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New York 25 marzo 2016 20:30

«sei pronto?»
«si ni. Zayn quando arriva?»
«non lo so. Non risponde, mi ha scritto un messaggio due ore fa,dicendo che aveva avuto un problema»

Harry e Niall uscirono dall'ingresso della villa, Harry aveva i capelli sciolti, buttati su un lato. I suoi skinny jeans neri e una camicia bianca di velo, ma non troppo trasparente, con fiori ricamati, aperta fino allo stomaco per far intravedere i suoi tatuaggi e i suoi stivaletti marrone scuro.

«che dici vai a petto nudo?» lo prese in giro Niall
«mh?»
«niente haz tranquillo! Farai colpo sicuro»
«perché sei coglione?» chiese retoricamente

Da quando Louis gli portò la cena in camera, dopo quell'avvicinamento, Harry non faceva che pensare a cosa fosse accaduto se Niall non fosse arrivato. Continuava a pensarlo, e non doveva, era sbagliato. Non poteva stare con lui, non dopo quello che gli aveva fatto, anni prima.

Lo evitò tutto il giorno, ma dato che vive praticamente di fronte casa sua, era un po' impossibile.

«ciao ragazze! Auguri, buon compleanno!» le salutò Harry e loro sorrisero
«ciao harryyyy mi ricordavo avessi i capelli ricci»
«si Daisy, e vedo che anche tu li hai! Scommetto che li ha fatti Lottie!»
«si! Lei ha fatto i miei e fizzy quelli di phoebe!» ridacchiò

«ma louis?» chiese Daisy
«tesoro, Louis è di la a parlare al telefono. Ora arriva» la piccola sbuffò
«ancora il signore cattivo?» jay annuì

«ciao Harry, guarda come sei cresciuto!»
«jay lei è sempre più bella. Non c'è nulla da fare! Mark se non fossi gay ci proverei con sua moglie» l'uomo rise

«sta' attento ti tengo d'occhio» Harry alzò le mani
«e poi perché ci dai del lei? In pratica ti conosco da diversi anni»
«hai ragione jay»

Harry curioso di sapere cosa stesse facendo Louis, entrò dentro casa, ma non si aspettò di trovarlo furioso mentre urlava al cellulare. Con Liam seduto sul divano con le mani sulla fronte e suo padre, che...
beveva una camomilla a una festa

Grande Des

«che cazzo vuoi ora?» sbraitò Louis dal cellulare
«sei un omofobo del cazzo! Ero solo un ragazzino e mi hai ingannato. No esatto—non mi sta bene più quel contratto. Oh cos'è cambiato? Che voglio essere libero! Simon vattene a fanculo!» staccò

Simon

Non era un nuovo nome, gli era molto familiare

«che faccio?» si massaggiò le tempie
«tu vuoi fare coming out e lui ti divincola vero?»
«si. Des come faccio? Credevo di fare la cosa giusta firmando con lui!»
«lo so. Anche io ero un suo socio, il fatto è che un contratto è un affare e la ripartizione di una società un'altra»

Ecco dove aveva sentito quel nome

«Louis siamo realisti!—sbottò Liam—tu hai paura di farlo. Tu hai superato ostacoli che nessuno di noi avrebbe superato! E mi dici che hai paura di una battaglia legale?! È palesemente così, hai paura!

Hai Des dalla tua parte e anche me, faccio parte anche io del consiglio di amministrazione ora. Cos'è che ti ha acceso la lampadina ora? Se non sei pronto non devi farlo ora» era arrabbiato e non poco

Liam conosceva Louis dalle elementari, hanno frequentato le scuole medie e liceo nella stessa struttura. Louis sognava fin da piccolo di essere un cantante, cantare per le persone e vincere premi per rendere i suoi fan orgogliosi di lui.

Louis quando aveva vent'anni firmò il contratto con Des,Simon e Ben, un altro membro. Il padre di Harry non era a conoscenza,di una clausola che impediva a Louis di avere relazioni con persone del suo stesso sesso, anche perché avrebbe esclamato che fosse un'idiozia. Questa clausola durava per la bellezza di sette anni.

Edward's voice Where stories live. Discover now