12- Ho paura

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La bugia più grande del mondo sarebbe stato dire che dopo quella serata il rapporto tra me e Robert andò a gonfie vele.
La verità era che non sapevo nemmeno cosa fossimo e avevo paura a chiederglielo, avevo anche paura di riflettere su quello che provavo io.
Non era una semplice relazione con un ragazzo della mia età con cui potevo andare a letto senza conseguenze, era un rischio.
Robert era un adulto e un mio professore.
E se qualcuno ci avesse scoperti?
Se fosse accaduto qualcosa tra noi lui mi avrebbe presa di mira a scuola?
E se...
E se i sentimenti che provavo per lui fossero diventati più forti?
E se lui si fosse stancato, chi mi avrebbe aiutata a raccogliere i pezzi?
Riflettevo osservando il vestito che Elizabeth stava indossando per l'appuntamento che aveva con un certo Thomas del club di scacchi.
Uno sfigato, a detta di Kyle, commento che gli era costato l'esclusione dal rituale pre-appuntamento.
Mi dispiaceva per lui, Elizabeth ancora non si era accorta dei sentimenti che provava il nostro amico e lui non aveva il coraggio a farsi ufficialmente avanti.
Erano sempre frasi flirtanti e allusioni qua e là, ma non una volta che lui fosse stato chiaro e sincero.
Addirittura Kendall aveva capito tutto ma sembrava più intenta a mettere i bastoni tra le ruote al fratello piuttosto che aiutarlo.
- Io dico che sei troppo coperta.-
Disse la gemella scuotendo la testa.
Elizabeth arrossì timidamente.
"Questa mi è nuova" pensai.
Lizzie non era una ragazza timida, di solito era molto sfacciata ed era Kendall quella che ci faceva da mamma.
- È che Thomas non è uno... Non è come gli altri.-
- Tesoro i maschi sono tutti uguali.-
Ribatté Kendall convinta.
Decisi di intervenire.
- Lizzie intende dire che questo Thomas sembra essere un ragazzo... Timido. Quindi se si presenta vestita da discoteca sto' qua si becca un infarto.-
Elizabeth annuì per dare conferma alle mie parole, al che Kendall si arrese alzando le mani sconfitta, dopo di che si alzò dal letto.
- Vado in bagno.-
E così io e la mia migliore amica rimanemmo sole.
Ne approfittai per indagare un po'.
- Ok, sputa il rospo, cos'ha Thomas in più degli altri?-
In più di Kyle, avrei voluto dire.
Sorrise con lo sguardo perso nel vuoto, come se stesse facendo un bellissimo sogno ad occhi aperti... O come se si fosse appena fatta una canna.
- Lui è... Nora, quando parlo mi guarda negli occhi.-
- Quindi ti sei presa una cotta perché non ti guarda le tette mentre parli?-
Scosse la testa.
- Oh no, è molto più di questo: è gentile, disponibile, mi ascolta, è carino e...-
- A me sembrano più le qualità per essere un amico, però ok.-
In quel momento mi arrivò un messaggio da Robert.

"Ti propongo la serata della tua vita: Netflix e McDonalds."

Sorrisi inviando una risposta.

"Sarei interessata ma un certo professore ha deciso che sarebbe stato divertente assegnarci una ricerca da almeno 20 slide."

In quel momento tornò Kendall ed io ne approfittai per prendere la mia borsa.
- Beh carissime è stato un piacere, ma devo andare, ci vediamo domani ok?-
- A pranzo ti racconterò tutto.-
Rispose Lizzie.
Feci un cenno alle due ragazze e mi precipitai fuori dalla casa di Elizabeth.
Appena mi fui allontanata di una decina di metri mi arrivò un altro messaggio.

"Proprio uno stronzo, come osa cercare di insegnare qualcosa a voi zucche vuote?"

"Davvero, dovrebbe rilassarsi un po' di più."

"Dai se vieni ti dò una mano."

"Davvero???"

"No."
"Ma voglio stare con te, quindi mentre farai il tuo lavoro in maniera IMPECCABILE, io ti farò un massaggio."

"Andata."

Convincere mio padre non fu difficile.
Non era nemmeno in casa.
La cosa iniziava a preoccuparmi e forse era arrivato il momento di affrontare il discorso, ma non per quella serata.
Preparai uno zaino con i miei quaderni di scuola e il mio computer, poi mi sedetti ad aspettare il mio passaggio.
Robert arrivò in pochi minuti e mi affrettai a raggiungerlo in macchina per paura che mio padre arrivasse all'improvviso.
Il sole stava ancora tramontando e l'arancione dei suoi riflessi accarezzava dolcemente i lineamenti di Robert.
I suoi occhi si illuminarono appena entrai nella macchina e si avvicinò per lasciarmi un bacio sulla guancia.
- Sei incredibilmente sexy così, lo sai?-
In realtà non indossavo niente di che, solo un paio di jeans strappati con una maglietta bianca e una giacca in pelle.
- Tu lo sei sempre. A lezione soprattutto.-
Iniziò a guidare e posò una mano sulla mia gamba.
- Non me ne parlare, con te in classe faccio fatica a concentrarmi su quello che sto dicendo.-
Arrossii abbassando lo sguardo.
- E poi cerco di non incazzarmi quando quel ragazzo si avvicina a te.-
Corrugai la fronte.
- Chi? Kyle?-
Aveva lo sguardo fisso sulla strada ma dalla sua presa sulla gamba capii che era irritato.
- C'è qualcosa tra voi due o...?-
Iniziai a ridacchiare all'idea di me e Kyle insieme.
- No, no... È il mio migliore amico.-
Si rilassò leggermente ma percepii che non era del tutto convinto, quindi cercai di tranquillizzarlo.
- Kyle è come un fratello per me e lui è totalmente preso da un'altra ragazza.-
Silenzio.
- Ed io al momento sono presa da un certo professore.-
Dissi prendendo la sua mano nella mia.
Sorrise ma non disse niente.
- Robert?-
- Mh?-
Sospirai rinunciando alla domanda che mi frullava per la testa.
- No, niente.-
Accostò di fianco ad un palazzo residenziale di una quindicina di piani.
Rimanemmo in silenzio lungo il tragitto verso il suo appartamento, entrammo in un ascensore e premette il pulsante numero 13.
Appena le porte si chiusero Robert mi cinse con un braccio e mi tirò verso sé.
- Cosa ti preoccupa?-
Sorrisi forzatamente.
- È una cavolata, davvero.-
Mugolò qualcosa e mi baciò la fronte.
- Va bene.-
Finalmente posò le sue labbra sulle mie in una danza delicata, stringendomi come se la sua vita dipendesse da me ed io lo strinsi con altrettanta foga, per paura che tutto quello che stavo vivendo finisse da un momento all'altro.
Solo il "ting" dell'ascensore ci costrinse a separarci ma i nostri sguardi non si lasciarono nemmeno quando varcammo la soglia di casa sua.
Non appena la porta si chiuse alle nostre spalle tornammo a divorarci con le labbra, esplorando il corpo dell'altro con le mani e staccandoci ogni tanto solo per riprendere il fiato.
Le sue mani percorsero i miei fianchi e si posarono sulle mie gambe per prendermi in braccio ed appoggiarmi su un tavolo posto di fronte alla porta d'ingresso.
Non ebbi niente da ridire nel momento in cui sollevò la mia maglietta ed iniziò ad accarezzare la mia pelle centimetro per centimetro, lasciando baci di fuoco ora sulla mia guancia, ora sulla mandibola, poi lungo il collo fino alla mia scapola.
Quando premette il suo bacino contro il mio sentii la sua eccitazione e senza pensarci su due volte portai le mani alla sua cintura per sfilarla, ma appena appoggiai la mano sul suo inguine mi fermò.
Ritrasse come scottato le mani dal mio corpo per allontanare la mia mano delicatamente.
Lo guardai confusa e imbarazzata dal suo rifiuto.
Non era quello che voleva?
Si era già stancato di me?
Abbassai il capo piena di vergogna e ferita nell'orgoglio.
- Cristo, mi farai impazzire un giorno o l'altro.-
D

isse lui con un sospiro di piacere.
- Ma non voglio... Non voglio che tu pensi che io ti usi solo per il sesso.-
Alzai il viso speranzosa.
- Mi stai dicendo che per te c'è di più?-
Il suo sguardo si indurì.
- Pensavo di avertelo già detto: io ti voglio in mente, anima e corpo.-
Accarezzai il suo viso dove un accenno di barba iniziava a fare capolino.
- Ho paura.-
Ammisi infine dopo qualche secondo di silenzio.
- Ho paura che qualcuno ci scopra, ho paura di quello che potrebbe accadere se andasse male... Ho paura di innamorarmi.-
Prese le mie mani e le baciò sul dorso.
- Basta essere attenti, questa è una grande città e tutti si fanno i fatti propri. Capisco le tue paure e ti prometto che, se tu decidessi di tirarti indietro, non interferirò sulla tua carriera scolastica.-
Durante il nostro dialogo mi fece scendere dal tavolo e mi portò in una stanza che si scoprì essere uno studio dotato di una scrivania enorme in legno con un paio di sedie poste ai due lati opposti.
- Quello che non capisco...-
Disse facendomi sedere e inginocchiandosi di fianco a me.
- ... È la tua paura di innamorarti.-
Lo guardai come se fosse l'unica mia ancora di salvezza.
- Parli dell'amore, quello vero, come una cosa così bella che ho paura di ottenerla e poi perderla, magari perché tu non sentirai lo stesso o magari rovinerò tutto io combinando chissà che cosa.-
Si sporse leggermente in avanti per baciarmi.
Sorrise sulle mie labbra.
- Allora io ti propongo di procedere con calma e vedere dove finiremo, se arriveremo al punto di innamorarci ti giuro che farò di ogni per non gettare tutto all'aria, resterò con te al tuo fianco e cercherò di amarti come meriti.-
Mi baciò di nuovo, poi si tirò sù in piedi.
- Tu invece sai cosa devi promettermi?-
Mi chiese posizionandosi alle mie spalle appoggiando le mani sulla mia schiena.
Iniziò a disegnare cerchi lungo il mio collo e poi scese lungo la schiena massaggiandomi con un tocco magico che mi fece dimenticare l'ambiente circostante.
Un brivido mi percorse tutta la schiena e mi rilassai abbandonandomi sulla sedia, ogni preoccupazione ormai dimenticata, l'unico stimolo era il suo movimento circolare delicato al punto giusto.
Si chinò verso il mio orecchio e sussurrò.
- Devi promettermi di fare la ricerca alla perfezione e di finire entro un'ora perché poi mangiamo.-
Sbuffai irritata dal ricordo del suo compito.
- Sì professor Downey.-
Dissi sarcastica.

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⏰ Last updated: Nov 09, 2022 ⏰

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Redamancy -R.D.J.-Where stories live. Discover now