Prologo

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Una partita come le altre.
Undici giocatori per squadra che rincorrono un pallone.
Un semplice match che deve essere vinto.
Era ciò che pensavo quando, tre anni fa lo vidi per la prima volta. All'ottantunesimo minuto entrò in campo, bello come il sole.

Finalmente una delle tante telecamere dello stadio San Siro stava inquadrando i suoi meravigliosi occhi color ghiaccio, quei capelli castano chiaro e quei lineamenti.
Era perfetto, così perfetto che il mio cuore prese a battere in maniera smisurata, così meravigliosamente bello da mandarmi in pappa il cervello. Non sarebbe mai accaduto nulla però.

Io ero una semplice ragazza di diciotto anni, orfana e senza nessuno al mio fianco, che frequentava l'università per rendere finalmente reale il sogno di diventare medico, come potevo farmi notare da un ragazzo del genere? Eppure sentivo che c'era qualcosa, un legame che stava nascendo. L'avevo sentito il brivido lungo la schiena, avevo sentito le gambe iniziare a cedere, le mani pizzicare e le guance prender fuoco.

Corsi in camera e scrissi subito alla mia migliore amica per raccontarle ciò che mi stava succedendo.
"Non ti starai mica innamorando"- mi chiese e digitai velocemente una risposta alquanto negativa inviandola subito dopo.
Non sapevo che da quella singola inquadratura sarebbe nato e cresciuto un sentimento, uno di quelli veri che ti fa tremare l'anima.

Tornai in salotto e nuovamente il suo splendido profilo venne inquadrato; menomale che i miei genitori adottivi non stavano prestando attenzione a me, altrimenti mi sarei fatta notare certamente.
Non sono il tipo di ragazza che riesce a tenere le emozioni per sé. Quando c'è qualcosa che mi rende nervosa, come in questo momento, lo rendo visibile diventando dello stesso colore dei pomodori.

È qualcosa di incontrollabile, è più forte di me e neppure cambiando carattere riuscirò a nasconderlo. Riportai miei occhi al televisore e per fortuna il bel attaccante non occupava tutto lo schermo. Quando la partita giunse al termine sospirai leggermente, di certo non l'avrei rivisto, non subito almeno.

Faceva parte del club dei Golden Stars e da sempre, ho provato simpatia per la squadra, in quanto, mio padre biologico fosse un fan accanito. Forse sarei stata più fortunata al ritorno, pensai, ma il fato volle che proprio quel nove maggio lui non venisse convocato. Non lo rividi più. L'unica ancora di "salvezza" furono i social che mi permisero di ammirarlo in tutto il suo splendore.

Il calcio è stato la mia ancora di salvezza quando persi loro, a cinque anni, il loro aereo ebbe una disfunzione al motore e crollò schiantandosi al suolo. I miei genitori erano persone importanti, papà un chirurgo di fama mondiale che aveva salvato innumerevoli vite, mentre la mamma una docente di spagnolo all'Università di Torino.

Venni affidata ad una famiglia che conosceva molto bene la mia e che non poteva avere figli. La signora Rosa mi accolse come se fossi sua, mentre il signor Riccardo all'inizio era scettico nei miei confronti ma poi iniziò a volermi bene. Mi hanno cresciuta e amata, mi hanno mantenuta a scuola, pagato il basket per vari anni fino a quando non ho deciso di abbandonare per dedicarmi realmente a ciò che mi piaceva fare.

Così all'età di nove anni e mezzo ho preso quel numero e ho chiamato la società sportiva di calcio femminile della mia città. Raccontai tutto a mamma Rosa che entusiasta mi accompagnò al primo allenamento.
Quel campo, quel pallone, le divise, tutto mi affascinava e finalmente stavo realizzando uno dei sogni di mio padre biologico.

Mamma, prima di morire mi raccontò quanto papà desiderasse un maschietto per trasmettergli la passione per il calcio e quando avrebbe voluto iscriverlo a calcetto e vederlo segnare; nonostante ciò ero la luce della sua vita e fin da subito iniziò ad inculcarmi i concetti base di quello sport.
A papà non importava fossi una femminuccia, mi vedeva interessata e vogliosa di imparare. Infatti, oggi, nonostante siano passati anni, continuo a giocare a calcio e a tifare per la mia squadra del cuore dedicando comunque il resto delle mie giornate a studiare in vista degli esami universitari.

Nella mia vita non ho mai avuto molti amici, a scuola ero "l'orfana" quella a cui erano morti i genitori che avevano lasciato un'eredità immensa che però non potevo prendere in quanto ancora piccolina. Mamma Rosa ha sempre fatto sì che crescessi in un ambiente tranquillo, lontano dai riflettori e da giornalisti che in continuazione chiedevano della morte dei miei genitori. Dovetti cambiare identità, cambiare città, lasciare tutte le mie cose nella mia Torino per andare a vivere poco più vicino, a Milano.

È qui che vivo da ormai sedici anni. Posso quasi dire di trovarmi a casa ma non è così. Casa mia sarà sempre quella, dove ci sono conservati i primi cinque anni della mia vita e tutti i miei ricordi con mamma e papà. Al compimento del ventitreesimo anno ci tornerò e prenderò possesso dell'eredità da loro lasciata.
Sarebbero molto fieri di me, mi sono diplomata con il massimo, sono capitano di una squadra di calcio e mi vogliono tutti bene.

La nota negativa però è che non mi conoscono come Abby Montenegro, il mio vero nome, ma come April Napoleoni, ovvero il cognome dei miei genitori adottivi e il nome della madre di Rosa.
L'unica che sa della mia vera identità è la mia migliore amica Valentina, sa tutto quanto da sempre.
Ci siamo conosciute all'età di sei anni, al campetto e poi siamo andate alle medie e al liceo insieme. Condividiamo tutto, è la sorella che non ho mai avuto.
Ma torniamo a lui...è da tre anni che non lo vedo più in Tv, solo i social possono aiutarmi a capirci qualcosina e per il momento so solamente che è fidanzato.

Nonostante giochi a calcio come lui, non sono riuscita mai ad avvicinarmi o tanto meno incrociarlo agli allenamenti. Si allena con la prima squadra mentre io ancora faccio parte della primavera. Chissà se mai lo incontrerò, chissà se avrò modo di scambiarci qualche parola ma soprattutto chissà se riuscirò a guardarlo per specchiarmi nelle sue iridi chiare.


🖤S. A.🤍
Rieccomi qui lettori!💙
Finalmente, dopo tantissimo tempo, torno con un nuovo romanzo.❤️‍🔥
Una storia diversa che mi ha permesso di immergermi in un ambiente del tutto nuovo.
Spero vi piaccia e al prossimo aggiornamento 🤞🏼

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