Capitolo 9

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- non farò quello che vuoi-
Rispose decisa la ragazza.

- allora dovrai stare in silenzio per i prossimi tre giorni.- rispose lui con tono canzonatorio.

- ma cosa ci guadagneresti?-

- nulla-

La ragazza lo guardò stupita, nessuno faceva cose del genere e poi Shigaraki non le sembrava un tipo così calmo.

Rimasero qualche minuto in silenzio fin quando Kira non disse - se io ti raccontassi la mia storia tu cosa faresti?-

- cosa ti fa presumere che io voglia farti qualcosa anche perché detto sinceramente non sei il mio tipo.
Però ti trovo curiosa.-

Kira non capiva, cos'è che aveva in più degli altri? Cosa aveva di diverso? Va bene aveva un quirk abbastanza potente, ma non era l'unica.
Così decisi di parlare, non sapeva neanche lei il motivo di questa decisione, o meglio lo sapeva ma non voleva ammetterlo, nonostante fosse un villan e fosse certa di non averlo mai visto la ragazza lo trovava familiare.

- be' non so da cosa partire- sussurrò lei con voce leggermente acuta.

- sono certo che qualcosa ti verrà in mente piccoletta.-

Kira non capì il motivo di quel soprannome, era alta 165 cm.

- i primi dieci anni della mia vita li passai in un orfanotrofio, era un posto squallido, con le pareti piene di muffe, con le porte cigolanti e le finestre rotte. Era un posto davvero inadatto per la crescita dei bambini.

Io ero stata lasciata davanti al cancello quando ero una neonata di poche settimane, massimo un mese.
Fino ai cinque anni vissi serenamente, ma poi si manifestò il mio quirk. Ero potente. Facevo paura sia ai bambini che agli adulti. Mi cacciarono a dieci anni a causa di un incidente, per sbaglio intrappolai in un illusione una bambina.

Vissi per strada i successivi tre anni, rovistando tra i rifiuti, dormendo nei cassonetti, cose che un bambino non dovrebbe essere costretto a fare per sopravvivere.

A tredici anni venni tolta dalla strada dagli agenti del governo. Avevano sentito del mio potere e mi avevano offerto una casa, dei pasti caldi in cambio del mio impegno nel diventare un hero, così accettai.

Questa è la mia storia.- disse la ragazza asciugandosi un lacrima solitaria che le solcava la guancia.

- interessante, quindi tu non sei esattamente un hero. Sai una volta tanto tempo fa una persona mi disse che puoi passare tutta la vita a fare buone azioni, ma una cattiva ti condanna, indipendentemente che sia voluta o meno.-

- quella persona doveva essere molto saggia, è morta?-

- sì, la uccisi pochi minuti dopo queste parole.-

La ragazza non disse nulla, non era del tutto spaventata, anzi questa cosa sembrava più esserle indifferente, però dentro di sé sentiva un casino immenso.

Spazio me
Pubblicato anche questo capitolo di cui non sono pienamente soddisfatta, ma per farmi perdonare della lunga attesa domani ne uscirà un altro.

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