Capitolo 6

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Alle 5 del mattino del giorno seguente siamo già pronti. Ho preparato un borsone con dentro qualche cambio, la mia amata uniforme blu scuro e qualche arma di riserva. Ad aspettarci c'è un jet enorme fornito sempre dal miliardario Stark. Nick ci saluta prima di partire, anche se io sono ancora molto arrabbiata con lui per avermi nascosto cose importanti sulla mia vita.
Una volta sul jet, mi siedo tranquilla e con me anche Gran parte degli altri. Alla guida come sempre Stark e Steve. Penso che Steve sia l'uomo perfetto, non c'è una cosa che non sappia fare.
"Qual è la destinazione?" Chiedo al resto del gruppo.
"Chicago!" Risponde Bruce Banner.
Oh no...proprio Chicago no. È proprio lì che è successo tutto. Quello stronzo di Nick lo ammazzo.
Dopo questa notizia resto in silenzio e in disparte pensando a perché io debba rivivere quei momenti, perché Nick lo sta facendo proprio a me. Atterriamo in una pista di volo privata, non molto lontano dalla città e delle auto ci aspettano per portarci agli appartamenti che ci serviranno come copertura. Certo non penso sia molto utile far muovere così tanti Avengers insieme, compresi un albero e un procione. Mi fa ridere un po' il pensiero. Lo S.H.I.E.L.D. Ci ha messo a disposizione degli appartamenti grandi al centro di Chicago. Nel tragitto in auto passiamo davanti alla mia vecchia casa e quella vista mi rende ancora più cupa e pensierosa. Spero di trovare presto quelle ragazze e lasciarmi questa storia alle spalle.
Il piano era quello di perlustrare un po' la città, capire come muoverci per salvare quelle ragazze. Io già so come entrare in quel luogo orrendo, alla fine è lo stesso dove tenevano me. Un'altra cosa che Nick mi ha tenuto nascosto.
Consiglio agli altri un modo con cui entrare senza essere visti e aggirare il loro sistema di sorveglianza, in modo da agire subito.
"Avremo pochi minuti dopo il black out, probabilmente 10 minuti, poi passeranno a setacciare l'edificio e sarà difficile salvare quelle ragazze." Mentre parlo indico i punti focali dell'edificio, ormai li ricordo a memoria.
"Come fai a sapere tutte queste cose?" Dice il procione schiettamente.
"Perché ci sono già stata." Dico duramente senza abbassare lo sguardo, ma perdendomi un attimo nei miei pensieri. A riportarmi alla realtà è Iron Man che ci intima di concentrarci, come se lui sapesse cosa mi è successo e cerca di distogliere l'attenzione degli altri. Poi ricordo che lui ha fatto delle ricerche su di me e sicuramente avrà letto tutto.
Lui provvederà con J.A.R.V.I.S. a disattivare il loro servizio di sorveglianza e di allarme. Clint ci coprirà le spalle dall'alto mentre io e Steve dobbiamo raggiungere il luogo dove tengono prigioniere queste ragazze.
Indossiamo le nostre uniformi ed entriamo in azione. Non appena Tony ci dà l'ok dall'auricolare, ci avviciniamo velocemente alla struttura. Io guido Steve verso un'uscita secondaria da cui entrare senza essere visti. Gli altri mettono a terra le guardie che incontrano sul loro cammino.
I miei sensi mi dicono che non siamo soli. Infatti subito due uomini ci attaccano alle spalle ma Steve li stende senza problemi, quasi proteggendomi. Mi accorgo che nella nostra direzione stanno arrivando altri uomini così trascino Steve in una stanza chiusa, che è un piccolo ripostiglio in cui stiamo abbastanza stretti. Io sono aggrappata a lui, che mi sovrasta con la sua altezza. C'è una leggera luce che mi permette di vedere i suoi lineamenti scolpiti. Non è il momento di flirtare però, così gli dico che il corridoio è libero e che possiamo andare. Entriamo in una stanza enorme dove troviamo tutte le ragazze scomparse e impaurite.

"Tranquille, ora vi porteremo in salvo." Dice Steve col suo solito tono calmo e profondo, aiutandole ad alzarsi.

Entrano nella stanza, però, due uomini armati.

"Ci penso io a loro. Tu vai!" Mi dice Steve convinto. Annuisco con la testa e prendo tutte le ragazze, ordinando loro di prendersi per mano così le posso portare al nostro appartamento. All'improvviso però uno di quegli idioti lancia un suo coltello che mi colpisce durante il teletrasporto. Nonostante il dolore lancinante riesco a salvare quelle ragazze. Non appena all'appartamento mi tocco dolorante la parte in cui ho il coltello. Per un attimo perdo l'equilibrio.
"Juliet, cosa è successo?" Chiede Bruce Banner che doveva aspettarci all'appartamento per soccorrere le ragazze.
"Pensa a loro!" Gli intimo di fare.
Dolorante e sanguinante mi dirigo verso la mia stanza dove nel mio borsone ho un kit rapido di pronto soccorso. Strappo in quella zona l'uniforme per allargare il tessuto e cercare di medicare al meglio.
Stringo forte i denti quando cerco di estrarre quel pugnale fin troppo particolare. Cerco di mettere dei punti da sola. Ho imparato a farlo durante l'addestramento, anche se questa ferita è molto profonda. Dopo aver fatto disinfetto la ferita e metto a una benda. Piano tolgo la parte di sopra dell'uniforme, restando in reggiseno in piedi vicino allo specchio della camera, per cercare di pulirmi dal sangue in eccesso.
Nonostante i grandi poteri, sono umana sotto questo punto di vista ed è una grande debolezza. Non mi sento un granché, ho un leggero giramento di testa, per questo decido di mettermi un po' sul letto.
"Cos'è successo?!" Sento all'improvviso da Steve che irrompe nella stanza. Mi sento troppo imbarazzata, lui mi guarda attentamente e io ho addosso solo un reggiseno.
"Quell'uomo ha lanciato un coltello mentre ci stavamo teletrasportando. Ho cercato di medicare la ferita al meglio." Dico debolmente sdraiandomi piano.
"Posso vedere?" Chiede poggiando lo scudo sul pavimento e avvicinandosi. Si siede affianco a me e sposta la benda. La ferita mi brucia e sembra accorgersene, infatti inizia a soffiare su di essa.
"Hai fatto un bel lavoro, ma ora Rocket viene a darti un'occhiata." Mi dice premuroso con quella sua voce profonda e sexy.
"Le ragazze come stanno?" Chiedo sistemandomi per guardarlo meglio.
"Bene, ora stanno cercando di tranquillizzarle. Tu piuttosto, mi hai fatto preoccupare!" Mi sorride timidamente distogliendo da me lo sguardo. Ha la mascella contratta e io non riesco a resistergli, nonostante forse io stia prendendo un'infezione in questo istante.
"Steve.." sussurro piano. Lui si gira a guardarmi e io lentamente mi avvicino, metto una mano tra i suoi capelli biondi e gli lascio un leggero bacio a stampo.
Quando mi stacco, lui riprende a baciarmi di nuovo piano anche se con passione. Dalle labbra passa alla guancia, al collo e al petto. Sussulto nel momento in cui sento un dolore fortissimo alla ferita, mi si annebbia la vista e la testa mi gira ancora di più.
"Steve, devo stendermi." Dico con la voce spezzata, mi aiuta a farlo mantenendo con delicatezza la mia testa.
"Chiamo Rocket, tu cerca di mantenere gli occhi aperti." Mi ordina anche se con tanta dolcezza. Sorrido leggermente alle sue parole e faccio come mi dice anche se con molta difficoltà.

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