Carina/Maya

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Fandom: Station 19
Richiesta: /No
Trama: La reazione di Maya e Carina alla vista di un succhiotto sul collo della loro "bambina". 
Parzialmente ispirato ad una OS che ho letto su AO3
Le parole in corsivo sarebbero quelle che Carina "pronuncia" in italiano

Birds, bees and bites

Alzò la testa per poter guardare nello specchietto retrovisore della macchina. Roteò il collo prima a destra e poi a sinistra, rendendosi conto che il fondotinta utilizzato era abbastanza evidente. Non era mai stata brava con i trucchi e aveva comprato una tonalità più scura rispetto alla propria pelle; era perciò possibile rendersi conto che qualcosa non andava, soprattutto quando entrambi i suoi genitori svolgevano lavori dove l'osservazione poteva rivelare di più su una persona piuttosto che parlarci. Allora, Rebecca decise di coprire ulteriormente il danno con i capelli, sperando che la loro ombra rendesse meno evidente la differente tonalità. 
Infine, prendendo coraggio, uscì dall'auto pronta per entrare in casa. In un primo momento, ebbe l'impressione di essere completamente da sola, perciò si permise il lusso di tirare un sospiro di sollievo e si preparò a correre nella propria camera, decisa ad indossare una maglia a collo lungo utilizzando il freddo come spiegazione. Fortunatamente, era ancora pieno inverno. Poi, mentre passava lungo il corridoio, sentì il rumore della doccia e seppe che non era così da sola.

<<Sono a casa>>, esclamò, bussando leggermente sulla porta del bagno.

<<Ciao, tesoro>>, le rispose sua madre. Maya. No, non Maya. Maya sapeva essere difficile, soprattutto perché ai suoi occhi Rebecca continuava ad essere la piccoletta che avevano adottato anni addietro lei e Carina. 

<<Vado a cambiarmi, okay? Fuori fa freddo e io non ero definitivamente vestita in modo appropriato>>, disse, sforzando una piccola battuta affinché la donna non dubitasse.

<<Certo. Se vuoi fare una doccia, io ho quasi finito>>, l'avvertì lei, lasciandole comprendere dal tono di voce che stava definitivamente sorridendo.

<<No, non preoccuparti>>, rispose, correndo poi verso la sua camera. L'aveva scampata. Più o meno.

Il problema, infatti, sorse il mattino dopo. Rebecca affrontava la sua prima relazione, ancora non aveva imparato i trucchi che gli adolescenti perfezionano col tempo. Dunque, a causa dell'aria condizionata che Carina doveva aver acceso appena tornata a casa, Becca si tolse la maglia a causa del caldo e si recò a fare colazione con indosso una semplice canotta bianca e il pantalone di una tuta che utilizzava come pigiama dato che non le piaceva più il colore. In un primo momento, appena entrata in cucina, ci fu completo silenzio. Maya era intenta a bere il caffè dalla sua grande tazza bianca; quella che Rebecca le aveva regalato il giorno del suo compleanno con i soldi che aveva guadagnato occupandosi delle piante di una loro vicina di casa. Le era piaciuta per la scritta "Miglior Mamma del Mondo" e anche se, nel presente, la trovava banale, a Maya sembrava ancora piacere come il primo giorno.
Carina, d'altro canto, leggeva qualcosa sul proprio tablet. Dal modo in cui corrugava la fronte, si trattava definitivamente di una questione di lavoro.

<<'Giorno>>, mormorò Becca con la voce ancora roca a causa del sonno.

<<Buongiorno, dolcezza>>, disse Carina, alzando lo sguardo per sorriderle. Rebecca adorava parlare in italiano con lei. All'inizio, si era sentita un'estranea con quelle due donne, perciò quando la dottoressa le aveva proposto di imparare qualche parolaccia in italiano, quella era diventata una piccola attività che condividevano insieme. In secondo momento, si era unita anche Maya che- a detta di sua moglie- aveva ancora bisogno di un paio di lezioni per non perdere la pratica. Così, un qualcosa che qualcuno avrebbe potuto definire "noioso", era diventato importantissimo per tutte e tre ed aveva dato loro modo di creare un legame.

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