Il quaderno

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New York 24 dicembre 2016

«Louis,» sussurrò Liam «devi alzarti. Mangiare, e tornare a vivere» si sedette al suo fianco

Dal giorno che Harry lo aveva lasciato lì, a soffrire col cuore a brandelli, non osava muoversi. Non ne aveva le forze, aveva il respiro mozzato, spezzato, la mente vagava altrove. Dove sei? Era l'unica domanda che si poneva costantemente.

Harry dove sei? Possiamo ricominciare daccapo. Ma non era possibile, lo aveva lasciato, abbandonato, e non riusciva nemmeno a dirlo, non riusciva a pronunciare il suo nome, senza piangere.

«è il tuo compleanno» gli disse Liam, ma il maggiore non accennava ad alzarsi, non accennava a respirare «è una perdita di tempo, divento più vecchio» fu l'unica cosa che il liscio, rispose a Liam

«Louis, ti prego. Almeno fai colazione, le gemelle ti hanno preparato qualcosa, va' di la, fallo per loro.» Louis scostò le coperte, il freddo lo investì, e prese una coperta di lana, per poggiarla sulle spalle.

«lo faccio per loro» gli aveva detto Louis

Sembrava il fantasma di se stesso, il viso pallido, le labbra secche, screpolate, gli occhi chiusi in piccole fessure, i capelli scompigliati, la tuta grigia in dosso e l'anima a pezzi, il cuore squarciato. Non mangiava, si limitava a bere, per sopravvivenza.

«buon compleanno!» sentì urlare da Lottie

«le gemelle?» chiese a quel punto Louis «di la, ti aspettano» sua sorella lo cinse in un abbraccio

«eccolo!» urlarono all'unisono, e quanto sperò che quei biscotti che le sue sorelle avevano in mano, fossero stati preparati dal riccio. Ma lui non c'era.

Te ne sei andato.

«auguri!» urlò Daisy dandogli il biscotto a cioccolato

«chi ti ha insegnato a farli?» chiese il liscio, gustando quei biscotti «Glen e la mamma!» esclamò la bambina, Louis annuì cercando di evitare di associare il nome della donna ad Harry

«grazie» sussurrò, prima che il suo viso fosse inondato di lacrime, le due sorelline corsero ad abbracciarlo forte «ti vogliamo bene»

«anche—anche se ve l'ho portato via?» mormorò con voce rotta il maggiore, tutti nella stanza si ammutolirono

La stanza piombò in un silenzio assordante, fastidioso come lo era il peso che ostentava a portarsi sulle spalle. Aveva privato, di una persona importante alle sue sorelle, era una delle tante cose che lo facendo tremendamente soffrire.

«non è colpa tua» riuscì a dire Daisy «lui ha scelto di andarsene, però ci sarà sempre. Ce l'ha promesso!» esclamò la sorella, ma Louis ancora una volta non riuscì a capire la natura di quella affermazione «come ve l'ha promesso?»

«si, ce l'ha promesso! Ha detto che se un giorno avesse sentito l'esigenza di far stare bene il suo cuore, e andarsene l'avrebbe fatto, non si sarebbe dimenticato di noi. Non si sarebbe dimenticato di te!» disse con voce sicura

«capisco, allora mangiamo queste delizie?» disse a gran voce, le sue sorelle, comprese Lottie e fizzy lo circondarono, con un abbraccio

«sarà doloroso» sussurrò jay all'orecchio di Liam

«ne sono consapevole.» confessò «sto cercando di capire dove sia, Zayn evita il discorso. Non me ne parla, quindi sa dov'è, e—e non ci provo nemmeno con Niall, potrebbe prendermi a sberle» jay però scosse il capo seria, in segno di dissenso

«deve tornare lui Liam, non perché un giorno potresti trovarlo. Harry aveva il cuore a pezzi, mio figlio l'ha scoperto dopo, e purtroppo ne pagano le conseguenze» Liam annuì


Edward's voice Where stories live. Discover now