Catradora

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Fandom: She-Ra and the princess of power
Richiesta: /No
Trama: La os che nessuno ha chiesto sull'influenza perché io personalmente sto male e perciò se soffro io, soffriranno anche i miei personaggi.

Burning hot

Se ci pensavo meglio, forse non era stato così intelligente da parte mia indossare maglie a maniche corte e scollate quando faceva ancora troppo freddo. Catra mi aveva ripreso in diverse occasioni, dicendomi che mi sarei ammalata ma io avevo preferito non ascoltare, perché ero convinta che le mie difese immunitarie avrebbero fatto un ottimo lavoro nel proteggermi.

Dunque, ecco come quella mattina mi trovavo stesa sul mio letto, con un martello pneumatico che sembrava battermi in testa e il corpo surriscaldato. La febbre non era poi così pessima, in fin dei conti, tuttavia mi toccava alzarmi per poter mangiare qualcosa prima di prendere a medicina. Iniziò così l'impresa di andare in cucina e cercare qualcosa da mangiare. Di nuovo, se avessi ascoltato Catra e avessi fatto la spesa, forse non mi sarei trovata con un frigo mezzo vuoto. Di fatti, ad attendermi c'erano solo delle barrette proteiche, un succo di frutta scaduto da un paio di settimane, uova, alcuni condimenti e una bottiglia d'acqua mezza vuota. Nel cassetto invece, c'erano solo riso e una scatola di cereali. Avrei dovuto dare ascolto alla mia ragazza, okay, lo ammettevo senza timori. Ma non potevo uscire per andare a fare la spesa, né tantomeno avrei telefonato a Catra per chiederle di portare qualcosa al suo ritorno. Dunque, alla fine decisi che con quel poco che avevo, potevo benissimo inventarmi qualcosa e perciò mi misi all'opera.
Avevo del riso, avevo delle uova e mi sarei potuta inventare qualcosa con entrambe le pietanze. Prima mi occupai del riso, rispettando i tempi di cottura fino a che non fu pronto. In secondo momento, preparai le uova tagliandole in piccoli pezzetti da inserire nella ciotola di riso. A quel punto, per rendere tutto più saporito, decisi di aggiungerci un po' di salsa di soia. Allora scoprii che forse la febbre mi aveva giocato un brutto scherzo, infatti non riuscivo ad aprire la bottiglia. Non importava quanto mi impegnassi, il tappo proprio non voleva saperne di venire via. In numerose occasioni Catra mi aveva detto che avrei dovuto cambiare marca di bottiglia, poiché evidentemente c'era qualcosa che non andava nei loro tappi, però fino a quel momento ero sempre riuscita ad aprirla e per l'ennesima volta...avrei dovuto darle ascolto. In quel momento, comunque, sapevo solo che non avevo intenzione di lasciarmi sconfiggere da una maledetta bottiglia di salsa di soia. C'era solo una cosa da fare. Dopo un po' di ricerca, legai i miei capelli, indossai una maglia e un paio di pantaloni a cui avrei volentieri rinunciato, misi i guanti da forno e per sicurezza indossai un cappello. Per proteggere i capelli. A quel punto, ountai le dita contro la bottiglia.

<<A noi due>>.

Catra's pov

C'era troppo silenzio in casa. Vivere con Adora era come vivere con un cucciolo di cane, dunque dovevi preoccuparti quando non sentivi alcun tipo di rumore. Infatti, entrai in cucina e la trovai intenta sbattere con violenza una bottiglia di salsa di soia contro il bancone. La bottiglia terminò per rompersi in mille pezzi, ovviamente, dunque sia dei cocci di vetro che il liquido scuro volarono sul pavimento, sul bancone e sui i vestiti della ragazza.

<<Adora, ma che cazzo?>>, borbotta. Lei si girò verso di me, perciò vidi il suo volto sporco ma arrossato, gli occhi lucidi e il naso gonfio.

<<Ho aperto la bottiglia>>, esclamò con orgoglio. Era in preda ai deliri per la febbre. Doveva essere in preda ai deliri della febbre, altrimenti avrei dovuto portarla a visitare.

Sospirai, perciò l'aiutai per prima cosa ad uscire dalla cucina per evitare che si facesse male. L'aiutai, poi, a cambiare i vestiti che indossava e la misi a letto. Tornai in cucina, pulii il casino che aveva combinato e con la spesa che avevo fatto le preparai una zuppa di pollo per aiutarla a stare meglio. Quando tornai in camera, la trovai mezza addormentata.

<<Hey, ti ho portato la zuppa>>, sussurrai, poggiando delicatamente la mano sulla sua spalla per svegliarla. Si mise a sedere, perciò prese a mangiare con calma.

<<Ti ho portato anche la medicina>>, aggiunsi, indicando il bicchiere poggiato sul comodino.

<<Mi aiuterà con il mal di testa?>>, domandò, piegando la testa di lato.

<<Sì, certo>>, sussurrai, sporgendomi in avanti per lasciarle un bacio sulla fronte bollente.

<<Comunque, mi dispiace per i guai che ho causato. Non pensavo chiaramente>>, ammise, mordendosi il labbro inferiore.

<<Be', diciamo che per farti perdonare, ti toccherà fare le pulizie per un mese intero>>, la presi in giro.

Si addormentò subito dopo aver preso la medicina, perciò decisi di rimanere con lei per farle compagnia. Accarezzavo i suoi capelli e controllavo la sua temperatura con la mano di tanto in tanto, assicurandomi che non aumentasse e stesse anche peggio. La svegliai quando ebbi la sensazione che aveva riposato anche troppo, dunque mi disse che si sentiva molto meglio. Portai il mio computer in camera per lavorare, mentre lei guardava la televisione e si teneva occupata con qualche programma trash. La sua testa posava sulla mia spalla e quando leggeva qualcosa di curioso sullo schermo del computer, mi faceva delle domande affinché le potessi spiegare di cosa stavamo parlando.

Nei giorni a seguire, la sua salute prese a migliorare dunque ritornai a lavorare di persona in ufficio, dato che mi aveva promesso che non avrebbe più provato a distruggere la cucina o la casa. Peccato che dopo due giorni di lavoro in ufficio, fui io a tornare a casa una sera sentendomi poco bene e scoprendo di avere la febbre. Avevo passato troppo tempo con lei, dormendo nel suo letto per assicurarmi che non facesse stupidaggini piuttosto che tenere le distanze come avrei dovuto fare. La cosa peggiore fu che Adora si sentì in colpa e decise di passare il suo tempo da me, aiutandomi come meglio poteva. Diciamo che guarii in fretta più per disperazione che perché si prendeva cura di me.

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