E tu ricordi?

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New York 11 giugno 2017

L'ansia è sempre stato un problema, per tutti. L'ansia era il fattore che più ti diceva che eri umano, che più ti rappresentava il fatto che tenevi a quello che stava per succedere. Harry era umano, e gli umani hanno paura, cercano di essere razionali, ma quando l'istinto prevale va tutto a puttane.

«ti staccherai la gamba così» constatò Louis

Erano arrivati un'ora prima nell'ufficio di Des, che ora apparteneva ad Harry. Si sedette lasciando che il peso del suo corpo sprofondasse nella sedia di pelle nera, poggiando i gomiti su essa. Era stanco, di aspettare e di lottare, stava per trovarsi faccia a faccia con quello che è stato il suo incubo per tre anni.

«sono solo un po' nervoso.» disse

«lo so, ma non devi farglielo notare. Capito? Niente e nessuno può buttarti giù, io sono qui con te, lotto con te haz, ma devi urlargli tu in faccia, non posso farlo io. Altrimenti lo squarterei vivo!» esclamò

«lo apprezzo lou, ma devo affrontare qualcuno che è troppo tranquillo. Non abbiamo armi effettive contro di lui, solo testimonianze che non so quanto possano valere.» sbuffò «hanno un asso nella manica.»

Ne era certo che avessero qualche arma da sganciare, poteva immaginarselo con persone come josh. Harry aveva paura che una volta visto sarebbe crollato li di fronte ai suoi occhi, ma non era così. In quei mesi aveva imparato ad essere più menefreghista, ed era un concetto strano per lui, che metteva al primo posto la gentilezza.

Aveva paura si, ma ne aveva più per se stesso. Più per Louis, che non si meritava di vederlo crollare, piangere e urlare, perché in quel momento era l'unico ad averne il diritto.

Aspettò attimi incessanti, dove Louis si poggiava sulle sue gambe, e cantava canzoni strappalacrime.

«sai, credo che potremmo fare squadra. Componiamo una canzone haz, non la solita storia d'amore, ormai è noiosa!» disse il liscio

«che hai in mente?»

«parliamo di una storia d'amore, la storia di una notte, in un hotel. Divertimento, ma comunque amore e fiducia. Una sorta di avventura! Che ne dici?» chiese con tanta emozione

«penso che sia innovativa, dovremmo cimentarci» ma non sembrava convinto, era titubante

«haz amore, ora che stiamo assieme, non significa che le nostre carriere debbano fondersi. Se sentissimo la necessità di comporne qualcuna assieme, sarebbe fantastico. Ma non necessario»

«ti amo.» rivelò Harry, Louis gli rubò un bacio a stampo e gli schioccò un bacio sulla fronte

«anche io haz. Tanto» annuì

Aveva dato la giornata libera alla maggior parte degli impiegati, così che potessero essere liberi di parlare. Ormai l'ora si avvicinava, era un passo dal salto.

«signor styles, ci sono quattro ragazzi di sotto. Chiedono di lei!» disse il segretario dall'interfono

Harry si girò verso Louis, che era scattato in piedi, e camminava su e giù per la stanza. Incontrò i suoi occhi, non aveva paura, Louis gli aveva insegnato che se fossero stati assieme, sarebbe andato tutto per il meglio. Perché quando l'uragano ha pioggia e vento insistente, è forte. Così forte da rompere qualsiasi cosa.

Harry aveva paura, non per ciò che dovesse accadere, ma per come reagirebbe se stesso. La paura di incolparsi anche quando non ha colpe, era troppo alta. Louis lo guardò dolcemente, gli baciò il palmo della mano annuendo.

«falli salire.» disse Harry, tenendo ancora gli occhi fissi su Louis

Harry si girò di spalle, non aveva idea di chi aspettarsi, non sapeva con chi stava accettando di parlare. Non era il Josh che conosceva, ma era un josh più agguerrito, più violento e potente, soprattutto con una famiglia come la sua alle spalle.

Edward's voice Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora