𝐈𝐈. 𝐉𝐔𝐏𝐈𝐓𝐄𝐑

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𝗹 𝗦𝗘𝗖𝗢𝗡𝗗 𝗖𝗛𝗔𝗣𝗧𝗘𝗥매력

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𝗹 𝗦𝗘𝗖𝗢𝗡𝗗 𝗖𝗛𝗔𝗣𝗧𝗘𝗥
매력


❝ 𝖳𝗎𝗍𝗍𝖾 𝗅𝖾 𝗉𝖾𝗋𝗌𝗈𝗇𝖾 𝖺𝖿𝖿𝖺𝗌𝖼𝗂𝗇𝖺𝗇𝗍𝗂 𝗁𝖺𝗇𝗇𝗈 𝗊𝗎𝖺𝗅𝖼𝗈𝗌𝖺 𝖽𝖺
𝗇𝖺𝗌𝖼𝗈𝗇𝖽𝖾𝗋𝖾: 𝖽𝗂 𝗌𝗈𝗅𝗂𝗍𝗈 𝗅𝖺 𝗅𝗈𝗋𝗈 𝗍𝗈𝗍𝖺𝗅𝖾 𝖽𝗂𝗉𝖾𝗇𝖽𝖾𝗇𝗓𝖺
𝖽𝖺𝗅𝗅'𝖺𝗉𝗉𝗋𝖾𝗓𝗓𝖺𝗆𝖾𝗇𝗍𝗈 𝖽𝖾𝗀𝗅𝗂 𝖺𝗅𝗍𝗋𝗂 ❞
𝗖𝘆𝗿𝗶𝗹 𝗖𝗼𝗻𝗻𝗼𝗹𝗹𝘆




A Mokpo era l'ennesima giornata uggiosa. La pioggia gocciolava incessantemente sul dedalo di strade asfaltate che serpeggiava tra gli edifici cementati e vetrati, e il suo ticchettio flebile e costante soffocava i suoni della vita quotidiana. Le voci, le parole e lo sgusciare delle auto che di solito fremevano per arrivare prima, ora proseguivano più quiete e lente, quasi fossero stanche, e al loro flemmatico passaggio l'acqua delle pozzanghere formatesi sul selciato investiva in pieno qualche sfortunato pedone che, protetto da un lugubre ombrello, camminava frettoloso rasentando i muri.

Le nuvole avanzavano con fare minaccioso e, mentre procedevano, coloravano il paesaggio di una luce grigiastra che si posava sulle case, sugli alberi e sui lampioni delle strade, tant'è che sembrava notte nonostante fossero appena le undici. I minuti scorrevano lenti in quella monotona e scolorita mattinata, e anche la mente si assopiva e si lasciava contagiare cancellando l'entusiasmo di quei giorni solitamente festivi.

Taehyung, come sempre, aspettava inutilmente che un audace raggio di sole riuscisse a squarciare un lembo di nuvola. All'orizzonte, invece, al posto dell'ardente sfera, appariva soltanto un violento temporale, foriero di un vero nubifragio. Di temporali estivi se n'erano sempre susseguiti molti e tutti facevano rintanare le persone in casa a osservare dalle finestre le colline bagnate che brillavano di un intenso color smeraldo. Solitamente, però, il cielo poi si infuocava, offrendo uno dei tanti spettacoli che solo la natura era in grado di offrire e facendo riaffiorare con prepotenza la gioia di poter riprendere allegramente la propria libertà.

Ma quella volta non successe nulla di tutto ciò, in quanto il potente e terribile acquazzone che non accennava a calmarsi si stava abbattendo in piena estate su Mokpo. Una tempesta di guizzanti lampi che illuminavano tutta la città.

Nemmeno gli alberi erano contenti. Tanti si piegavano, quasi a implorare pietà, e le loro foglie brutalmente strappate dai rami dalla bufera del vento cadevano a terra ammassate. Poi, trascinate dall'acqua torbida che scorreva veloce, intasavano i tombini lungo la carreggiata, invadendo completamente la sede stradale, per poi riversarsi anche nei sottopassaggi, rendendoli inagibili.

𝐀𝐍𝐃𝐑𝐎𝐌𝐄𝐃𝐀Where stories live. Discover now