Capitolo 5

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Sono giorni che resto chiusa in camera, qualche volta Fury viene a farmi visita ma la porta resta chiusa e lui non riceve mai una mia risposta. Qualche volta è passato anche Steve ma non mi andava di parlare con nessuno. Esco la mattina alle 5 per andare a correre e la sera mi alleno con Josh dalle 10 di sera in poi, sicura che nessuno possa essere nei paraggi.
Nel tempo in cui sono stata chiusa in camera ho iniziato a fare delle ricerche su mia madre, sul Teschio rosso e ho scoperto che l'anno in cui mia madre mi affidò al gruppo di pazzi, lo S.H.I.E.L.D. l'aveva catturata e tenuta prigioniera. Lei però si è liberata ed è riuscita a scappare ma era come se fosse svanita nel nulla, non c'erano più tracce di lei.
Prendo quei file e vado da Fury.
Glieli sbatto sulla scrivania con violenza.
"E questo?" Dico arrabbiata.
"Finalmente sei uscita dal letargo." Con il suo solito tono burbero non mi degna neanche di uno sguardo.
"Smettila di fare l'idiota e rispondimi." Batto violentemente la mia mano sulla sua scrivania facendolo sussultare.
"Oppure devo allearmi col nemico!" Solo in quel momento mi guarda spaventato. Sarebbe troppo difficile gestire me e mia madre contro la Terra.

"Non dire stronzate e smettila di fare la bambina capricciosa. Piuttosto preparati, vai in missione con gli altri. Partite domani." Mi fa cenno con la testa di andarmene.

"A fare cosa?" incrocio le braccia al petto.

"Abbiamo trovato il posto in cui tengono quelle ragazze. Devi salvarle!" Solo nel momento in cui mi rendo conto che altre ragazze stanno subendo quello che ho subito io, mi convinco che lo sto facendo per una buona causa. Annuisco e poi esco dal suo ufficio senza dire altro. Mentre torno in camera incontro per sbaglio Natasha.

"Oh finalmente. Non ci siamo presentate per bene. Io sono Natasha." sorride pochissimo.

"Juliet." rispondo duramente, solo ora che ho salvato la vita a tutti sono gentili. È disgustoso.

"So quanto possa essere difficile. In un ambiente prettamente maschile, una donna forte terrorizza." cerca di consolarmi, in fondo è stata gentile.

"Si, grazie per la comprensione." dico sorpassandola prima di tornare in camera ma lei mi richiama.

"Pranza con noi, sei parte della squadra." Cerca di convincermi. Alla fine Annuisco seguendola, è necessario mantenere un rapporto socievole per portare a termine la missione.
Non ci sono tutti in cucina, ci sono solo : Steve, Sam, Peter Parker, Tony Stark e Wanda.
Entro a testa bassa con l'intenzione di prendere un piatto e prepararmi qualcosa di veloce da mangiare. Al mio arrivo tutti si zittiscono, so che mi stanno fissando, per ora resto di spalle intenta a prepararmi il pranzo.
"Ehi! Non sappiamo ancora il tuo nome!" Stark ora cerca di essere gentile.
"Juliet." Dico restando di spalle preparando la mia insalata.
"Grazie per averci aiutato." Sento la voce balbettante di Peter Parker, mi fa tanta tenerezza quel ragazzino.
"È un dovere." Dico girandomi e rivolgendogli un leggero sorriso. Poi decido di continuare la conversazione, sedendomi all'isola della cucina insieme agli altri.
"È bene che voi sappiate che la donna dell'altro giorno è mia madre." Tutti si guardando sconcertati, mentre Steve si allontana per un attimo a fissare la finestra preoccupato.
"Già, è stata una sorpresa anche per me; credeteci o no!" Intanto mangio la mia insalata.
"Cosa voleva?" Chiede Wanda interessata.
"Non lo so ancora, sicuramente aveva intenzione di uccidermi. Ho fatto delle ricerche e lo S.H.I.E.L.D. ha avuto già a che fare con lei in passato." Rispondo semplicemente.
"Dobbiamo scoprire cosa vuole! J.A.R.V.I.S. Avvia ricerca su Juliet! Trasmetti tutto sul mio pc." Dice Stark toccando i suoi occhiali tecnologici e inquadrandomi. Questa cosa mi fa sentire un po' a disagio, come se mi stessero mettendo a nudo.
"Intanto, grazie per l'informazione." Dice Sam gentilmente.
"Ah, stavo dimenticando. Poiché domani partiamo in missione, ho organizzato una festa a casa mia. Spero tu sia dei nostri." Non ci credo, Stark mi ha sorriso e mi ha anche invitato ad una sua festa. Intanto Steve è rimasto per tutto il tempo a guardare fuori dalla finestra, ogni tanto gli rivolgo qualche sguardo sperando si giri. È dannatamente bello.
"Va bene." Rispondo semplicemente.

Dopo pranzo ritorno in camera e mi accorgo di non avere un abito adatto ad una festa. Ho tutto ancora nel mio appartamento.
Con semplicità torno un attimo nel mio appartamento e prendo un vestito nero lungo, a maniche lunghe, aderente e con la schiena scoperta. Prendo anche delle décolleté argento, una pochette abbinata e i miei trucchi: vorrei essere almeno presentabile.
**
Cerco su Google dove si trova la casa di Tony e mi teletrasporto all'ingresso di quella grande torre super moderna. Entro in ascensore, devo ammettere di essere un po' nervosa.
Appena le porte dell'ascensore si aprono scorgo un ambiente davanti a me moderno, lussuoso, bellissimo. C'è parecchia gente quindi credo nessuno si accorgerà molto della mia presenza. Entro nella stanza e subito mi raggiungono Natasha e Wanda, anche loro davvero bellissime. Mi salutano cordialmente e mi accompagnano da Tony e gli altri. Saluto tutti con un semplice è timido "Ciao" che ricambiano molto volentieri. Steve è di fronte a me con le braccia conserte. Ha addosso una camicia blu scura troppo aderente e un paio di pantaloni dello stesso colore. Mi sorride leggermente. Io ricambio.
Prendo un calice di champagne per cercare di non impazzire allo sguardo profondo di un Captain America fin troppo sexy. Poiché Wanda e Natasha scompaiono dalla mia vista, mi siedo su uno sgabello al bancone del bar di Tony e sorseggio il mio champagne.
Deglutisco rumorosamente quando Steve si siede affianco a me.
"Ciao." Dice semplicemente.
"Ciao!"
"Come stai?" Mi rivolge uno sguardo preoccupato.
"Non male e tu?" Ha un profumo troppo buono.
"Non male anche io."
"Grazie per avermi salvata." Ricordo che è grazie a lui se ora sono ancora qui. Sta per rispondere ma qualcuno ci interrompe.
"STEVE?!" Sam lo sta chiamando, così lui si volta e si alza. Prima di andarsene però sussurra al mio orecchio "Sei bellissima." Con la sua solita voce profonda e sexy. Arrossisco fin troppo.

La serata passa piacevolmente e quando tutti gli invitati se ne sono andati, restiamo solo noi Avengers all'appartamento di Tony. Decidiamo però anche noi di andare a riposarci, sarà una giornata impegnativa domani. Mi dirigo verso l'ascensore ma qualcuno mi blocca. Girandomi noto con molto piacere che è Steve.
"Posso riaccompagnarti io se vuoi." È così gentile.
"Oh, va bene. Grazie." Così entriamo entrambi in ascensore. È così imbarazzante. Ogni tanto gli rivolgo uno sguardo furtivo ma lui resta immobile, impassibile, con la mascella contratta, il che lo rende ancora più eccitante. Forse lui è fin troppo galante per sbattermi al muro e baciarmi come se non ci fosse un domani. Finalmente l'ascensore si apre, questo piccolo tragitto è stato straziante.
"Cavolo, non ricordo dove ho messo l'auto. Che idiota!" Esclama frustrato. Mi fa ridere vederlo in difficoltà.
"Non preoccuparti, dammi le chiavi." Gli dico porgendogli la mia madre. Quando la sua mano sfiora la mia sento dei brividi.
"Okay, ora aggrappati a me." Gli dico avvicinandomi molto pericolosamente, anche un po' per provocarlo. Avvolge il suo braccio muscoloso intorno alla mia vita e io Poggio la mia mano sul suo petto scolpito. I nostri visi sono molto vicini.
"Sarà leggermente fastidioso." Lo avverto guardandolo intensamente. Annuisce semplicemente prima di chiudere gli occhi. Ci teletrasporto alla sua macchina in pochi secondi. Appena arrivati, lui resta ancora attaccato a me con gli occhi chiusi.
"Steve, siamo arrivati." Gli prendo il viso tra le mani e lui piano apre gli occhi.
"Grazie." Sorride leggermente divertito per poi aprirmi la portiera e lasciarmi entrare in macchina. Che galantuomo. Il viaggio di ritorno è silenzioso ma non molto imbarazzante. Lo vedo molto concentrato, evidentemente è preoccupato per ciò che sta succedendo.
Non appena arrivati alla base mi accompagna fino alla mia stanza.
"Buonanotte. Ci vediamo domani." Circonda la mia vita con il suo braccio muscoloso e mi lascia un bacio leggero sulla guancia.
"Buonanotte." Dico con il cuore che mi batte a mille.

InvisibleWhere stories live. Discover now