𝐈𝐈𝐈. 𝐌𝐄𝐑𝐂𝐔𝐑𝐘

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𝗹 𝗧𝗛𝗜𝗥𝗗 𝗖𝗛𝗔𝗣𝗧𝗘𝗥신중함

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𝗹 𝗧𝗛𝗜𝗥𝗗 𝗖𝗛𝗔𝗣𝗧𝗘𝗥
신중함


❝ 𝖫𝖺 𝗉𝗋𝗎𝖽𝖾𝗇𝗓𝖺 𝖾 𝗅'𝖺𝗆𝗈𝗋𝖾 𝗇𝗈𝗇 𝗌𝗈𝗇𝗈 𝖿𝖺𝗍𝗍𝗂 𝗅'𝗎𝗇𝖺 𝗉𝖾𝗋 𝗅'𝖺𝗅𝗍𝗋𝗈;
𝗊𝗎𝖺𝗇𝖽𝗈 𝗅'𝖺𝗆𝗈𝗋𝖾 𝖼𝗋𝖾𝗌𝖼𝖾, 𝗅𝖺 𝗉𝗋𝗎𝖽𝖾𝗇𝗓𝖺 𝖽𝗂𝗆𝗂𝗇𝗎𝗂𝗌𝖼𝖾 ❞
𝗙𝗿𝗮𝗻𝗰̧𝗼𝗶𝘀 𝗱𝗲 𝗟𝗮 𝗥𝗼𝗰𝗵𝗲𝗳𝗼𝘂𝗰𝗮𝘂𝗹𝗱



Mokpo, ancora una volta, era avviluppata da un tetro manto di cupo grigiore. Le giornate, in quell'ultimo periodo, divenivano sempre più lugubri e meste, illuminate solamente dagli sporadici lampi che emettevano i temporali, nel mentre che i loro tuoni rumoreggiavano in lontananza, dietro alle montagne livide e scure.

Sotto il cielo cinereo, solcato da nuvole d'un nero quasi terreo, la città sprofondava come in un precipizio, i palazzi sembravano pronti a rovesciarsi l'uno sull'altro e gli alberi al limitare della cittadina si confondevano con nubi sempre più basse.

Una fiamma improvvisa, accompagnata da un vigoroso boato, fece correre la gente da una parte all'altra delle strade ramificate, alla disperata ricerca di un riparo che li avrebbe protetti dalle grosse gocce che precipitavano dalle nuvole soffocanti. La luce metallica dei lampi inondava ogni cosa, filtrando tranquillamente attraverso tende spesse e inoltrandosi viscidamente al di sotto di porte chiuse.

Un ulteriore rombo, seguito dall'indistinguibile bagliore azzurro, riempì le vie diramate della città insieme all'incostante e furioso scroscio della pioggia. Fuori cresceva la furia del temporale nel mentre che la pioggia batteva prepotentemente contro la porta del negozio di Taehyung e i tuoni rimbombavano con ira nemica tra i palazzi cementati e inesorabilmente tristi che lo attorniavano.

Il ragazzo, rannicchiato sulla sedia dietro al bancone, teneva lo sguardo fisso sulla lastra vetrata dell'ingresso, nella speranza che il campanello a esso sovrastante suonasse lievemente ad annunciare l'entrata del suo cliente preferito.

Come se avesse letto i suoi pensieri, il flebile e familiare tintinnio gli fece nascere un ampio sorriso sul volto ambrato, che andò ad allargarsi maggiormente una volta che le sue iridi caramellate si depositarono sulla figura stremata di Jungkook. Taehyung riappoggiò i piedi a terra e si approssimò al ragazzo in un gesto totalmente naturale, reprimendo l'impulso di stringerlo tra le sue braccia e di bloccare così i brividi che lo scuotevano a causa del freddo pungente provocato dal mal tempo fuori stagione.

«Sei tornato,» mormorò, mal celando la contentezza che stava provando in quel momento dopo aver fatto incrociare le loro iridi in una movenza fuggevole e timida. Le sue parole fuoriuscirono più come un'affermazione che come una domanda, ma il maggiore non si preoccupò di mascherare la sua tangibile gioia in alcun modo. «Vuoi asciugarti i capelli?»

𝐀𝐍𝐃𝐑𝐎𝐌𝐄𝐃𝐀Where stories live. Discover now