1. Rapporti

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'Sai, ricordo ancora la prima volta che i nostri sguardi si sono incrociati, la prima volta che mi hai rivolto la parola o la prima volta che mi hai fatto i complimenti per il mio radioso sorriso...Quello che non ricordo però, è il motivo per cui ti sto perdendo.'
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Giornalista: "Cosa ne pensa signor Brown del nuovo esordiente pilota che sbarcherà ufficialmente in formula 1 dalla prossima stagione?"
Zak: "Sono euforico! Completamente euforico! Non vedo l'ora. Penso che quel ragazzino possa fare grandi cose nella nostra scuderia"
Giornalista: "Riguardo a sua figlia invece, terzo pilota della McLaren a soli 17 anni, ha da dirci qualcosa rispetto al suo recente incidente?"
Zak: "Hope è una ragazza piena di talento ma riguardo al suo incidente non ho molto da dire: chiunque può commettere degli errori. Penso che ora dovremmo concentrarci però sul nostro nuovo talento, un ragazzino di appena 19 anni, mi aspetto molto da lui come tutto il resto del team e...."
(Tv si spegne)
"Uffff"
Vorrei tanto poter affermare che non ero affatto invidiosa ma sarebbe stata una menzogna. Insomma, mio padre non faceva altro che parlare del futuro pilota che secondo lui riporterà la McLaren a splendere e bla bla bla...è come se io fossi passata in secondo piano.
Forse però mi stavo solo immaginando tutto, dopotutto ero in quella stanza al terzo piano dell'ospedale da due settimane ormai.
Adoro salire sulla mia monoposto arancione e sfrecciare ad altissima velocità sul circuito ma forse a volte mi faccio prendere stoppo dall'adrenalina e finisco per schiantarmi su un muretto ad una velocità di circa 250/300 km all'h.
Nell'ultimo incidente però non è stata del tutto colpa mia.
Le ruote anteriori non erano fissate bene e me ne sono accorta troppo tardi, quando mi sono letteralmente schiantata sullo striscione della formula 1 appena sotto gli spalti pieni di spettatori.
Ricordo benissimo la vettura accartocciarsi tutta intorno a me e il fuoco arrivare fino alle mie gambe, ma poi buio totale.
Papà dice che dei soccorritori bravissimi sono riusciti a farmi uscire dalle fiamme e a caricarmi subito in ambulanza, e che dopo qualche ora in cui avevo perso coscienza e tutta la mia famiglia credeva non c'è l'avrei fatta: eccomi qui! Viva, vegeta e con tanta voglia di tornare a correre.
Poi qualcuno bussò alla porta svegliandomi da quello stato di trance
"Avanti"
"Sorpresaaa!!!" Disse qualcuno entrando dalla porta...Anzi non un qualsiasi qualcuno...
"CHARLSYYY!!"
Non potevo tanto muovermi siccome avevo ancora un mal di testa atroce per via del trauma cranico subito ma poco importava perchè non appena lui mi abbracciò e il suo profumo circondò l'ambiente circostante, è come se stessi già molto meglio.
"Cosa la porta qui Signor Leclerc?" Scherzai io
"Oh nulla di troppo importante, solo una ragazzina che ha deciso di farmi perdere vent'anni di vita con un incidente"
Ridemmo, scherzammo e parlammo per moltissimo tempo.
Dopo l'incidente Charles mi era stato tanto vicino ma poi era dovuto partire di nuovo per un GP ed ora eccolo qui di nuovo, pronto a farmi ridere anche nei momenti peggiori.
"Penso che il rapporto tra me e Charles sia un po' come quello di due fratelli: litigano spesso, ma questo è il loro modo di amarsi, e soprattutto si supportano e sopportano a vicenda senza compromessi."
Queste erano le parole che dissi durante un'intervista qualche mese fa, e credo siano una delle cose più vere che io abbia mai detto.
Per quanto riguarda il legame che c'é tra mio padre e me non devo aggiungere molto: sono la sua principessina, o meglio lo ero. Ora non so più cosa pensare.
Io a lui voglio un mondo di bene; siamo un po' come due amici: ci confidiamo qualsiasi cosa l'un l'altro senza se e senza ma, o senza alcun tipo di taboo.
Voglio tornare a quei momenti in cui facevamo un giorno maratona di film Marvel e il giorno dopo ci riguardavamo i migliori Gran Premi della storia della formula 1, ma ora con i grandi cambiamenti della scuderia e con l'arrivo dei due nuovi piloti passiamo sempre meno tempo insieme e l'unica cosa che riusciamo a fare è aggredirci a vicenda per delle banalità assurde.
Sono molto fiera però del rapporto che ho con la mia famiglia.
Mia mamma ed io siamo molto diverse ma non abbiamo mai avuto troppi problemi a relazionarci e scambiarci idee, anche se di solito questo scambio lo ho con mio papà; e per quanto riguarda i fratelli, beh, sono la più grande.
Ci sono due pesti di gemelli di sette anni: Samuel (Sam) e Poul (Po), e una ragazza di quindici anni di nome Emily (Emy), simpatica ma molto ribelle e a volte introversa e aggressiva.
Di me non ho detto molto perchè sinceramente sto ancora imparando a conoscermi.
Mi chiamo Hope che è un nome inglese e il suo significato è "speranza".
Sono molto affezionata al mio nome anche se alla fine tutti mi chiamano in modi diversi.
Sono la ragazza solare, sempre disponibile e a volte saputella della famiglia e sono fiera di esserlo perché so equilibrare bene il divertimento alla serietá.
Ho diciassette anni e guido da quando ne ho cinque: prima i go-kart e fino a due settimane fa una splendida monoposto arancione.

heyy :)
Ecco il primo capitolo di questa storia molto a caso diciamo.
I prossimi capitoli saranno un po' piú scorrevoli e con più dialoghi (si spera lol) tra personaggi per rendere la trama un po' meno noiosa :)
Entro a scuola che sono le 7:51
Byee 🤍
P.s= 1: ovviamente quello che leggermente nei prossimi capitoli e completamente frutto della mia immaginazione fatta eccezione di qualche evento, che però non corrisponderà completamente alla realtà.
2: se leggete degli spazi autrice che non corrispondono al periodo in cui i capitoli sono stati pubblicati, è perchè ho scritto la storia nel corso di tre mesi, dopodiché l'ho pubblicata tutta in una volta sola ;)

La speranza dei sogni ~Lando Norris~Where stories live. Discover now