Uma/Reader

250 21 2
                                    

Fandom: Descendants
Richiesta: /No
Trama: "Reader è figlia di Malefica"+ una soulmate!Au che nessuno ha chiesto.

Marks

La prima volta che apparve quel segno sulla mia pelle, ero convinta che fosse un livido; un ricordo dall'ultima lezione impartita da mia madre per non aver eseguito i suoi ordini come desiderava. Ma il rossore e il gonfiore non sparirono fino ad alcuni giorni dopo, perciò mi convinsi che era una cicatrice, una buffissima cicatrice che sembrava formare una lettera. Una "U" ad essere precisi. Bruciava ogni volta che provava a coprirlo, però preferivo il bruciore piuttosto che le domande di Mal e perciò, ogni giorno stringevo i denti e fingevo che andasse tutto bene. Certe volte era persino sopportabile, soprattutto quando mia sorelle e il suo gruppo mi portavano nelle vicinanze del molo per infastidire i pirati. Un giorno, uno scontro con Harry Uncino portò tutti i pirati a venire fuori per difenderlo ed iniziò uno scontro. Riconobbi il figlio di Capitan Uncino, abile con la spada e con l'uncino. Gil, il figlio di Gaston perché era identico a lui in tutto e per tutto, persino nel modo agile di muoversi. Lontano dal mio campo visivo, Mal era intenta a stuzzicare una ragazza, tuttavia ero troppo impegnata ad ignorare il bruciore alla spalla e concentrarmi sullo scontro per poter tenerla d'occhio. Mia sorella sapeva occuparsi di se stessa. Quando i pirati si ritirarono, ci preparammo a tornare indietro e leccarci le ferite, tuttavia una strana sensazione mi spinse ad allontanarmi da loro, come se la mia mente cercasse in tutti i modi di ricordarmi che stavo dimenticando qualcosa di importante e non potevo allontanarmi da quel luogo senza averlo preso. 

<<Merda>>, borbottò una voce da un vicoletto buio; il tono di voce chiaramente dolorante e preoccupato. Mi avvicinai alla ragazza, notando il modo in cui stringeva lo stomaco sanguinante. Appena i suoi occhi si posarono nei miei, balzò sull'attenti nonostante il dolore e mi puntò contro la sua spada, indietreggiando lentamente.

<<Appartieni a Mal>>, affermò, guardando il modo in cui vestivo. Tutti nel gruppo indossavano qualcosa di viola, chiaro segno che stavamo con lei. Anche se sapevo che odiava mia sorella, ci fu qualcosa di più intenso nel suono di quelle parole; come se odiasse il pensiero che facessi parte del gruppo di Mal; come se invece mi volesse al suo fianco.

<<Sono sua sorella>>, ammisi e una minima parte di quell'emozione svanì dai suoi occhi. <<E tu? Hai un nome?>>, chiesi con curiosità, alzando le mani per mostrarle che non ero una minaccia per lei. Il bruciore alla spalla si era stranamente calmato e qualcosa nella mia testa mi diceva che finché fossi rimasta al suo fianco, ovviamente senza ferirla, non avrei più avvertito quel maledetto dolore.

<<Uma>>, mormorò. Il suono di quel nome sembrò curare tutte le mie ferite, perciò mi affrettai a ripeterlo nella mia mente di nuovo e di nuovo come se potesse aiutarmi a trovare una soluzione a tutti i miei problemi. Mi avvicinai a lei, porgendole una piccola boccetta con all'interno un liquido blu. Blu come i suoi capelli, la sua maglia e che sbucava da alcuni punti del cappello da pirata che indossava.

<<L'ho rubata dall'ultima nave che è arrivata. La conservavo per me, ma tu ne hai più bisogno adesso>>, sussurrai, provando a rispondere alla silenziosa domanda che mi porgeva la sua espressione confusa.

<<Perché?>>, domandò con curiosità, accettando con mani tremolanti la boccetta. Attesi che togliesse il tappo, poi seguii il movimento della sua mano che la portò verso le labbra per poter bere subito dopo. Dal modo in cui chiuse gli occhi, immaginai che o avesse un ottimo sapore (perché ovviamente anche la medicina aveva un buon sapore ad Auradon) o il suo effetto fosse immediato, dunque stava già provando sollievo per il suo dolore.

<<Sembra la cosa giusta da fare>>, mormorai, dandole l'impressione che mi stavo allontanando. Invece, rimasi nell'ombra, in attesa che almeno uno dei pirati tornasse indietro per aiutarla a ritornare sana e salva alla nave. La ferita aveva smesso di sanguinare, dunque lei rimase poggiata contro il muro per alcuni secondi e quando fece per andarsene, Harry giunse da lei. Parlarono per un po', dunque lui la prese tra le braccia per poterla portare via nonostante le sue minacce di essere messa giù. Il pensiero che ci fosse qualcuno a prendersi cura di lei mi fece sorridere. Ritornai a camminare verso il nostro nascondiglio, provando un leggero fastidio alla gamba. Ma non aveva importanza, infatti sapevo di aver usato quella boccetta nel modo giusto. Al nascondiglio, Carlos ed Evie erano già stati curati e perciò si prendevano cura di mia sorella e Jay. Quando caddi in avanti con un dolore lancinante alla gamba e alla spalla, mi trovai comunque a ridere come se fosse stato il giorno più bello della mia vita.

Allora iniziai a fare ricerche: Mal mi disse che erano state amiche in passato, tuttavia io ero abbastanza piccola quindi non potevo ricordarmelo e poi mi intimò di non fare più domande riguardo quella ragazza. In seguito, iniziai a fare ricerche basandomi sui pochi libri che possedeva Carlos, quelli che riuscivo a rubare da alcune guardie che giungevano al porto per scaricare merci e quelli che ad Auradon gettavano perché non più di loro interesse. Finalmente scoprii di cosa si trattava.

<<Cos'è un'anima gemella?>>, chiesi a mia madre un po' di tempo dopo. Malefica mi guardò con attenzione, posando la mano contro il mento. I suoi occhi verdi passarono in rassegna il mio corpo, come se cercasse qualcosa in particolare. Inconsciamente, la mia mano si posò sulla spalla, come a voler difendere la cicatrice che avevo custodito gelosamente fino a quel momento. Allora, scosse la testa e per un paio di secondi, ebbi la sensazione che un'emozione simile alla compassione avesse preso vita nel suo sguardo, ma prima di rendermene conto, era svanita con la stessa velocità con la quale era apparsa.

<<Una condanna a morte. Perciò, faresti meglio ad ignorarla>>.

E quando entrai in quella limousine per abbandonare l'Isola insieme a mia sorella e tutti gli altri, sentii il mio cuore cadere in mille pezzi. Il dolore che avvertii fu così intenso che seppi per certo che sarei potuta morire da un momento all'altro e compresi le parole di Malefica.

Multifemale/MultifemslashDove le storie prendono vita. Scoprilo ora