𝐗. 𝐒𝐀𝐓𝐔𝐑𝐍

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𝗹 𝗧𝗘𝗡𝗧𝗛 𝗖𝗛𝗔𝗣𝗧𝗘𝗥멜랑콜리

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𝗹 𝗧𝗘𝗡𝗧𝗛 𝗖𝗛𝗔𝗣𝗧𝗘𝗥
멜랑콜리

❝ 𝖢𝗁𝗂 𝗉𝗎𝗈̀ 𝖽𝗂𝗌𝗍𝗂𝗇𝗀𝗎𝖾𝗋𝖾 𝗂𝗅 𝗆𝖺𝗋𝖾 𝖽𝖺 𝖼𝗂𝗈̀ 𝖼𝗁𝖾 𝗏𝗂
𝗌𝗂 𝗋𝗂𝖿𝗅𝖾𝗍𝗍𝖾? 𝖮 𝖽𝗂𝗋𝖾 𝖽𝗈𝗏𝖾 𝖿𝗂𝗇𝗂𝗌𝖼𝖾 𝗅𝖺 𝗉𝗂𝗈𝗀𝗀𝗂𝖺
𝖾 𝖼𝗈𝗆𝗂𝗇𝖼𝗂𝖺 𝗅𝖺 𝗆𝖺𝗅𝗂𝗇𝖼𝗈𝗇𝗂𝖺? ❞
𝗛𝗮𝗿𝘂𝗸𝗶 𝗠𝘂𝗿𝗮𝗸𝗮𝗺𝗶

Era un pomeriggio di sole. Il cielo ero limpido e in quell'infinità celeste l'unico contrasto era il colore scuro dei pochi uccelli di passaggio che svolazzavano insieme alla brezza estiva o che cinguettavano allegramente arpionati ai rami robusti di qualche albero.

Nelle strade serpeggianti riecheggiavano i sonori rumori dei clacson, accompagnati dagli schiamazzi dei ragazzini che correvano spensierati lungo le vie più famose del quartiere. Nel mentre ch'erano occupati a schernirsi tra di loro, una luce li travolse in una tempesta di colori che circondava l'occhio del sole morente, che si stava preparando a calare dietro l'orizzonte per dare spazio al manto ombroso della notte.

Taehyung avrebbe tanto desiderato assistere a quello spettacolo della natura in riva al mare e osservare l'acqua dipingersi di rosa, grazie al riflesso delle sfumature del cielo, e le strisce di sole somiglianti a diamanti di salsedine, brillanti e chiari. Una visuale incantevole che l'avrebbe sicuramente lasciato attonito. Al suo fianco, però, ci sarebbe stato Jungkook, silenzioso nella sua ammaliante bellezza e avventato nella sua immancabile gioventù.

Taehyung sospirò e distolse lo sguardo dalla vita che continuava a correre indisturbata oltre il vetro della finestra che lui stesso si era appena accinto a socchiudere. Con l'aria mite che gli soffiava sul volto, decise di voltarsi e approssimarsi al suo amico disteso sul letto candido.

Sul suo comodino, aveva immerso un mazzo di fiori in un vaso d'acqua. Aveva accuratamente scelto il bouquet qualche giorno prima, quando si era inoltrato nella cittadina di Mokpo per affissare sulla porta del suo negozio un avviso che informava i suoi clienti abituali che il locale sarebbe stato chiuso per tempo indeterminato. Sulla sua strada di ritorno, poi, aveva deciso di fermarsi da un fioraio e acquistare un paio di boccioli dalle fragranze dolci e forti.

Era da più di una settimana che le sue giornate erano inconsistenti e si mescolavano confusamente tra di loro, annebbiando completamente il suo senso del tempo. Si sedette sulla solita sedia di plastica e sorrise mestamente a Jungkook, nel mentre che faceva incatenare le loro falangi come oramai era solito fare. Era abituato a sfiorare il pulsossimetro che era attaccato al dito indice dell'altro; perciò, non si allarmò inutilmente come quando la prima volta lo toccò accidentalmente e temette di aver scombussolato qualche dato proiettato sullo schermo color pece del macchinario al suo fianco.

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