Capitolo 7

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La morte. Quella parola che solo pronunciandola mette i brividi. È un qualcosa di inspiegabile, ti coglie improvvisamente e non ti dà il tempo di capire ciò che sta accadendo. La morte è un attimo, una frazione di secondo che distrugge tutto ciò che l'uomo ha creato, è quella cosa che fa piangere, urlare, porre domande alle quali non sai dare una spiegazione logica.

Fin da sempre l'uomo si è posto domande che riguardassero l'argomento, domande però alle quali è impossibile dare una risposta. Domande del tipo: perché nasco se poi sono destinato a morire? Perché non posso essere felice e vivere in eterno? Perché sono costretto ad abbandonare i miei affetti? Che fine farò dopo la morte?
La mia mente elabora informazioni a rilento, quel dannato giorno di tanti anni fa non sono riuscita a domandare nulla agli assistenti sociali, mi sono lasciata trasportare via come se fossi un pacco postale, mi hanno strappata dalla mia casa e portata in una città a me completamente sconosciuta.

Da un momento all'altro mi sono stati portati via loro, le uniche persone che mi dovevano proteggere e amare, le uniche persone che mi avrebbero dovuta far diventare una donna, le uniche persone che nonostante le critiche, le porte in faccia mi hanno accolta con amore e gioia. Sarà un dolore che in silenzio mi porterò per sempre dentro di me. Porterò i bei ricordi, i momenti passati insieme seppur pochi e le dolci parole che mi sussurravano.
«Tesoro, non hai toccato niente. Starai male durante il viaggio se non metterai qualcosa nello stomaco.» udendo le parole di mamma alzo lo sguardo e poso il cucchiaio che stavo facendo vorticosamente girare all'interno della tazza di latte e prendo un biscotto per mangiarlo.

È da ieri che la mia mente non riesce a non pensare a Daniel ed alle negatività che ci sono state nella mia vita. Sono completamente assente e ciò ho paura che possa influire nel match di oggi.
Il mio cellulare inizia a squillare e lo prendo notando il nome di Valentina sullo schermo.
«Sono giù, ti muovi a scendere?» mi alzo dalla sedia che faccio strisciare senza curarmene e mando un bacio volante ai miei. Mi precipito in camera e prendo il borsone con tutte le cose che mi serviranno. Trovo la mia migliore amica ferma ad aspettarmi nella sua macchina.

«Scusami, ho dormito poco, mi sono alzata tardi e stamane sto dormendo più del solito.» confesso e le mostro le occhiaie ben evidenti che segnano il mio volto stanco. «Cos'è successo stavolta? Cosa ti turba Abby?» mette in moto e parte con direzione campo sportivo. Le racconto dei pensieri che hanno occupato la mia mente e lei annuisce attenta a ciò che dico. Mi fa bene sfogarmi, è l'unica persona che riesce a comprendermi al cento per cento e non mi fa sentire giudicata.
Appena arriviamo scendo e la lascio parcheggiare mentre mi dirigo al pullman che ci
porterà all'aeroporto direzione Lamezia Terme.

Il match di oggi, sia per noi che per i ragazzi è molto importante e richiede concentrazione e impegno. Testa sulle spalle e soprattutto pensiero sulla partita. La prima squadra maschile si gioca il primo posto in classifica mentre noi ci battiamo per il quarto. Possiamo ancora farcela e raggiungere la capolista ma ciò comporta solo tanto sacrificio.
Arrivati nella città calabrese, ci dividiamo e veniamo portati nell'hotel che ospiterà entrambi.
«Siamo insieme in camera, che letto vuoi?»

Non appena varchiamo la soglia della camera, Valentina mi domanda dove desidero sistemarmi per la notte e senza esitare indico il letto posto sotto l'enorme finestra che affaccia sulla strada.
«Ha detto Sam che alle quindici ci vogliono giù.» continua e annuisco aprendo il borsone per prendere degli effetti personali che mi serviranno dopo la partita. Visto l'orario ancora dalla mia parte, decido di uscire per fare un giro e prendere anche una boccata d'aria fresca. Liberare la mente e pensare solo al mio lavoro, non preoccuparmi degli esami imminenti altrimenti rischierei l'infarto conoscendomi.

Mi ritengo abbastanza ansiosa, quando mi impongo di far qualcosa e per qualunque motivazione non riesco a portarla a termine allora non mantengo la calma e inizio a dare di matto. È una cosa che non riesco a fermare, sono un treno che va sempre dritto e non si fermerà mai tranne se non incontrerà un muro di cemento che riuscirà a fermarlo.
«Anche tu hai bisogno di aria?» ancora quella voce mi perseguita. Volto lo sguardo e noto la sua imponente figura sedersi al mio fianco. È da un paio di minuti che sono seduta su questa panchina non molto distante dall'hotel.
«Avevo necessità di pensare.» ammetto e annuisce avvicinandosi un po' di più.

L'odore inebriante del suo profumo arriva fin dentro le mie narici e mi fa girare la testa. Mi piace così tanto che qualsiasi cosa che abbia a che fare con lui mi manda in tilt il cervello.
«Ti ho vista assente ultimamente, sbaglio?» domanda e scuoto la testa confermando le sue parole.
«C'è un pensiero fisso che non mi dà tregua.» mi guarda e avvicina le sue dita alla mia guancia regalandomi una carezza che mi fa indietreggiare e cadere a terra. «April! Ti sei fatta male?» si precipita ad aiutarmi e mi porge la mano che afferro nonostante la mia testa mi preghi di non farlo.
«Tranquillo, sto bene.» mi rialzo ed il mio corpo si incolla al suo.

Non ho scampo, non riesco a staccarmene, sembra come una calamita dove io sono il magnete, sono attratta da lui in una maniera pazzesca. Leggermente sposta una mia ciocca di capelli dietro l'orecchio e riprende la carezza da dove l'aveva interrotta. Lascio che i miei occhi si chiudano non appena sfiora con il pollice le mie labbra.

«Forse è meglio che rientriamo...» appena pronuncia queste parole lo fa con una freddezza tale da farmi raggelare. Le mie iridi chiare incontrano le sue blu e un mix di emozioni arrivano alla mia testa facendomi arrossire di colpo.
«Hai ragione, questa sera giochiamo.» mi allontano dalle sue braccia che ancora non si erano decise a lasciarmi andare e mi volto senza attendere risposta.

Cosa mi succede quando resto sola con Daniel non lo so neppure io, le gambe sembrano cedere ma non lo fanno, le mie braccia vorrebbero stringere il suo corpo tonico e slanciato ma per fortuna anch'esse non accennano a movimenti e la testa inizia a girare vorticosa.
Rientro in hotel e non sento alcun passo alle mie spalle così mi precipito all'interno dell'ascensore e clicco il pulsante che indica il mio piano. Arrivo e Valentina mi guarda cercando di leggere all'interno della mia testa, praticamente come fa sempre.

«Dove sei stata?» domanda sedendosi sul letto; se si aspetta una conversazione lunghissima oppure qualche confessione da parte mia, allora può tranquillamente riprendere ciò che stava facendo dato che non ho intenzione di aprir bocca.
«Sam ci aspetta, andiamo?» le ricordo senza guardarla. La conosco bene, certamente non mi lascerà andar via fino a quando non le avrò raccontato tutto.
«Ti salvi solo perché già è tardissimo. Dopo voglio sapere dove diavolo sei finita.» dà un'ultima occhiata al suo orologio e corre fuori dove, già le nostre compagne stavano attendendo Sam con i borsoni in mano.

«Allora ragazze, andiamo al campo e mi raccomando, pronte e sicure di ciò che fate. Non voglio errori.» ci raccomanda la nostra coach prima di salire sul pulmino che ci avrebbe portato a disputare la partita.
Ciò che desidero questa sera è vincere, tornare a casa con quei tre punti in più che ti permettono di posare la testa sul cuscino e dormire a sogni tranquilli, perché è vero che quando si ama una cosa, la vorresti portare al termine nel migliore dei modi.




🤍S. A.🖤
Buongiorno ☀️ e buona festa della donna a tuttee❤️
Colgo l'occasione per regalarvi un nuovissimo capitolo ma anche per informarvi che molto presto la storia si interromperà per una sorpresa!🥰
Fatemi sapere se vi sta piacendo e se vi va lasciate una stellina🔥🌹
A presto!❤️

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