CAPITOLO 113

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Era passato un giorno da quando Scarlet era chiusa lì dentro.

Non voleva vedere nessuno, non voleva mangiare e aveva chiuso anche le finestre. Si era isolata dal mondo.

Mentre i miei sensi di colpa mi stavano divorando.
Avrei dovuto dirglielo prima, mi odierà di sicuro adesso.
La avrei capita se decidesse di non avere più niente a che fare con me o la mia pazza famiglia.

Anche se questa non era la parola giusta per definirla.

Mio padre non ci parlava mai e se ci provava era solo per esprimere un suo parere poco gradito da parte mia e di mia madre.
Lei, appunto, era molto preoccupata per Lottie, sperava ritornasse con noi il prima possibile e continuava a rassicurarmi che anche se fosse stata arrabbiata, dopo mi avrebbe perdonato.

Allo stesso tempo ancora non ci credeva che Marie avesse fatto ciò.
"lei non era così quando stavamo a scuola. Si divertiva, anche troppo a volte e era sempre disponibile. Ma anche quando si è sposata era cosí.

"Tutto è cambiato quando lei è nata" sospirò avvilita, lasciandomi solo sul divano per continuare l'elenco della mia famiglia.

Sua sorella, mia zia, era piú insopportabile che mai quando stava a casa. Mangiava, si allenava, si lamentava perché non si stava divertendo e usciva di nascosto per andare e sterminare il popolo dei maghi.

Quindi forse il termine 'pazza' era appropriato.

Ripresi a leggere un libro per passare il tempo, anche se non mi stava appassionando molto ma era il mio unico svago.

Dei passi provenienti dal piano di sopra si fecero piú pesanti quando iniziarono a scendere le scale. E io riconoscevo benissimo quei passi.

Pantaloni della tuta grigia, una mia maglietta nera a maniche corte, scarpe comode e capelli sciolti pettinati.

Scarlet mi guardò e vidi i suoi occhi, di solito azzurri, gonfi e rossi. Aveva delle occhiaie e la pelle ruvida sotto agli occhi per le lacrime versate sul viso.

La guardai avvicinarsi a me mentre le sue mani si agitavano fra loro.
"possiamo parlare?"
"certamente"

Mi portò fuori in giardino, vicino alal fontana, in mezzo alle aiuole che andavano a formare un piccolo labirinto.
Uno dei suoi posti preferiti per leggere era il margine spesso della fontana su cui si sedeva.

Eravamo solo noi, isolati da tutto e tutti. Gli uccellini canticchiavano e si poggiavano sull'albero dietro a noi mentre le siepi ci ricoprivano il resto del paesaggio.

"da quanto lo sapevi?"

Sapevo che prima o poi mi avrebbe fatto questa domanda. Ma non potevo mentire ancora, non ci riuscivo.

"da quando i Soul sono venuti a mangiare da noi" iniziai schiarendomi la voce.
"è quasi un mese" gli occhi le si inumidirono
"perché non me lo hai detto subito?" si avvicinò sempre in modo lento.
" io..." di nuovo non riuscivo a parlare cazzo.

Scarlet si girò e sapevo che se ne sarebbe andata, ma non potevo permetterlo. Non di nuovo.

Le presi il braccio, la feci girare verso di me e i suoi occhi incontrarono i miei.

"io avevo paura. Paura di perderti. Tu avevi scelto lui a me anni fa e avevo paura che ricapitasse. Lui ti ha salvata e io non ci ho visto più. Io non ho mai fatto niente per proteggerti veramente" non avevo mai parlato cosí sicuro di me come in questo momento.

"Non ti merito e sono stato egoista a non dirti subito la verità perché si tratta di te, del tuo futuro e non dovevo fare così..." feci un respiro veloce e ricominciai.

ɢɪᴠᴇ ᴍᴇ ʏᴏᴜʀ ʜᴀɴᴅ //𝕯𝖗𝖆𝖈𝖔 𝕸𝖆𝖑𝖋𝖔𝖞Where stories live. Discover now