Brittany Pierce/Reader

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Fandom: Glee
Richiesta: /No
Trama: Il passaggio da amicizia ad amore.

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From friends to lovers

L'avevo amata forse dal primo momento. L'istante in cui avevo posato i miei occhi su di lei, mentre due cheerleader la lanciavano in aria e lei si muoveva con leggerezza per poi atterrare come una sorta di super eroina. Ma ero convinta di non avere un'opportunità con Brittany, perciò mi ero accontentata di una semplice amicizia. Convinta di non poter avere di più. Sbagliandomi, però.

Il silenzio tra di noi divenne insopportabile, quasi doloroso. Sospirai, posando lo sguardo sul mio piatto ancora mezzo pieno.

<<Perché è così imbarazzante?>>, domandai. <<Non è la prima volta che veniamo qui>>, aggiunsi. Brittany ridacchiò.

<<Forse perché è il nostro primo appuntamento? E non abbiamo altre persone intorno, tipo Kurt e Blaine, che rendono la cosa meno ufficiale>>. Risi, contenta che avesse deciso di alleggerire la situazione.

<<Forse dovremmo fare quello che fanno loro due>>, commentò.

<<Pomiciare nel bel mezzo del ristorante?>>, domandai, inarcando un sopracciglio.

<<No, idiota!>>, esclamò, lanciandomi contro un pezzo di pane. <<Intendo, rilassarci, parlare del più e del meno. Lasciare che sia tutto più naturale>>. La guardai per un istante, poi, incapace di contenermi, le dissi:

<<Non voglio perdere la naturalezza che caratterizzava le nostre conversazioni. Insomma, sono sempre io e sei sempre tu. Ma sembra tutto così diverso>>, ammisi.

<<E non accadrà. Insomma, credo sia normale che una relazione cominci con un po' di disagio>>. Non riuscì a nascondere una risata.

<<Adesso è una relazione>>, la stuzzicai.

<<Be', certo. Cioè, insomma, se ti va. Solo che, abbiamo scoperto entrambe da poco di piacerci, perciò poi mi hai offerto di venire qui come appuntamento ed io ho dato per scontato che...>>, <<Ti sto prendendo in giro. Sarei molto felice di iniziare una storia con te>>, la interruppi, poggiando la mano sulla sua e mostrandole un piccolo sorriso per provare a tranquillizzarla.

<<Vuoi anche che lo sappiano tutti?>>, domandò.

<<Certo. Sarei un'idiota se non mi vantassi di frequentare la donna più bella del mondo>>, ammisi. I suoi occhi si riempirono di allegria.

<<Bugia. Sono io a frequentare la donna più bella del mondo>>, commentò, facendomi arrossire. Aprii la bocca per rispondere al suo commento, ma una terza voce ci interruppe.

<<Che coincidenza trovarvi qui>>, esclamò Rachel, poggiando le mani sul tavolo.

<<Tutti sapevano che eravamo qui>>, sussurrai a voce bassa. Perché Brittany aveva parlato con Santana. Santana con Quinn. Quinn con Puck. Puck con Sam. Sam con Mercedes. Mercedes con Tina. Tina con Kurt. Kurt con Blaine e da qualche parte in questa catena, lo aveva scoperto anche Rachel.

<<Mi chiedevo se potevamo parlare di...>>, <<No. Sono con la mia ragazza, voglio concentrarmi sulla mia ragazza e non voglio che le tue ossessioni ci rovinino l'appuntamento. Ciao, Rachel>>, disse Brittany, indicando la porta del ristorante con un cenno della mano. Rachel sbuffò, ma comunque decise di allontanarsi ed allora posai i miei occhi sul volto corrugato di Brittany.

<<Wow, questo è stato sexy>>, mormorai con un piccolo ghigno.

<<Così sexy che possiamo tornare in macchina?>>, domandò. Solitamente non stava mai al gioco, poiché arrossiva e si lasciava prendere dal panico. In quel momento però, sembrava essere più sicura di sé e perciò mi ritrovai a sorridere.

<<Andiamo>>, mormorai, pagando per la cena e uscendo insieme a lei dal ristorante. Come ogni coppia di ragazzini che si rispettava, ci recammo nel parcheggio vuoto di un mini Market. Non molto lontano da noi, c'era l'auto di qualcun altro tuttavia nessuna delle due avrebbe due importanza alla cosa.

<<Quindi...le cose saranno ufficiali d'ora in poi>>, dissi, passando le mani sui jeans.

<<Ci siamo già baciate in passato>>, mi tranquillizzò.

<<Sì, lo so, ma questa sarebbe la prima volta...sto parlando troppo>>, mormorai. Lei annuì, poi portò la mano dietro al mio capo e mi baciò con decisione. Alcuni istanti dopo, si allontanò per togliere la cintura, dunque io feci lo stesso e sistemai il sediolino per permetterle di salire sulle mie gambe. Riprendemmo a baciarci, trovando scomoda la posizione ma troppo desiderose di scoprire una il corpo dell'altra sotto quella nuova luce. Quando l'altra auto ci passò accanto, probabilmente perché i piccioncini all'interno avevano finito, ci allontanano. Brittany posò la sua fronte contro la mia, accarezzandomi le spalle. Io mi presi il mio tempo per accarezzare le sue gambe, assicurandomi sempre che non fosse a disagio.

<<È stato stupendo>>, sussurrò.

<<Eh...era okay>>, la presi in giro.

<<Disse colei che sta ancora provando a far scivolare la mano sotto la mia gonna>>, mi riprese scherzosamente. Risi, portando poi lo sguardo verso l'orologio dell'auto.

<<Merda! Coprifuoco>>, esclamai, sapendo benissimo che mancavano pochi minuti prima che mia madre o la sua avessero iniziato a telefonare poiché era tardi. Anche troppo.

Ci sistemammo in fretta e furia, perciò poi mi affrettai a portarla a casa. Scese dalla macchina, soltanto per tornare indietro una volta giunta a metà vialetto. Dalla luce accesa in cucina, sapevo che sua madre era intenta a guardare tutto con estrema attenzione ben nascosta dalle tende. Entrò di nuovo in macchina, abbassandosi come se stesse cercando qualcosa.

<<Hai dimenticato qualcosa?>>, domandai, sporgendomi in avanti per poterla aiutare a trovare l'ipotetico oggetto perduto. Brittany, in tutta risposta, si voltò verso di me per far incrociare le nostre labbra. Risi.

<<Mia madre ci sta guardando, ma non potevo andare via senza salutarti in maniera decente>>, ammise con un sorriso imbarazzato in volto. Trovai tenero il fatto che provasse ancora imbarazzo, dato che eravamo giunte in seconda base pochi minuti prima.

<<Amo i baci rubati>>, dissi, facendole un occhiolino. Scoppiò a ridere, poi uscì dalla macchina e la osservai entrare in casa. Misi in moto l'auto quando mi assicurai che avesse chiuso la porta, poi scoprendo di aver fatto tardi, accelerai. Con il cuore che batteva a mille, sia per la paura sia per la felicità, giunsi alla conclusione che quel lunedì sarei entrata in classe mano nella mano con la mia ragazza. Certo, questo se mia madre non mi ammazzava per non aver rispettato il coprifuoco.

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