Selina Kyle/Reader

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Fandom: DC
Richiesta: /No
Trama: "Prenderò la cosa più preziosa che hai". Era la prima volta che Catwoman inviava un biglietto a Bruce per mostrare le sue intenzioni. Peccato che anche a carte scoperte, nessuno avrebbe immaginato quello che sarebbe accaduto.

The bat, the cat and the mouse.

<<Sei ridotto abbastanza male>>, commentai, passando dell'alcol sulla ferita allo stomaco di Bruce. Mio fratello digrignò i denti, drizzando la schiena come se desiderasse allontanarsi dal bruciore. 

<<Ammetto che non ho mai incontrato qualcuno che mi tiene testa come fa lei>>, borbottò.

<<Attento, altrimenti mi convincerò che ti piace>>, lo presi in giro, voltandomi per poter prendere una garza da avvolgere intorno al suo addome. 

<<No, ovvio che non mi piace. Mi prende in giro>>, disse, porgendomi un pezzetto di carta. Lessi la calligrafia ordinata: "prenderò la cosa più preziosa che hai", diceva il biglietto. A quel punto, non potetti evitare di scoppiare a ridere perché era evidente che si stava prendendo gioco di lui. Sapeva che lui avrebbe reagito in quel modo. 

<<Certo che ti prende in giro. E' facilissimo infastidirti. La cosa più preziosa che hai è il tuo ego e quello non potrà mai portartelo via>>, commentai, alzando le spalle.

<<No, ma seriamente...pensavo di annullare il Gala. So che è per una buona causa, ma ho paura che possa attaccare proprio stasera>>, disse, mettendosi in piedi per poter indossare la sua maglia. 

<<Perché dovresti? Lei ce l'ha con Batman, non con te>>.

<<Ma è strano che me lo abbia dato proprio ora. Insomma, perché lasciarmi un biglietto in questo momento? Ha avuto tante altre opportunità e proprio stasera ci sarà una festa alla villa e le mie porte saranno aperte a tutti>>, disse con decisione.

<<Bruce, sei solo paranoico. Se sapesse chi sei, ti avrebbe già ucciso>>, gli feci notare. Da quando aveva deciso di indossare il mantello, io avevo preso le distanze. Dunque, me ne ero andata per un paio di anni e al mio ritorno, non ero nient'altro se non una semplice segretaria all'interno della sua azienda. Diceva che era l'unico modo che aveva per tenermi al sicuro, anche se avevo seguito un corso per la difesa personale. 

<<Forse hai ragione. Ma ti chiederei di essere molto prudente, stasera. Ti prego>>, sussurrò, lasciandomi un bacio contro la tempia. 

***

Ritornai a casa con una sconosciuta quella sera. Avevamo passato metà della serata a parlare, dunque avevo scoperto che era estremamente sexy, sapeva flirtare come poche persone che avevo conosciuto e quando terminammo a casa mia, ebbi la sensazione di averla portata esattamente dove voleva essere.

<<Bell'appartamento>>, sussurrò Selina, anche se aveva il volto nascosto contro il mio collo. 

<<Selina>>, sussurrai, stringendo la sua maglia tra le mani. Mi premette contro il divano, mordendo la mia pelle per poter lasciare dei segni. Prese, allora, a sbottonarmi la camicia, posando le labbra contro il mio petto, per scendere poi verso il mio stomaco. A quel punto, abbassò la mia gonna. 

<<Posso toglierla?>>, chiese, con gli occhi che brillavano di eccitazione. Annuii, aiutandola a spogliarmi. Pochi istanti dopo, mi concesse di fare lo stesso per pareggiare i conti tra di noi. Mi presi il mio tempo per guardare il suo corpo, chiedendomi come fosse possibile che un essere umano fosse così bello, così privo di imperfezioni...

<<Ti piace quello che vedi?>>, chiese, stuzzicandomi con un piccolo sorriso.

<<Sei bellissima>>, sussurrai, in risposta, anche se la sua domanda era mirata a prendermi in giro e farmi arrossire.

<<Con me, i complimenti ti porteranno molto lontano>>, rispose con un ghigno divertito.

<Buon a sapersi>>, mormorai, solo per aprirmi in un gemito a pieno polmoni perché passò le dita contro il mio clitoride. Portai le dita tra i suoi capelli, cercando un appiglio. Trattenne il fiato, dunque i nostri occhi si incontrarono e passai la punta delle unghie contro il suo cuoio capelluto, ottenendo in risposta un piccolo mugolio soddisfatto. Basso e rauco, proveniente dal profondo del suo petto come se avessi trovato il punto sensibile di un gattino. Come se l'avessi appena sfidata apertamente, il suo dito premette con più violenza contro il mio clitoride. 

<<Ti piace, bellissima?>>, chiese. Avrei risposto, avrei risposto eccome se non avesse deciso di avvolgere la bocca intorno alla mia natura per succhiare con decisione. Vidi le stelle e mi fu impossibile rispondere. Prima di potermene rendere conto, iniziai a muovere furiosamente i fianchi contro il suo volto, incontrando le sue spinte di nuovo e di nuovo e di nuovo. Proprio quando sentii di essere sul punto di venire, Selina si fermò. Emisi un verso strozzato, cercando disperatamente di trovare un minimo di frazione per poter giungere comunque al mio orgasmo.

<<No, no, no, no, ti prego no>>, mormorai in maniera frenetica, provando a stringere le mani tra i suoi capelli. Lei mi fermò, bloccando i miei polsi ai lati dei fianchi.

<<Mi dispiace. Non dirmi che ti ho fermata al momento sbagliato?>>, mi stuzzicò, allungando la mano per poter stringere tra pollice ed indice il mio capezzolo.

<<Di' "per favore">>, ordinò, mordendosi il labbro inferiore.

<<Per favore. Ti prego, ti prego, ti prego>>. Aprì le mie gambe, posizionandosi di nuovo tra di esse per poter ritornare a darmi piacere con la bocca. Mi penetrò con la lingua, portando il pollice a stuzzicare il mio clitoride. In pochi secondi mi riportò verso il culmine del piacere, dunque mi resi conto che mi stava guardando dritto negli occhi, come a voler cogliere ogni mia minima reazione.

<<Sì, bellissima. Vieni per me>>, ordinò con dolcezza. Non potetti disobbedire, dunque venni urlando il suo nome. Fu così intenso che mi ritrovai a chiudere gli occhi, soltanto per potermi addormentare quasi subito.

Il mattino dopo, della donna non c'era traccia ed io avevo forse bevuto più del necessario per poter ricordare il suo nome. Sapevo solo che era stata stesa al mio fianco, premuta sopra di me e mi aveva dato piacere, lasciando dei segni lungo il mio corpo come prova. Ma come fosse il suo volto o quale nome avessi urlato per metà della serata, quello non sembravo ricordarmelo. Appena uscii dalla doccia, emisi un grido terrorizzato quando trovai Bruce intento a guardarsi intorno con preoccupazione.

<<Che diavolo...>>, borbottai, portandomi la mano contro il petto.

<<Stai bene>>, disse, venendo verso di me per potermi stringere in un abbraccio protettivo.

<<Mi ha mandato la foto. Era nel tuo appartamento. Ho temuto ti avesse fatto del male>>, disse, stringendomi con più forza.

<<Di cosa stai parlando?>>, domandai con confusione.

<<Catwoman. Mi ha mandato un messaggio, sul mio numero personale, per mostrarmi che era a casa tua. Sa tutto. Sa chi sono, sa chi sei e sai dove abiti. Vieni via con me, adesso>>, disse con decisione, portandomi le mani sulle spalle come ad assicurarsi che non fossi ferita. A quel punto, notò i segni di morsi lasciati sul mio collo e sul mio petto e prese a boccheggiare con confusione.

<<Ehm...c'è qualcuno?>>, chiese, lanciando un'occhiata verso la porta del bagno.

<<No, ma ho passato la serata con una donna. Perciò, non saprei dirti quando sia entrata...>>, mi fermai e i nostri occhi si incontrarono. Giungemmo alla stessa conclusione nello stesso momento.

<<No>>, esclamai, portandomi la mano contro il collo per poter sentire i succhiotti.

<<Cazzo>>, sbottò Bruce, prendendo il telefono. Chiamò qualcuno, dicendo di controllare le telecamere del palazzo. 

<<Vieni con me. Mi dirai tutto quello che ricordi ed io prenderò quella maledetta>>, borbottò, guardando fuori dalla finestra. Una piccola parte del mio cuore sembrò rifiutarsi di accettare di aiutarlo. Non poteva essere poi così male, no? Forse, avrebbero persino potuto imparare a collaborare un giorno.

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