"Ti ho preso"

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New York 12 giugno 2017

«Lou» mugolò Harry, tastando la parte adiacente alla sua, ma non vi era nessuno «Louis» borbottò

«Lou amore, dove sei?» alzò il tono di voce

«haz!» esclamò «sono giù! Sto salendo con la colazione, aprimi la porta!» urlò, Harry si alzò col sorriso, aprì la porta, e scostò le coperte per fare spazio a Louis.

Dopo qualche secondo entrò Louis, con un vassoio, sopra vi erano due tazze, e delle fette biscottate con la marmellata. Louis aveva un'espressione concentrata, «ok, eccomi» sussurrò

Harry sorrise «Lou amore, che stai combinando?»

Louis aveva un grosso sorriso sul volto, imboccò il più piccolo, sporcandolo di marmellata, risero entrambi a crepapelle. Si coccolarono per un tempo infinito, e quando il liscio notò l'ora, sussultò, invitando il più piccolo a sbrigarsi.

Quando si vestirono, Harry ancora non sapeva cosa stesse complottando Louis, sapeva solamente che il liscio avesse una sorpresa per lui, e nient'altro. Scesero mano nella mano, fino all'auto di Harry, Louis era raggiante, più degli altri giorni, era sollevato, e anche Harry, erano più sereni.

«Lou amore, ti prego! Dove stiamo andando?» sospirò afflitto «ah-ah fa un po' di silenzio!» disse ammonendolo «siamo quasi arrivati comunque.»

Harry si perse nell'osservare ciò che stesse al di fuori dell'auto, toccava dal finestrino le nuvole, e sorrideva. Vedeva i rami degli alberi muoversi, a causa della leggera brezza estiva, portò lo sguardo su Louis, sulla figura così possente che in quel momento, dominava nella sua vita.

Louis
Louis
Louis

Era sempre un Louis, era il centro del suo amore, l'elevazione della sua più alta sentimentalità. Tutto era iniziato da quando aveva sedici anni, Louis era bellissimo, i suoi occhi lo avrebbero contraddistinto sempre. Quando scese da quell'auto e si avvicinò a Louis, come se fosse una calamita, era irrazionale, e lì inconsapevolmente si innamorò.

«siamo arrivati Harry,» il liscio lo riscosse dai pensieri «su slaccia la cintura.» Harry annuì

Si trovarono dinanzi a una casa grande, a due piani bianca, con il tetto rigorosamente rosso, dati i mattoni. Il giardino sottostante era verdissimo, con tante sedie e un tavolo in metallo. «Louis, cosa significa questo?» domandò

«si da il caso, che non ho dimenticato cosa ci siamo detti a Roma. Voglio vivere assieme a te, non possiamo continuare a scappare da una casa all'altra solo perché ci vedrebbero nudi.» Harry ridacchiò

«voglio che tu sia libero di cucinare ciò che vuoi, anche perché io non sono capace,» disse «che tu possa correre nudo quanto vuoi, anche perché sarebbe uno spettacolo che non rifiuterei.» Harry gli diede un pugno sulla spalla

«Hey! Non essere violento!» disse ridendo

«comunque dicevo, voglio che tu ti senta libero di gridare dalla frustrazione quando qualche cliente, o qualche testo non tornerà ai tuoi conti. O che tu sia libero di gemere senza trattenerti perché ci sono le mie sorelle.» continuò il maggiore facendo arrossire Harry

«semplicemente voglio che tu viva con me. E no haz, non è affrettato so che potrai pensarlo, ma non lo è.»

«Lou, io—io non so che dire. Ti amo così tanto, e si ovvio che verrò a vivere con te, ti seguirei dappertutto lou. Non scherzo! Ma come farai, con la questione del coming out?» chiese il riccio

«ho qualcosa in mente. Tu non preoccuparti, vediamo queste case va bene? Le ho scelte molto isolate le une alle altre, così avremo due sale insonorizzate e non daremo fastidio a nessuno.» Harry preso da un impeto, baciò tutto il volto di Louis che nel frattempo ridacchiava

Edward's voice Where stories live. Discover now