Capitolo 5

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Stamattina mi sono svegliata con la luna storta, non riuscivo a capire perché quella stessa notte avevo aperto, o meglio, sbarrato gli occhi osservando il mobile di fronte al mio letto completamente buio a causa dell'oscurità. Ho sognato i miei genitori, ricordo poco e niente di loro ma la loro voce echeggiava nella stanza che era impressa nei miei sogni. Mi dissero qualcosa, qualcosa però a me impercettibile.

Riuscivo solo a vedere le labbra di mio padre muoversi all'unisono con quelle di mamma, le parole sembravano sconnesse, prive di significato; ciò che ricordo sono le loro figure, papà indossava un completo blu, il classico completo blu, quello che utilizzava per andare al lavoro, lo stesso che chiedeva sempre a mia madre prima di iniziare a prepararsi. Mamma aveva un jeans attillato ed una camicetta con i volàis bianchi, eppure è strano. Lei non li indossava quasi mai, non amava i pantaloni, preferiva sempre vestitini comodi con orrende fantasie floreali. Sorrido al pensiero, erano davvero inguardabili ma era pur sempre molto graziosa quando li indossava.

Papà la guardava con ammirazione, amore e con un pizzico di nostalgia credo, si nostalgia perché avrebbe voluto godersi mia madre più a lungo prima di avere me, invece è successo tutto così all'improvviso. Dovettero sposarsi e trasferirsi lontano da tutti, dai miei nonni che non ho mai potuto conoscere, non so se ho zii, se ho magari qualche cugino della mia età, non so nulla della famiglia Montenegro, mi resta solo il cognome che, tra l'altro, non posso neppure utilizzare.

«Abby, tutto apposto?» Valentina mi richiama e torno nel mondo dei vivi lasciando a più tardi i pensieri che stavano oscurando tutto il resto.
«Sam ha detto che domani partiamo per una trasferta. Ci saranno anche i ragazzi, devono giocare a Cosenza mentre noi con il Crotone. Hai ascoltato ciò che ci ha raccomandato vero?» continua e mi ricordo di trovarmi in mezzo alle mie compagne, nel campo, pronta per iniziare l'allenamento.

Annuisco anche se in realtà stavo facendo altri pensieri e una volta che Sam termina il suo discorso inizio a correre per riscaldarmi un po'.
Oggi è una giornata abbastanza fredda, il termometro gigante posto nella hall segna addirittura -1° e per fortuna questa mattina mia madre mi ha proposto di indossare i guanti, altrimenti avrei avuto le mani viola a causa del gelo.

«A cosa stai pensando?» mi affianca Valentina mentre continuiamo a correre.
«A nulla, sai che ogni tanto mi perdo nelle stupidità. In ogni caso niente di serio tranquilla.» le sorrido con lo sguardo dato che un enorme scalda collo ricopre per metà il mio viso. Una volta terminato l'allenamento rientro negli spogliatoi mentre la mia migliore amica mi corre dietro.

«Che succede Vale?» le domando vedendola con il fiatone. Certe volte mi spaventa, prima si comporta in un modo, poi totalmente l'opposto, mi farà morire.
«Hai sentito di cosa parlava Haley?» scuoto la testa ripiegando una tovaglia per inserirla nel borsone.

Credo proprio che farò la doccia a casa, qui rischio solo di perder tempo. Voglio tornare presto e dedicarmi alla musica, suonare un po' e poi mettere la testa sui libri.
«Daniel darà una festa stasera. Ha invitato tutte noi ragazze nella sua villa. Vuole festeggiare prima della trasferta. Andiamoci Abby! Sarà un'occasione imperdibile, quando ci ricapita più altrimenti?» sbarro gli occhi e la guardo non seguendo il suo discorso dato che già la mia mente è volata all'attaccante.

Se dovessi andarci potrei dirgli ciò che provo per lui, confessargli i miei sentimenti... ma no, ha una compagna, meglio non rischiare.
Scuoto la testa e annuisco alle parole di Valentina facendole capire che ci andremo. Sinceramente sono combattuta. Una parte di me vorrebbe andarci, vorrebbe vedere quegli occhi ghiaccio di cui sono innamorata da anni; l'altra parte invece, quella più razionale, mi intima di restare a casa e dedicarmi alle mie cose, di non pensare a Daniel, di lasciarlo andare dato che è felicemente fidanzato.

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