Capitolo 13

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"Qualche mese più tardi"

È passato un po' di tempo da quando ho deciso di mollare tutto e dare una svolta alla mia vita. Ho abbandonato Milano e sono tornata nella città che mi ha vista nascere, i miei genitori adottivi mi hanno cercata per giorni, hanno provato a rintracciami ma per una settimana intera ho preferito non sentire nessuno a parte Valentina, con la quale ho scambiato giusto qualche messaggio. Sono ricomparsa io chiamando mamma Rosa che, appena ha sentito la mia voce è scoppiata in lacrime. Pensava fossi scappata chissà dove ma le ho detto solo che avevo bisogno di pensare ed allontanarmi per un po'.

Il biglietto che ho lasciato ad entrambi è stato abbastanza vago, non ho spiegato il reale motivo del mio allontanamento, ho semplicemente riferito loro che avevo bisogno di cambiare aria. Tutt'ora continuo a sentirli, papà è meno apprensivo della mamma infatti si fa sentire di rado ma comunque mostra sempre il suo consenso verso questa mia decisione. Valentina la sento praticamente sempre, un mese fa è persino venuta a trovarmi e mi ha parlato di Daniel, tasto dolente dato che continua a chiamarmi insistentemente. Non sono riuscita a cambiare numero anche se all'inizio era la cosa che pensavo giusta ma poi ho lasciato perdere, è lui ad aver sbagliato, ad aver commesso l'errore, io non ho fatto nulla, sono solo la vittima in tutto questo. Pensavo davvero che uno come lui si potesse innamorare di me, pensavo davvero che facendo parte del suo mondo potessimo costruire qualcosa di bello insieme ma evidentemente mi sbagliavo alla grande. È stata solo una grande delusione, un grande rimpianto, un rammarico che mi porterò dentro per sempre.

Ho abbandonato la facoltà di medicina, all'inizio ero scettica, volevo provare a fare entrambe le cose ma poi ho deciso di dedicarmi a ciò che realmente amo fare e cioè giocare a calcio. Sono stata scelta tra le selezioni di una squadra femminile di Torino e ho messo da parte la divisa dei Golden Stars per far entrare nella mia vita questa nuova squadra. Ho trovato qualche amica, le ragazze del team sono tutte disponibili con me anche se sono entrata a far parte della loro grande famiglia a fine stagione quasi.

Sono stata convocata alla partita che si terrà oggi contro una squadra campana infatti sto sistemando il borsone che uso per le trasferte. Sarà la mia seconda gara con questa squadra, durante la prima ho dimostrato al coach che ho del potenziale e le mie compagne si sono affidate e fidate di me permettendomi addirittura di segnare. Appena termino di preparare tutto, scendo in soggiorno dove aspetto una mia compagna con la quale dovrei incontrarmi per consegnarle un giubbino e per andare insieme al campo dove sicuramente ci aspetteranno le altre.
Suonano al citofono e mi precipito ad aprire senza preoccuparmi di domandare chi sia. Apro la porta convinta di trovare la mia compagna di squadra ma con enorme sorpresa mi ritrovo la mia migliore amica.
«Valee! Che ci fai qui?» domando scettica stringendola in un abbraccio.

«Sapevo della trasferta e volevo farti una sorpresa!» confessa sorridendo. La faccio entrare e lei inizia a raccontarmi tutto riguardo i Golden Stars, i miei genitori, evitando però di aprire l'argomento Daniel, cosa che faccio io invece, dato che è da tanto che non ricevo più le sue chiamate. Mi chiedo se si sia pentito della stupida scommessa che ha fatto, se sia consapevole di avermi fatto del male e se la mia amica ha avuto l'occasione di rivederlo e magari parlarci.
«L'ho visto e sì, ci ho parlato...» tentenna un po' ma ricomincia a parlare subito dopo che incrocia il mio sguardo. «è questo il motivo per il quale sono qui. Oggi giocherai a Napoli ed i Golden Stars saranno lì. Tutta la squadra maschile. Dovevano andarci la prossima settimana ma è stata anticipata a causa di un problema.» mi immobilizzo.

Non posso credere a ciò che ho sentito, oggi forse i nostri sguardi torneranno ad incrociarsi e non sono certamente pronta a tutto ciò. Non voglio assolutamente pensare al fatto che Daniel sarà nella mia stessa città e che in un modo o nell'altro potremmo avere l'occasione di scambiarci due chiacchiere.
«Dì qualcosa, ti prego...» mi supplica la mia amica ma al momento non riesco a spiccicare parola, sono esterrefatta e non riesco
«Non so cosa dirti, speravo di non rivederlo...» mento spudoratamente dato che è l'unica cosa che spero accada da quando i nostri occhi hanno smesso di cercarsi. «E hai pienamente ragione ma Abby prima o poi sarebbe successo, vi sareste incontrati» sarà difficile lo so ma prima o poi mi toccherà affrontare la realtà, affrontare lui e capire perché si è comportato come un bambino.

Il senso di scommettere? Magari si è sentito più forte, magari aveva intenzione di innalzare il suo nome dinanzi ai suoi amici, chi lo sa.
«Andiamo dai, sicuramente mi staranno aspettando» chiudo argomento prendendo le chiavi di casa ed uscendo per dirigermi al campo.
Questa città è così diversa da Milano eppure la sento mia, il sole che inizia a sorgere e riflette sulle vetrate degli appartamenti, il vento che soffia lento e gli uccelli che si fanno sentire augurando il buongiorno. Non penso resterò qui per sempre ma per adesso sto bene, sono felice e voglio scoprire qualcosa in più sulle mie radici, sulla mia famiglia.

Non appena arrivo a Napoli mi precipito nella camera d'hotel che mi è stata assegnata senza aspettare la mia compagna di stanza, la cosa da fare è chiudersi all'interno delle quattro mura che mi proteggeranno prima dell'inizio degli allenamenti.
Non voglio rischiare di incontrare Daniel, né Sam, la mia ex allenatrice, non ho dato a nessuno di loro una spiegazione e mi sentirei terribilmente in colpa se venissero a conoscenza di ciò che è realmente accaduto quel pomeriggio.
Qui dentro non corro alcun rischio, i GS sicuramente saranno in un altro hotel lontano chilometri da questo e la probabilità di incontrare Daniel è solo del 10% dato che Napoli è grandissima e i calciatori non si mettono di certo ad andare in giro come gente qualunque.

Sistemo la roba e bussano alla porta, apro e trovo davanti l'unica persona che non volevo incontrare ovvero Daniel Solina.
«Ciao» sussurra inchiodando gli occhi ai miei. Distolgo lo sguardo senza ricambiare il saluto, mi ha fatto troppo male e credo che ne sia consapevole dato che è venuto fin qui.

«April possiamo parlare per favore?» continua non appena io mi allontano dalla porta.
«Non abbiamo nulla da dirci, se vuoi scusarmi io dovrei andare agli allenamenti quindi puoi uscire che dovrei cambiarmi?» indico l'uscita senza incrociare i suoi occhi magnetici.
«Non fin quando avremmo parlato. Puoi cambiarti tranquillamente ma io da qui non mi muovo.» Detto questo si accomoda nella poltrona di fronte al letto. Emetto una risata isterica dato che adesso la mia pazienza è arrivata al limite ed inizio a non sopportare più questa situazione.
« Daniel davvero, non abbiamo nulla di cui parlare, puoi uscire cavolo?» sbotto e lui scuote la testa sorridendo. Sconfitta mi siedo sul bordo del letto e attendo che inizi a spiccicare qualcosa.
«Posso?» domanda e annuisco.

«Volevo chiederti scusa, si è trattato di una bambinata April, inizialmente volevo scommettere su di te per farti cadere ai miei piedi ma poi ho iniziato a conoscerti e ci sono cascato io invece...» tentenna restando sul vago. «In che senso ci sei cascato scusa? Potresti spiegarti meglio?»
«Ok, all'inizio volevo giocare, volevo scommettere con i miei amici e l'ho fatto. Eri solo un passatempo o meglio, è ciò che pensavo fossi diventata ma poi, quando abbiamo perso quella partita e sei venuta a consolarmi volevo distruggere quella maledetta scommessa solo che era già troppo tardi. Non sarebbe stato possibile perché i miei amici avrebbero riso di me.»

«Che vuoi dire? Perché avrebbero riso di te?» mi fa male la testa con tutti questi giri di parole.
«Lascia perdere, sappi solo che volevo dirti tutto per avere un rapporto stabile e civile, non volevo più continuare con questa farsa.» non so se credergli anche se i suoi occhi cercano di convincermi e vorrei cedere.
«Hai finito?» domando non appena termina di parlare. Sgrana gli occhi incredulo, sicuramente non si aspettava una risposta del genere ma l'orgoglio è così tanto che non ho intenzione di perdonarlo.

«Si, è tutto.» si alza e senza fiatare va via.
Mi sono comportata da vera stronza ma stavolta l'ho giurato a me stessa, non mi farà mai più del male, sarò fredda e conoscerà una nuova versione di Abby.
La versione che devo sforzare a far uscire, la versione più brutta e antipatica di me.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 26, 2023 ⏰

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