Capitolo 1

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"Questa è bella! E dove sei stata fino ad ora?" Chiede Tony Stark in modo sarcastico. Fury non mi da il tempo di rispondere, intervenendo al posto mio.
"Lei è stata sempre presente, siete voi a non averla notata. Quando durante le varie imprese vi siete sentiti in vantaggio, è solo grazie a lei." Fury è molto serio, noto subito che c'è qualcosa che lo preoccupa.
"Ridicolo!" Afferma un Thor piuttosto scocciato.
"Se non ci credete, perché non la affrontate, tutti insieme?" Chiede Fury lasciando tutti spiazzati dalla richiesta. Sorrido leggermente alle sue parole, vuol dire che questa mattina devo spaccare un po' di culi, soprattutto quello perfetto di Captain America, che è rimasto immobile in un angolo a fissarmi impassibile. Hanno ragione quando dicono che è perfetto...lo è davvero.
"Io dovrei andare a lavoro." Affermo severamente verso Fury, ho un'udienza prima di pranzo, non posso mancare.
"Il lavoro può aspettare!" Fury mi guarda arrabbiato. Io annuisco semplicemente.
"Secondo me, ha paura di affrontarci." Dice Thor sorridendo in modo beffardo. Beh, se lo vuole lui.
"Io non ho paura di niente." Gli rivolgo uno sguardo che probabilmente gli ha fatto gelare il sangue. All'improvviso lui scaglia il suo martello contro di me, ridendo ingenuamente. Ma ho abbastanza i riflessi pronti da afferrarlo e da sollevarlo. Tutti fanno un passo indietro sconcertati.
"Pensavo fosse più pesante." Dico facendolo girare tra le mie mani.
"Tu...puoi sollevarlo?" Chiede Thor con fiato corto. Ora chi ha paura Dio del Tuono?
"Si, posso fare anche di meglio." Dico prima di scaraventarglielo contro colpendo il suo addome e facendolo cadere a terra. Mi sistemo i capelli dopo aver messo a terra Thor il magnifico.
"Ora posso andare? Ho un'udienza a ora di pranzo!" Chiedo a Fury scocciata.
"Non credo ci vorrà molto. Mi raccomando, non ucciderli." Dice Fury sorridendo e sedendosi su una sedia per godersi lo spettacolo. Faccio spallucce restando nella mia posizione, non sono arrogante ma di certo quel Tony Stark lo è.
"Oh andiamo, quel martello è questione di fisica. Vediamo se riesci a battere Iron Man." Dice indossando la sua armatura gialla e rossa. Va Bene, fatti sotto uomo di latta. Riesco a schivare tutti i suoi colpi, non riesce ad afferrarmi perché ho il potere di teletrasportarmi da una parte all'altra molto velocemente. Così lo colpisco da dietro alla testa e lui cade a terra. Stessa cosa succede con tutti gli altri, non ho molta difficoltà a metterli a terra e non ho neanche messo un minimo di sforzo. L'ultimo rimasto è Captain America.
"Se sei così forte, devi batterti a mani nude, senza i tuoi poteri." Dice con la sua voce profonda e così sexy.
"Si, allora tu posa il tuo scudo." Dico avvicinandomi. Lui si avvicina con l'intenzione di sferrarmi un pugno che blocco con la mia esile ma forte mano. Stessa cosa faccio con l'altro suo pugno pronto ad entrare in azione. Molto velocemente lo faccio girare e tiro le sue braccia muscolose dietro la schiena, gli faccio cedere il ginocchio e con un semplice sgambetto Captain America è a terra. Peccato che cada anche io sedendomi a cavalcioni su di lui. Resto in quella posizione ad osservarlo e per un attimo abbasso la guardia. Lui coglie quell'attimo giusto in cui lui ribalta la situazione e si trova su di me con le sue mani al mio collo non permettendomi di respirare.
"Mai abbassare la guardia." Mi rimprovera.
Per un secondo perdo il controllo ma poi mi ricordo di ciò che ho imparato in un viaggio in Asia. Nella mia mente penso a quanto possa essere divertente applicare quella mossa su di lui. All'improvviso chiudo gli occhi e delicatamente con l'indice disegno un cerchio sulla sua fronte. Con lo stesso indice gli tocco un punto preciso del collo molto forte e Captain America cade in un sonno profondo. Prima che si accasci gli prendo la testa e lo faccio sdraiare al mio fianco.
Dall'altro lato della stanza sento Fury battere le mani e ridere. Guardo l'orario, sono le 11:00 del mattino, devo scappare.
"Ora devo andare." Dico a Fury raggiungendolo e mettendo di nuovo i tacchi.
"Aspetta! Cosa hai fatto a Steve?" Urla Natasha Romanoff. Giusto, dovevo riportarlo tra di noi. Senza accorgermene raggiungo Steve e mi siedo al suo fianco. Faccio le stesse mosse di prima e non appena tocco lo stesso punto del collo, il biondo sussulta e si mette a sedere di fronte a me molto sconvolto. Ci guardiamo per un attimo negli occhi.
"Buongiorno Capitano." Dico sorridendo.
"Cosa mi hai fatto?" Sembra quasi arrabbiato, ha alzato il tono di voce.
"Avevo detto niente poteri." Mi rimprovera.
"Non ho usato i miei poteri, è una mossa che ho imparato in Asia. Magari te la insegnerò qualche volta." Gli dico restando gentile, nonostante il suo tono piuttosto scorbutico di qualche attimo fa. Gli porgo la mano per aiutarlo ad alzarsi e lui la accetta volentieri.
"Steve." Dice poi gentilmente.
"Juliet." Gli sorrido per poi cercare di scappare via per andare a lavoro.
"Cosa ho sempre detto riguardo ai tacchi?" Nick mi trucida con lo sguardo.
"Si lo so, mi dispiace, vado di fretta." Intanto prendo la mia roba.
"Ehi, dove vai principessina? Il mondo ha bisogno di noi." Dice Stark sempre con tono sarcastico mentre è ancora seduto sul tappetino.
"Sono un'avvocatessa, ho bisogno di lavorare. Non sono tutti nati miliardari come te." Dico severa per poi uscire scocciata. Che tipo idiota.

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