Capitolo 8

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Soddisfazione.
È la prima parola che mi viene in mente per descrivere il match appena disputato. Sono riuscita, con l'enorme aiuto delle mie compagne di squadra a portare a casa quei punti per noi tanto preziosi, ho segnato e sono orgogliosa della calciatrice e atleta professionista che sono diventata. Per Valentina è andata diversamente, dopo aver giocato i primi trentacinque minuti, è uscita a causa di una brutta distorsione provocata da una centrocampista avversaria ma nonostante tutto è felice per la vittoria.

Per i ragazzi sta proseguendo alquanto male da come il loro coach aveva in serbo per loro. Il primo tempo si è concluso con un pareggio e già i primi minuti del secondo tempo si trovano a perdere contro una squadra che ha tante capacità ma rispetto a loro è meno forte.
In questo preciso istante mi ritrovo ad osservare Daniel che sta correndo a destra e sinistra in cerca di un goal per la sua squadra che sembra essere nel buio più totale. Si ferma, sbuffa, riprende a correre, grida, incita i compagni a fare meglio, insomma tutto ciò che dovrebbe fare il capitano.
È così bello, i capelli biondi lisci che gli ricadono morbidi sugli occhi oscurando quelle magnifiche iridi blu, il sudore che s'incolla alla sua pelle candida e che lo fa sembrare più luminoso sotto il sole splendente.

«Ma è possibile che non riescono a segnare?» una mia compagna di squadra pone la domanda a Sam che sembra non saper rispondere così si limita ad alzare le spalle. Sembrano un'altra squadra, non sono i Golden Stars, si stanno perdendo, stanno perdendo tutta la fiducia che avevano fino a ieri e, così facendo, intimano noi a fare lo stesso.
Il match termina con la sconfitta pesantissima che vede la squadra avversaria portare a casa i tre punti che invece spettavano a noi. Sui volti dei ragazzi si legge una delusione assurda, per non parlare del loro allenatore, testa bassa e rientro negli spogliatoi.

Usciamo dallo stadio anche noi e attendiamo il ritorno della squadra maschile in hotel.
Rientro nella mia camera giusto per prepararmi per la cena e con enorme sorpresa, noto nel mio letto un fascio di fiori e una scatola di cioccolatini. Mi avvicino e un bigliettino molto piccolo spicca nell'immensità del mazzo. Sono fiori particolari, riesco a riconoscerli in quanto mamma Rosa ha una passione per il giardinaggio. Alcuni sono Amaryllis rossi, fiori maestosi dal colore acceso.

Originari dell'Africa, questi fiori hanno un significato stupendo, sono i fiori della timidezza, dell'eleganza; una leggenda narra che per conquistare Alteo, la giovane ninfa Amaryllis voleva portargli in dono ciò che lui desiderava, ovvero un fiore mai esistito. Seguendo così il consiglio dell'Oracolo di Delfi, la fanciulla si presentò le notti successive davanti alla sua porta trafiggendosi il cuore con una freccia dorata.

La trentunesima notte, il bel giovane si accorse che era sbocciato un fiore dalla bellezza disarmante del medesimo colore della giovane. Il secondo gambo che spicca è quello del delphinium, la sua forma ricorda proprio la pinna di un delfino e deriva dall'antica Grecia, causa la somiglianza con una gemma con la testa di un delfino.

«Abby...cosa sono quei fiori?» domanda la mia migliore amica non appena mette piede all'interno della camera.
«Non ne ho idea, sono entrata e stavano poggiati lì» le indico il bordo del mio letto e annuisce.
«Stavo osservando che particolarità e che cura c'è dietro a fiori così diversi. Insomma di solito si regalano le rose o i tulipani, invece sono così belli questi che quasi non mi sembra vero che mi siano stati regalati.» ammetto continuando ad osservarli.

«Già, sono molto belli... ma che fiori sono?» le inizio a raccontare la leggenda dell'Amaryllis e proseguo con quella del delphinium.
In tutto ciò, si siede e resta ad ascoltare le leggende annesse.
«In Grecia, si narra che un giovane per celebrare la sua amata fece una scultura e le donò l'anima facendola così vivere; gli dei però lo trasformarono in un delfino data l'imprudenza. Lui ne era così innamorato che neppure le sue sembianze lo fermarono, ogni notte nuotava fino alla riva per vedere la sua amata ma non si incontrarono mai. Un giorno allora mise in bocca un fiore che emanava una luce azzurra e si avvicinò alla riva mettendo ai piedi il fiore che era simile alla testa del delfino. Tende ad esprimere un amore sincero, un amore a cuore aperto. Infine questo che vedi è un giglio, simboleggia la purezza la nobiltà d'animo.» Concludo accarezzando il petalo di uno dei tanti fiori.

«Stupende cavolo, Rosa ti ha fatta diventare una piccola botanica.» ridacchia e sorrido annuendo.
«Tornando alle cose importanti...chi pensi te li abbia fatti recapitare?» poso il fascio nuovamente sul letto e torno a concentrarmi sul bigliettino.
È rosso e la scrittura non sembra essere riconoscibile, profuma di una fragranza particolare, non è collegata ai fiori, è una fragranza maschile questo è ovvio ma non riesco a capire a chi possa appartenere.

Valentina preleva il biglietto dalle mie mani e lo legge a voce alta.
"Questi fiori sono un piccolo simbolo per farti capire quanto tengo a te, vorrei far parte della tua vita, mostrarti il mio volto ma sono consapevole che è ancora presto... per il momento mi firmerò con S. desidero che tu scopra pian piano la mia identità.
-S"

«Chi diavolo è S?» la mia mente sta cercando di elaborare le parole scritte sul bigliettino ma nessuno che conosco porta il nome con la lettera s.
«Se non lo sai tu amica mia, come vuoi che lo sappia io?» ha ragione, magari qualcuno che è interessato a me e si è fatto avanti e, dato che ho i prosciutti sugli occhi, non me ne sono resa conto; oppure ancora qualche collega universitario a cui piaccio e non ha il coraggio di dichiararsi.

«Mi scoppia la testa, devo scoprire chi è. Insomma per ringraziarlo.» il telefono inizia a squillare e lo prendo rispondendo a Sam che mi domanda che fine abbiamo fatto io e la mia amica. È già ora di cena e tutto questo tempo, per me preziosissimo, l'ho perso a contemplare i fiori e a concentrarmi sul bigliettino ricevuto.
Scendiamo nella hall e inizio ad osservare tutti i possibili "ammiratori".

Mi siedo nel tavolo con la mia squadra e osservo ad uno ad uno i ragazzi. Alla fine mi concentro sugli ultimi tre.
Dylan De Luca. Bel ragazzo certo ma non ha mai manifestato nulla nei miei confronti. Scartato.
Cole Sanchez. Mh, che S sia lui? Scuoto la testa dando una risposta netta al mio subconscio.
Neil Butler. Assolutamente no. Lo escludo a priori e non perché sia un brutto ragazzo anzi, ha un suo fascino, ma perché sembra interessato ad una mia compagna di squadra.

«Scusate il ritardo, ho perso tempo nel fare la doccia.» la sua voce fa irruzione all'interno del ristorante e prima ancora di sedere a tavola con gli altri incrocia il mio sguardo mantenendolo per qualche secondo. Alla fine ha lui la meglio dato che abbasso gli occhi sul piatto di porcellana che sembra più interessante.
«Hai pensato possa essere lui?» Valentina sussurra al mio orecchio riferendosi a Daniel e scuoto la testa. Non può essere lui, ha una fidanzata e non ci siamo mai parlati fino a pochi giorni fa. È arrogante, si vede che non gli sto proprio simpatica ed un gesto del genere non può essere di certo collegato a lui. Non è il tipico ragazzo che s'interessa di fiori o cose del genere, anche perché hanno un significato ben preciso e non mi sembra proprio una cosa da lui.

«No perché non è da lui una cosa del genere.» chiudo il discorso e inizio a sgranocchiare qualcosa.
Devo scoprire al più presto chi c'è dietro quei fiori, ringraziarlo personalmente e mettere un punto a questa storia.


S. A.
Buona domenica lettori!💙Come state? 😘Scusate l'assenza ma purtroppo tra problemi di salute e studio non sono riuscita mai ad aggiornare.🥰
Spero che Quitame vi stia piacendo, se vi va lasciate una stellina e qualche commento.🤍
Buona giornata ❤️

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