𝐕𝐈𝐈. 𝐍𝐄𝐏𝐓𝐔𝐍𝐄

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𝗹 𝗦𝗘𝗩𝗘𝗡𝗧𝗛 𝗖𝗛𝗔𝗣𝗧𝗘𝗥공감

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𝗹 𝗦𝗘𝗩𝗘𝗡𝗧𝗛 𝗖𝗛𝗔𝗣𝗧𝗘𝗥공감


❝ 𝖫𝖺 𝗉𝗂𝗎̀ 𝖺𝗅𝗍𝖺 𝖾𝗌𝗉𝗋𝖾𝗌𝗌𝗂𝗈𝗇𝖾 𝖽𝗂 𝖾𝗆𝗉𝖺𝗍𝗂𝖺 𝖾̀
𝖺𝖼𝖼𝖾𝗍𝗍𝖺𝗋𝖾 𝗌𝖾𝗇𝗓𝖺 𝗀𝗂𝗎𝖽𝗂𝖼𝖺𝗋𝖾 ❞
𝗖𝗮𝗿𝗹 𝗥𝗼𝗴𝗲𝗿𝘀



Le braccia di Jungkook non avevano ancora smesso di cingere la vita di Taehyung. I muscoli dei suoi arti superiori aderivano perfettamente al corpo dell'altro, mentre la sua testa si incastonava esattamente nell'incavo del collo del suo amico.

Quest'ultimo aveva il capo appoggiato contro il legno della porta d'ingresso del suo appartamento e passava le sue falangi affusolate tra le ciocche lunghe del più piccolo, premendo di tanto in tanto i polpastrelli sulla sua cute.

Dopo essere stato sorpreso dalla visita improvvisa di Jungkook nel suo posto segreto, Taehyung – senza chiedere alcuna spiegazione e mantenendo per sé domande che avrebbero potuto risultare inopportune e impertinenti – si sollevò in piedi, trascinando il minore con sé, e guidò entrambi nel mezzo della natura lussureggiante e lungo le strade affollate fino a raggiungere il piccolo appartamento che avevano lasciato in contemporanea solo qualche ora prima.

Quando però varcarono la soglia, Jungkook con il viso umido di lacrime e Taehyung con la preoccupazione a dimorargli nelle iridi caramellate, entrambi si sedettero sul parquet scuro e rimasero in quella posizione per istanti interminabili.

In quell'occasione, il maggiore dei due ebbe modo di riflettere. Quando Jungkook l'aveva lasciato da solo su quella collina dimenticata da tutti, poté giurare di aver sentito una fitta di dolore attraversargli il cuore, ché sperava di aver ottenuto la sua totale fiducia. A quanto pare, il ragazzo dai capelli viola non era ancora pronto per chiudere gli occhi e donargli ciecamente il suo cuore, seppur usurato e malamente rattoppato.

Con una vana speranza a risiedergli nell'organismo, dunque, decise di rimanere accovacciato a fianco alla maestosa quercia. Non seppe dire con precisione quanto tempo trascorse lì, ma la sua mente era invasa da innumerevoli immagini del suo amico, tant'è che perse la totale cognizione del tempo. Di ciò, però, ne fu immensamente grato in quanto ebbe l'occasione di incontrare Jungkook nuovamente nel medesimo posto in cui si erano separati bruscamente.

«Koo, hai già pranzato?» domandò premurosamente Taehyung, non smettendo di accarezzare il suo amico con l'intento di poter finalmente udire il suo respiro regolarizzarsi, così come le lacrime fermare la loro incessante corsa.

Il nominato scosse lievemente la testa, affondandola ancora di più nel collo dell'altro.

L'argenteo annuì con lentezza, depositando poi un bacio casto sopra i suoi ciuffi purpurei leggermente scompigliati. «Vieni, ora ti preparo qualcosa da mangiare.»

𝐀𝐍𝐃𝐑𝐎𝐌𝐄𝐃𝐀Where stories live. Discover now