10- Se mi vuoi devi dirlo

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Downey mi strinse finché la pioggia non si fece ancora più incessante.
Fu una questione di attimi e mi ritrovai nel caldo abitacolo della sua macchina, lui al volante ma eravamo fermi.
- Hai intenzione di dirmi cos'è successo?-
Mi morsi il labbro come per trattenere le parole e Downey emise un verso di sofferenza.
- Non farlo...-
Allungò una mano e con il pollice separò delicatamente le mie labbra, sfiorandole e studiandole con il tatto.
- Allora?-
Presi un respiro profondo.
- Ho lasciato Duncan.-
Sorrise come se avesse appena vinto le Olimpiadi.
- Non è un bene? Tu non lo ami.-
La sua mano si spostò verso i miei capelli, giocherellando con le mie ciocche bionde e bagnate.
- Ma fa comunque male.-
- Certo che fa male! Ha fatto parte della tua vita e purtroppo è stato il tuo primo ragazzo serio, è stato il tuo primo assaggio dell'amore e te lo ricorderai per sempre.-
Restammo in silenzio ad ascoltare la pioggia che batteva forte contro i vetri del finestrino.
Poi si chinò verso di me.
- Sai, ai bambini dicono che quando provano dolore un bacio fa passare tutto.-
Si avvicinò ancora e ancora, lentamente, provocandomi le solite mille sensazioni che provavo ogni volta che mi toccava.
- Vuoi un bacio, Nora?-
Soffiò sulle mie labbra.
Le nostre labbra erano distanti solo un millimetro le une dalle altre, pronte ad assaggiarsi vogliose.
Annuii sussurrando un "sì".
Aspettai il suo bacio, ma non arrivò, le nostre labbra danzarono sempre distanziate da quel maledetto millimetro e poi Downey si ritrasse di colpo ghignando.
- Vieni a prenderlo allora.-
Il primo istinto fu quello di prenderlo a schiaffi, ma riflettendo mi resi conto che mi stava lasciando la libertà di scegliere quello che volevo fare: baciarlo o uscire dalla macchina e correre sotto la pioggia fino a casa.
Vedendo la mia indecisione guardò fuori dal finestrino leccandosi il labbro inferiore e sbuffò.
- Nora, se mi vuoi devi dirlo.-
Inarcai le sopracciglia guardandolo scettica.
- Cosa ne verrà fuori? Cosa vuoi Robert?-
Riportò lo sguardo su di me, stavolta maledettamente serio.
- Voglio te.-
Prese di nuovo a sfiorarmi le labbra con le dita, accontentandosi per il momento di quel contatto con la mia pelle.
- Perché?-
Chiesi esitante.
- Perché dalla prima volta che ti ho vista non riesco a liberarmi di te, penso sempre a te, vorrei poter passare tutto il tempo con te, vorrei sapere cosa pensi ogni volta che sei tra le nuvole, vorrei poterti toccare...-
Mormorò frustrato.
Si avvicinò nuovamente e questa volta mi sporsi anch'io verso di lui.
I nostri nasi si sfiorarono, socchiusi gli occhi e annullai le distanze tra noi.
Robert mi prese il volto tra le mani mentre mi baciava con passione, un bacio che superò tutti quelli avuti con Duncan.
- Vorrei poterti baciare e stringere...-
Aveva la voce roca che lo rese ancora più irresistibile, mi prese per i fianchi e mi fece scavalcare il freno, ero a cavalcioni su di lui.
Mi strinse a sé come se volesse fare fondere i nostri corpi, le sue labbra sfioravano il mio collo scivolando su ogni centimetro di pelle scoperta.
Portai le mie braccia alla sua testa, avevo paura, paura che si fermasse.
- Vorrei che tu fossi mia.-
Cominciò a baciare un punto del mio collo (il mio punto debole), dapprima con delicatezza e poi aumentò sempre più l'intensità.
Emisi un sospiro di piacere mentre il mio respiro si fece più pesante e accelerato.
Quando sentii bruciarmi capii che mi stava facendo un succhiotto e mi venne subito l'istinto di fermarlo.
Di nuovo le mie paure vennero a galla e mi ritrovai a reprimere ciò che veramente volevo, mi allontanai da Robert delicatamente e per tenerlo fermo misi una mano sul suo petto.
Il suo sguardo era deluso e affranto, ma mi lasciò prendere la mia decisione.
- E vorrei che tu lo voglia almeno quanto me. Vorrei che tu provassi per me quello che provo io, vorrei che tu capisca...-
- Robert...-
A sentirmi pronunciare il suo nome sorrise e fissò le mie labbra con uno sguardo voglioso.
- Dio, come lo pronunci divinamente.-
Rapidamente mi lasciò un ultimo bacio prima di farmi sedere nuovamente sul sedile di fianco.
Fuori ancora pioveva e il cielo era completamente nero, i nostri respiri avevano formato la condensa sui finestrini e ben presto iniziai a tremare.
Robert mise in moto la macchina e mi riportò a casa in silenzio, quando feci per scendere mi prese per il polso e mi osservò con dolcezza.
- Io non ti bacerò più, se è questo che vuoi, se invece vuoi che lo faccia dovrai essere tu a chiedermelo.-
Vedendo che non risposi mi lasciò andare e scomparve nella notte.

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Mio padre mi mise in punizione.
Non avevo lasciato un messaggio né avevo risposto alle sue chiamate, ero tornata verso mezzanotte e nemmeno Duncan aveva saputo dirgli dove fossi.
La goccia che fece traboccare il vaso fu la mia spiegazione sul fatto che mi fossi lasciata con Duncan: non riuscii a mentire a mio padre e dissi la verità.
Beh una parte.
Ammisi di aver baciato un altro e che, oltre il senso di colpa, in me era cresciuta la consapevolezza che non amavo più il mio ragazzo.
Le sue parole furono dure e taglienti.
- Avrei potuto passare sopra a qualsiasi altra cosa Nora, ma non al tradimento, io non ti ho cresciuta così e anche tua madre sarebbe delusa da te.-
Non mi lamentai quando mi condannò a un mese di reclusione in casa (fatta eccezione per il sabato mattina ma solo per fare la spesa ed eventualmente un po' di shopping per me), dopotutto era giusto.
Non osavo immaginare la paura di mio padre quando non rispondevo al cellulare, forse era più forte di quella che avevo provato io la sera in cui Downey l'aveva riportato a casa tutto ubriaco.
L'unica cosa che rifiutai di dirgli fu l'identità del misterioso ragazzo con cui avevo messo le corna a Duncan, in un primo momento mi venne in mente di dirgli che fosse uno conosciuto la sera stessa, ma così sarei sembrata una troietta che scopa con il primo che passa.
Mi limitai a dirgli che era uno di scuola con cui frequentavo un paio di corsi e con cui non sarei più uscita perché si era trasferito a Londra un paio di giorni prima.
Per il resto non mi rivolse più la parola e il giorno dopo nemmeno lo incrociai prima di uscire, evento più unico che raro, ma almeno non dovetti nascondere l'enorme segno rosso che Robert mi aveva lasciato, purtroppo non me ne ricordai se non quando mi specchiai nel bagno della scuola tra la lezione di storia e quella di letteratura.
Cercai un correttore nella mia trousse ma la fortuna non era dalla mia, quindi provai a coprirlo con i capelli e una volta soddisfatta del risultato mi diressi verso l'aula di Downey.
Appena entrai mi resi conto che la classe era già quasi completamente piena e che Downey stava aspettando gli ultimi per poter iniziare la lezione.
Frugai nello zaino e tirai fuori il libro di orgoglio e pregiudizio che mi aveva dato quasi un mese fa e glielo porsi.
Il suo sguardo si soffermò sul mio collo, gli occhi sembravano neri e affamati, poi si riprese e accettò il libro con un sorriso genuinamente felice.
- Allora, ti è piaciuto? È stata una tremenda sofferenza?-
Scossi la testa con onestà.
- Mi ha sorpresa, mi sono divertita leggendo e mi sono subito immedesimata nel personaggio di Elizabeth.-
Incrociò le braccia e si appoggiò alla cattedra con la schiena.
- Ottimo, la tua prossima lettura sarà "Ragione e sentimento", vedrai che ti piacerà anche questo.-
Annuii e feci per andare al posto ma Downey mi fermò nuovamente.
- Ah, Nora?-
- Sì?-
Mi scostò i capelli dal collo con un gesto disinvolto e poi ghignò.
- Fatto, adesso puoi andare.-
Arrossii come un peperone ma non cercai di controbattere, mi sedetti al posto e per la prima volta in assoluto seguii con piacere la lezione di Downey.

Redamancy -R.D.J.-Where stories live. Discover now