4. Maledetti occhi blu

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La festa era finita e io stavo cercando di aiutare le poche persone rimaste a sistemare tutto il casino che avevamo lasciato in giro ma non ero molto d'aiuto...
"Oh dai stai facendo cadere tutto lo champagne per terra!" La voce di Charles mi scosse perché ero ancora sotto l'effetto di tutti quei bicchieri di alcol bevuti in serata.
"Non- io non lo faccio apposta sai Leclerc?" Dissi con voce da mezza drogata
"HAHAHAHA ti accompagno a casa Hopy ti vedo bella sbronza." Detto questo mi prese per mano e mi diresse verso la sua Alfa Romeo ma io mi impuntai come un asino: "No voglio andarci da sola!"
"Non se ne parla nemmeno! É sera e sei ubriaca" era sempre stato molto protettivo nei miei confronti
"Tranquillo ci penso io, tu vai a finire di pulire" disse una voce dietro di noi...
"Norris" sbuffai di nuovo tra me e me
"Ah beh grazie lasci il lavoro sporco a me." Affermó Charles con un sorriso, peró poi acconsentì e tornó all'interno dell'autodromo lasciandomi sola con quel maledetto ragazzo con i suoi maledetti occhi blu.
"Vedo che sei felice di rivedermi!" Disse quest'ultimo sorridendo quando Charles se n'era andato
"È colpa tua se mio papà mi odia stronzo!" E gli diedi due ""pugni"" sulle spalle, ero troppo fuori di me per dargli un destro bello forte come avrei forse voluto.
Non disse nulla, semplicemente vidi il suo sorriso scomparire piano piano ed assumere un espressione seria
"Tuo padre non ti odia Hope"
"Ah no? E perchè non riesco più a parlarci? A dirgli quanto sto male? A capire ogni suo sguardo? È come se non lo conoscessi più perchè ora per lui ci sei solo tu!"
Iniziai a ridere e dire cose senza un minimo di senso. Ero troppo ubriaca per intrattenere una conversazione di questo tipo, così lo salutai e me ne andai via.
Fortunatamente non mi seguì perché avevo bisogno di stare da sola ma non andò esattamente così.
Mi ritrovai davanti ad una bar in una via che non riconobbi. Di solito reggevo bene all'alcol ma ora avevo troppi pensieri in testa, così entrai e ordinai ancora da bere.
Se fossi stata un po' più cosciente avrei capito che ero appena entrata nel classico pub da cui bisogna stare alla larga, ma non ci pensai e bevvi qualche bicchiere di qualcosa e continuavano a comparirmi in mente quei maledetti occhi blu.
Poi un uomo di mezza età si avvicinò, forse troppo e iniziò a parlarmi ma io non lo stavo ascoltando, così mi prese per un polso con una mossa decisamente forte e mi portò fuori. Era buio e c'era solo un lampione lampeggiante e rotto ad illuminare una via deserta, l'uomo iniziò a gridare: "perchè non mi ascolti stronza??"
Era fatto anche lui di sicuro, pensai.
"Non gridare okay?" Gridai io
"Faccio quello che voglio!" E così si avvicinò sempre di più a me tenendomi fermi i polsi che iniziavano a farmi male ma ero troppo debole per opporre resistenza.
Poi successe successe qualcosa di cui non ricordo molto...solo di qualcuno che tira pugni e calci a quell'uomo che se la dà a gambe e poi....e poi?
Ah si io che vomito in un bagno a me estraneo.
Perchè mi ficco sempre in queste scomode situazioni?

Lando pov:
Dopo ieri sera non smisi di guardarla per un secondo: avevo paura che da un momento all'altro avrebbe avuto un' altra crisi come quella di questa notte che si svegliò con il respiro affannato, o che qualcuno avrebbe potuto farle altro male.
Dopo averla portata via da quell'orribile posto in cui si era imboscata era svenuta per qualche minuto per i troppi alcolici bevuti, e furono i più lunghi di tutta la mia vita perchè sentivo come la sensazione di non averla protetta abbastanza.
Io la dovevo portare a casa, assicurarmi che stesse bene, e invece dopo che mi aveva detto quelle parole ero rimasto fermo come uno stupido e quando l'avevo raggiunta era troppo tardi, quell'uomo le stava già dando fastidio.
Suo padre cercò di tranquillizzarmi dicendomi che non avevo colpa ma Charles aveva ragione ad essere incazzato con me, perché io prima di tutti, lo ero con me stesso.
Dormiva tranquilla, e questo era l'importante ora.
"Mmmh...."
"Ma buongiorno" dissi rispondendo ai suoi lamenti assonnati.
Era così bella quando dormiva, sembrava più serena.
Fin dalla prima volta che ho incrociato il suo sguardo mi sono accorto che c'era qualcosa che la turbava e ieri sera, anche se era sotto l'effetto dell'alcol quello che mi aveva detto credo lo pensasse davvero.
"Dove- LANDO?" disse spaventata nel vedermi
"Si io- no aspetta non è come credi"
"Oddio e allora perchè sono a casa tua?" Si alzò di scatto e quando si accorse che aveva addosso una maglietta blu con stampato un 4 mi infuocò con lo sguardo e non potei trattenere una risata
"Che cazzo ridi scusa??"
"Perchè sei sempre così arrabbiata? Guarda che ieri eri talmente ubriaca che sei entrata in casa mia, ti sei messa sul mio letto a dormire e senza dimi nulla ti sei presa la mia maglietta. E comunque prego per averti aiutata con quel vecchio."
Dissi. Non sapevo se sorridere o prendermela, lei mi confondeva.
"Ubriaca? Vecchio? Ma-...AHHHH oddio mi ero dimenticata!" E si tirò uno schiaffo sulla fronte.
"Tranquilla i tuoi genitori sanno che sei qui. Ieri sera gli ho detto cosa è successo ma siccome stavi già dormendo, se così si può dire, e casa mia era più vicina rispetto alla tua ho deciso di portarti qui."
"Beh...allora grazie Norris" disse con lo sguardo basso
"Hey puoi chiamarmi anche Lando, o bimbo latte, anzi no quello anche no.."
Questa volta fu lei a ridere e per la prima volta scorsi il suo sorriso: radioso, solare e perfetto.
"Sai dovresti ridere più spesso, hai un sorriso radioso e bellissimo"

Holaaa :)
Eccomi con un altro capitolo.
Se proprio volete saperlo l'ho scritto un pezzo durante gli intervalli e la fine sul pullman hahaha; quindi siccome ora c'è la mia fermata io vi saluto e spero vi stia piacendo la storia
Byee🤍

La speranza dei sogni ~Lando Norris~Where stories live. Discover now