DODICI

293 18 0
                                    

- Capitolo Dodici -

"Hai bisogno di aiuto stasera? Con la luna piena?"

Era una notte davvero inquieta per Elladora, non riusciva a dormine, per niente

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Era una notte davvero inquieta per Elladora, non riusciva a dormine, per niente. Addormentarsi non era mai stato un problema per lei, ma ora lo era, e non ne capiva il motivo. L'alba cominciò a spuntare e poteva dire che erano le prime ore del mattino, ma ancora nessuna traccia di sonno, anche se si metteva nella posizione più comoda possibile e tirava le coperte su fino alla testa, non c'era tuttora modo che ci riuscisse.

Si rassegnò a canticchiare una semplice canzoncina intanto che le altre ragazze dormivano, non era nessuna canzone in particolare, solo una dolce melodia, che la tranquillizzò molto. Era lenta e serena, mentre fissava il soffitto del suo dormitorio, quando gli occhi si chiusero e il sonno prese il sopravvento.

Ma siccome tutte le cose belle finiscono, si svegliò dopo quel che sembrarono due secondi, al frenetico trambusto delle sue compagne di stanza che si preparavano a scendere per colazione, pronte a iniziare il martedì. Lei era ancora stanca, ovviamente, perchè aveva avuto così poco riposo in così poco tempo.

Ciò nonostante, si alzò dai suoi comodi piumoni, afferrando l'asciugmano e l'uniforme, dirigendosi alle docce, dove prendevano forma i suoi pensieri quotidiani. Oggi era l'ansia che condizionava la sua mente, e se, e se, e se. E se sua madre fosse a conoscenza del fatto che aveva cercato di togliersi la vita? E se fosse dovuta tornare a casa prima? E se si fosse avvicinata troppo a qualcuno, i malandrini per dire, e li mettesse in pericolo?

Non essendo più in grado di sopportare la pressione che si stava accumulando in lei, Elladora uscì chiudendo l'acqua e prendendo l'asciugamano, asciugò il suo corpo e i suoi lunghi capelli marroni. Dopo che il suo corpo nudo era più o meno asciutto, indossò la biancheria intima, afferrando poi la sua camicia a maniche lunghe, infilandoci le braccia, iniziando ad abbottonarla. A seguire erano i suoi collant, li infilò sui piedi tirandoli su per le gambe, si mise poi le scarpe in modo che i suoi piedi, coperti dal tessuto, non si bagnassero. Poi c'era la sua gonna, ci si infilò dentro e la tirò su, sopra la camicia in modo che quest'ultima fosse infilata dentro. Le sue dita tirarono su la cerniera, fissando la gonna alla vita mentre si spostava sul bottone successivo, stringendola ancora di più.

A finire era la cravatta. La legò abilmente, canticchiando in approvazione, mentre la stringeva su fino al suo primo bottone, rendendo la sua uniforme ancora più presentabile in tanto che tirava il maglione sopra la testa, sistemandolo.

Elladora raccolse il pigiama e gli asciugamani umidi, mettendoli nella cesta che si trovava in tutti i bagni dei dormitori. Uscita dalle docce, si diresse a raccogliere la propria bacchetta, solo due persone erano rimaste nella stanza, sussurrando tra loro mentre se ne andavano senza dirle una parola.

"Crinus Muto." Borbottò e i suoi capelli bagnati si sciolsero in ciocche lisce, scendendo lungo la nuca. Afferrò il mantello appeso sul gancio dell'attaccapanni, indossandolo, e una volta presa la sua borsa, scivolò fuori dalla stanza senza guardarsi indietro.

Migliore || I MalandriniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora