23. Moniti e Responsabilità

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Jared

C'erano diversi motivi che mi spingevano a pensare che nei fatti che si stavano susseguendo durante l'ultimo periodo ci fossero diversi punti di stonatura: primo tra tutti il comportamento sospetto di Madison Kane dei giorni precedenti. Già, perché dopo l'attacco avvenuto nei confronti di Kathleen Lorelaine, il suo fiuto da investigatrice si era notevolmente affinato, certe volte anche in modo un po' troppo spontaneo e sincero. Come durante il suo confronto in caffetteria con David Clint, di fronte alle immagini del servizio al telegiornale di Henver. L'agente di Danville si era scontrata in modo duro con Clint su quell'attacco, e soprattutto sulle parole che la zia di Abby aveva rilasciato a cuor leggero di fronte a tutta la popolazione della città.

"Ci sono delle forze oscure che gravitano su Henver. Solo i Corvi potranno salvarci".

Kathleen aveva fatto riferimento più volte a queste fantomatiche forze salvifiche che avrebbero potuto salvare Henver dall'oscurità, anche quando erano entrati nella sua casa con Madison e Nolan. Tuttavia, continuavano a mancarmi delle nozioni di base per dare un senso a tutto il discorso... Nozioni che, a quanto sembrava, appartenevano bene invece sia a Madison che a David Clint.

Ma cosa sapevano loro in più di noi? E, soprattutto, perché erano a conoscenza di parti di storia per me completamente sconosciute?

Dopo essermi consultato con Nolan, decido di mia spontanea volontà di seguire l'istinto e sondare il terreno d'investigazione recandomi dall'unica persona di cui posso fidarmi ciecamente: mia madre.

Stranamente però l'idea di farle qualche domanda più approfondita su questi Corvi viene preceduta da un suo messaggio, sintetico e scarno come al solito, che mi chiede di raggiungerla appena possibile nell'aula in cui tiene le sue lezioni di Difesa Demonica.

Guardo l'orologio, scettico, dopo aver letto il suo messaggio: solo le nove di sera, ed è un orario alquanto strano per lavorare ancora. Le rispondo con un "okay" e indosso una felpa nera prima di uscire dalla mia camera, richiudendomi la porta alle spalle.

A quest'ora, in giro per la Caserma, non c'è molto movimento; molti Guerrieri sono di turno in città per la Ronda notturna. Uno tra questi è Nolan, che tornerà all'alba insieme ad altri compagni del suo gruppo. Altre persone invece stanno semplicemente chiuse dentro le proprie stanze. Da quando gli agenti di Danville si sono trasferiti a tempo indeterminato qui dentro, non c'è più la stessa libertà di girovagare per la Caserma come prima. È tutto visto in modo sospetto. E questo è uno dei motivi per cui mi guardo intorno con circospezione mentre scendo le scale che portano alla zona delle lezioni.

La porta dell'aula di mia madre è accostata, e dall'interno trapela una luce tenue. Busso con la nocca della mano e mi schiarisco appena la voce per farmi sentire. «Posso?»

Mia madre è seduta dietro la sua scrivania ed è letteralmente sommersa da tomi aperti, fogli ricoperti di parole e pietre alchemiche sparse sulla superficie di legno. La luce che si diffonde nella stanza proviene da una piccola lampada da scrivania accesa, che proietta delle ombre lunghe e scure per tutta l'aula.

«Jared, entra pure», mi incita, sospirando pesantemente. Si passa una mano sul volto e sposta con faccia quasi disgustata un foglio da davanti a sé. «Perdonami per l'orario, ma come vedi sono oberata di lavoro.»

«Va tutto bene, mamma? Non ti ho mai vista lavorare fino a quest'ora.» Avanzo con passo deciso e mi fermo di fronte alla cattedra, poggiandomi con le mani su un banco in prima fila.

«Va come ci si aspetta che debba andare in un periodo di caos simile», replica seccamente lei. «Da quando si sono piazzati qui dentro, l'equilibrio di questa Caserma è andato a farsi benedire. Era scontato che sarebbe accaduto, ma speravo in una reazione più contenuta. Invece gli studenti sono completamente deconcentrati dallo studio, e questa impressione mi è stata confermata anche da altri insegnanti. Il rendimento di molti Guerrieri sta calando. Quasi nessuno studia più la teoria e a lezione fanno tutt'altro che ascoltarmi. La situazione inizia a diventare preoccupante.»

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