special

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New York 15 luglio 2016

«giuro che se non vai a parlargli ti sbatto fuori!» urlò Maura indispettita
«mamma!» sbuffò
«Niall,tesoro» sospirò «mi hai raccontato questa cosa perché ti fidi di me, e sono felice. Non dirò niente a tuo padre, anche perché, lui e Des sono inseparabili. È incredibile!»

«non farmi pentire di essere venuto qui mamma»
«Niall, a te manca Harry. Lo so, lo vedo e lo percepisco, ti alzi chiamando il suo nome, e senza volerlo gli chiedi cosa vorrebbe per colazione; poi ti rendi conto che non c'è e ti zittisci»

Niall abbassò il capo, riflettendo sulle sue azioni, Harry gli mancava molto, e se avesse conosciuto bene il riccio, gli mancava anche lui. Erano inseparabili dalla nascita, erano quasi dieci giorni che non proferivano parola, laboravano a distanza, e il povero Zayn faceva da intermediario

Si sentì la porta dell'ingresso sbattere, segno che qualcuno era arrivato
«ecco Zayn» disse sua madre

«Niall James Horan! Alza il culo da qui» tuonò
«ecco appunto, buongiorno Zayn!»

«buongiorno Maura! Nemmeno oggi si è smosso?» chiese Zayn alla madre, la quale scosse il capo
«Niall, avete sbagliato entrambi. Quinti devi alzarti e andargli a parlare»
«perché devo andare io a casa sua?» alzò la voce

«e chi ha mai detto questo? Risolverete in maniera civile, in un posto vicino casa sua, e vicino casa tua. Muoviti! È stato difficile convincerlo, ma tu caro irlandese sei un punto fermo!»

«mi alzo» disse solo, si preparò sbuffando e scese in salotto, trovando sua madre e Zayn chiacchierare, davanti a una tazza di the

«è pronto!» esultò fintamente
«vai tesoro mio, e torna qui quando vuoi»

Il viaggio in macchina fu più silenzioso del solito, forse perché era emozionato,forse perché era arrabbiato e curioso allo stesso tempo, o perché i pensieri lo stavano mangiando vivo e forse perché avrebbe dovuto pensare a qualche parola per scusarsi o almeno intavolare il discorso.

Sospirò torturandosi le mani e poggiando la testa al vetro dell'auto, e guardando tutta la vegetazione passare velocemente, i raggi filtravano potentemente sulla sua pelle. Si fermarono nel bar di un parco, era il preferito di Harry e Niall, giocavano sempre lì, perché c'erano delle giostrine a forme di animali, come i dinosauri o i draghi, e loro amavano dondolarsi lì sopra.

«siamo arrivati,» disse «Harry è qui, ora chiamò Louis e gli dico che siamo qui»
«chi ha scelto questo posto?» domandò
«Harry, una sera ha parlato di te. Di voi, dei vostri giochi da bambini iperattivi, e si è fatto sfuggire questo parco. Louis ha pensato che sarebbe stato bello, una riconciliazione qui»

«non credo che sarà così facile» ammise Niall
«non l'ho detto nemmeno io»

Louis e Harry stavano aspettando su una panchina l'arrivo di Niall e Zayn, il riccio era molto nervoso, in quanto i suoi amici,proprio come con Niall avevano impiegato molto tempo e molti giorni per convincerlo,ad avere un affronto col migliore amico

Il momento era arrivato e Harry lo sapeva, perché vide Louis allontanarsi, solo dopo avergli posato un bacio sulle labbra sempre in maniera furtiva. Aveva paura, Niall era una di quelle poche persone che se avesse perso, lo avrebbe rimpianto per tutta la vita.

Harry lo guardò arrivare, con un volto cupo, proprio come era il suo da giorni. Non dormiva sereno, girava per casa continuamente,alla ricerca del suo migliore amico, ed era sicuro che se non ci fossero stati Louis, Zayn o la sua famiglia sarebbe piano piano sprofondato nella sua oscura interiorità.  Capitava molto spesso che analizzasse ogni parte del problema che lo affliggeva,ma c'era sempre stato Niall a tirarlo su dalla palude dei suoi pensieri.

Edward's voice Where stories live. Discover now