probabilità ho di finire. Con un tremito, spingo l'ago dentro la pelle. Musica. Il tempo scandisce ogni sutura in 4/4. Dentro, Uno, fuori, Due, dentro, Tre, fuori, Quattro; un respiro, per riprendere fiato... ricomincia la sinfonia, un ballo di dolore in un lago di ghiaccio, il mio pavimento. L'ago piroetta su se stesso, indugia su una semibreve, poi si tuffa nella mia pelle seguito dal filo in un valzer macabro, accompagnati dall'orchestra dei miei gemiti e delle mie lacrime. Chiusa tra gli specchi di una sala di danza. Figurativamente, certo, ma io gli specchi li sento attorno a me nella mia camera da letto. Osservata e giudicata da ogni parte di me: quelle belle e buone, e quelle deplorevoli. Entrambe mi odiano, ed entrambe mi fissano in un mosaico di specchi, un mosaico ridotto in frantumi per terra il cui ultimo coccio strappo dalla mia pelle. Ogni specchio rotto sono 7 anni di disgrazie e io mi porto dietro una sentenza ergastolana. I cocci di vetro caduti per terra si mischiano con quelli macchiati di sangue che ho rimosso dal mio corpo, un ensemble di me, le brave e le meschine, entrambe con gli stessi occhi e lo stesso sguardo. Le stesse iridi azzurre e lo stesso naso romano, bestie ingabbiate con la rabbia nel cuore;
Ti assomigliano, padre.

LoraWhere stories live. Discover now