2- A proposito di caffè

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Il mio posto, essendo stata l'ultima ad entrare, era in prima fila davanti alla cattedra.
Stronzi.
Almeno accanto a me avevo Kendall, ma lei era una secchiona che avrebbe passato il tempo ad ascoltare la lezione, io volevo solo qualcuno con cui chiacchierare.
- Allora, sono il professor Downey, arrivo da Los Angeles e non ho intenzione di sentirvi fare baccano, capito?-
Un mormorio di assenso generale si levò da tutti noi.
Downey iniziò a bere il caffè e mi guardò attentamente.
- Sentite è il primo giorno, la mia prima lezione e pure la vostra... Non vi faccio domande sul programma, ma fatemi un tema di minimo tre colonne su di voi e sul vostro rapporto con la letteratura, di qualsiasi tipo intendo.-
Lo osservai con la testa inclinata.
Troppo gentile, la cosa mi puzzava.
Il rumore di fogli mi fece notare che tutti stavano già iniziando mentre io stavo fissando il professore, così mi arresi e iniziai a fare il lavoro.
Il mio rapporto con la letteratura?
Non aprivo un libro di mia spontanea volontà da quando a quattro anni avevo chiuso per sempre il libretto degli animali della fattoria.
E quel libro faceva anche i suoni.
Fissai il foglio bianco per un'infinità di tempo, sentivo come un vuoto totale nella mia testa e allo stesso tempo mille frasi scontate da mettere giù.
Potevo parlare dei libri del programma dell'anno scorso, ma colsi come un'opportunità.
Downey ancora non mi conosceva... Non conosceva l'immagine falsa di me, potevo scrivere quello che sentivo davvero e magari farmi conoscere per quello che ero.
Alla fine scrissi una sola frase:"Le parole comunicano molto nei libri, nelle poesie, nelle canzoni, ma io preferisco non sentirle affatto."
Effettivamente era così, ad esempio ascoltavo molta musica e avevo un buon bagaglio culturale sotto quel punto di vista, ma preferivo accompagnare la mia giornata con le colonne sonore di film o musica classica, a volte anche il jazz.
Le canzoni erano sempre per argomenti specifici, ma i pezzi che ascoltavo mi potevano accompagnare in qualsiasi circostanza perché erano sempre adatti.
Rilessi la frase e poi suonò la campanella, i miei compagni si alzarono per consegnare il tema ed uscire, io esitai un minuto ma alla fine mi alzai anch'io.
Ero l'ultima persona in classe.
Diedi il foglio al professor Downey che mi stava aspettando con pazienza, poi mi girai per andarmene ma dopo due passi mi prese per il polso.
- Signorina...-
- Page, Nora Page.-
Risposi in fretta.
Downey riprese a parlare con un'ombra negli occhi che non mi piaceva.
- Nora, sei in punizione.-
Lo guardai con gli occhi spalancati.
- Cosa?-
Alzò il mio tema ad altezza dei miei occhi in modo che potessi osservarlo bene.
- Beh non mi sembrano tre facciate.-
Mi gonfiai pronta ad esplodere ma prima che potessi dire qualcosa mi interruppe.
- Nora Page hai detto? Sei una di quelle ragazze a cui devo fare da tutor, no?-
- Sì signore.-
Dissi a denti stretti.
- E vorrei dirle che...-
- Significa che ti aiuterò a fare il tema allora, oggi pomeriggio faremo due ore insieme, buon proseguimento Nora.-
Mi buttò fuori dall'aula e mi chiuse letteralmente la porta in faccia.
- Argh! Testa di cazzo!-
Urlai senza preoccuparmi che potesse sentirmi dall'altra parte della porta, ma velocemente mi voltai e corsi verso il mio armadietto che ancora non avevo visto.
Sul foglio che mi avevano dato in segreteria c'era scritto il numero e la combinazione, per mia sfortuna era a due passi dall'aula del professor Downey, quindi lo aprii alla svelta e ci infilai alcuni quaderni, poi chiusi e andai alla mia prossima lezione: biologia.

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La giornata più o meno passò senza troppi intoppi, Lizzie e Kendall non riuscii più a vederli durante le lezioni perché avevamo corsi diversi, Kyle invece frequentava con me biologia e ovviamente mi aveva fatto una sceneggiata sul caffè.
Mi disse che si sentiva tradito nel profondo per aver preferito il nuovo professore a lui, avevo cercato di spiegargli che era stato Downey a rubarmi il caffè ma Kyle mi dedicò il trattamento del silenzio, a volte sapeva proprio essere un bambino.
Essendo il primo giorno finimmo la giornata all'una del pomeriggio invece che alle tre e mezza, ma io mi dovetti fermare per quella stupida punizione dallo stronzo Downey.
Kyle e Lizzie si fermarono con me a pranzo e andammo al bar davanti alla scuola, Kendall preferí andare a fare il filo a un nuovo ragazzo che si era trasferito da Seattle (e perché abbandonare una città del genere proprio non lo capivo).
- Non ho capito perché la punizione.-
Disse Lizzie tra un boccone e l'altro del suo maxi hamburger.
Lizzie era una di quelle bastarde fortunate che avevano il metabolismo veloce, quindi poteva mangiare tre pizze in mezz'ora e aveva ancora fame.
Il suo fisico era invidiabile, ma sapevo anche delle sue problematiche e quanto fosse difficile per lei sentirsi dire quanto fosse magra e che fosse fortunata.
La invidiavo?
Sì.
Ma ero sua amica e non avrei mai cercato di farla sentire a disagio con una battuta sul fatto che dovesse mangiare di più.
Sospirai portandomi alla bocca una patatina.
- Non dirlo a me, francamente la trovo una scusa patetica: o è uno stronzo senza un minimo di cervello oppure... Beh non lo so.-
La mia amica mi fece l'occhiolino.
- Comunque è un bell'uomo, passerai del tempo da sola con un bel manzo.-
- Ma cosa dici? Il mio cuore è per Duncan, è la mia anima gemella, è l'amore della mia vita e avremo quattro bambini!-
Disse Kyle cercando di imitare la mia voce.
Gli puntai contro la cannuccia della mia bibita con fare minaccioso.
- Prima di tutto non parlo così, secondo lascia stare Duncan, terzo...-
In quel momento mi squillò il cellulare, parli del diavolo...
Risposi subito con il sorriso sul volto.
- Ciao amore!-
Kyle e Lizzie scoppiarono a ridere.
- Ciao a te bellissima, disturbo?-
Mi alzai per uscire dal locale e parlare senza i miei due amici.
- No tranquillo, come va la giornata?-
Duncan aveva iniziato a lavorare in una ditta di auto per mettere da parte i soldi per il college.
Mi iniziò a raccontare della sua mattinata ma quando mi cadde l'occhio sull'orologio che avevo al polso sbiancai.
Ero in ritardo per la punizione.
- Tesoro scusa ma devo scappare, ci sentiamo più tardi, ti amo.-
La velocità con cui lo dissi era pari a quella di Eminem in Rap God, rientrai nel locale per prendere il mio zaino e pagai il pranzo più un caffè per il professore.
Odiavo fare la lecchina, ma non potevo iniziare così con il mio nuovo tutor.
Attraversai la strada e rientrai a scuola correndo per i corridoi e cercando di non farmi beccare né dal preside né dal vicepreside.
Arrivata all'aula di letteratura mi accorsi che ancora una volta Downey era in ritardo.
Mi sedetti in un banco qualsiasi e aspettai con ansia.
L'unico rumore era quello delle lancette dell'orologio, le fissai con insistenza come se potessi mandarle avanti.
Il "tic tac" continuo mi stava facendo saltare i nervi, anche perché i cinque minuti che passarono mi parvero ore.
Passarono altri cinque minuti e mi alzai per andarmene quando finalmente lo stronzo fece la sua entrata.
- Page! Come ci si sente a vedermi arrivare con mezz'ora di ritardo?-
Assottigliai lo sguardo.
Lo aveva fatto apposta.
- Il mio ritardo di stamattina era di dieci minuti, massimo quindici.-
Sogghignò.
- Con i quindici di adesso sono trenta, ti sto ripagando con la stessa moneta.-
Abbassai la testa, ok questa volta aveva vinto lui.
Mi ricordai del caffè che avevo preso apposta per lui, anche se ormai era freddo.
Alzai lo sguardo e ci fissammo per qualche secondo con un silenzio imbarazzante, poi lo interruppi.
- Senta mi dispiace, non capiterà più è che avevo bisogno di un caffè e...-
- A proposito di caffè... Te ne ho preso uno per farmi perdonare per il piccolo furto di questa mattina.-
Nello stesso momento ci porgemmo la bevanda fredda parlando contemporaneamente.
Di nuovo ci fu un silenzio imbarazzante, poi scoppiammo a ridere.
Downey mi fissò divertito con i suoi occhi scuri, anche se notai che il suo colore degli occhi sembrava schiarirsi mentre rideva.
Prese il caffè che gli stavo offrendo.
- Ok Page, scuse accettate.-
Sorrisi prendendo il mio.
- Altrettanto le sue.-
Per un paio di minuti restammo in silenzio sorseggiando un caffè freddo e alquanto schifoso, ma sempre meglio di niente, no?
Finito il suo Downey tirò fuori dalla sua valigetta un paio di fogli e me li porse, uno era il mio tema, l'altro un foglio completamente bianco.
- Adesso lavoriamo su questa tua lacuna gravissima.-

Redamancy -R.D.J.-Where stories live. Discover now