Capitolo 10

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Passarono alcune ore e la ragazza si trovava ancora seduta sul quel divano.

Stava aspettando che gli hero venissero a salvarla, non poteva utilizzare il suo quirk e l'altezza del suo avversario e la differente forza non le permettevano di tentare un combattimento corpo a corpo.

Arrivò il giorno dopo e gli Hero non si erano ancora fatti vivi.

Kira passò la giornata a riflettere sulla sua prossima mossa, ma la verità è che non aveva un piano di riserva, non poteva fare nulla, aveva le mani legate sia metaforicamente che letteralmente.

Passarono i giorni e nessuno arrivava in soccorso alla ragazza che alla fine si arrende all'evidenza.

I villan era stupiti e frustrati.

Solo Davi sembrava indifferente a tutto ciò.

Kira parlò molto con il villan dai capelli azzurri e dovette ammettere a se stessa- seppur con molta difficoltà- che il ragazzo non aveva tutti i torti.

Alla fine dopo una settimana dal rapimento il gruppo decise di lasciarla andare, non volevano uccidere una persona così potente e al
contempo si assicurarono un favore da riscuotere.

Quando Kira tornò a casa era scioccata, nessuno si era accorto della sua assenza, nessuno era andato a salvarla.

Era rimasta sola.

Non è vero

Tu sei sempre stata sola

Le disse la voce della sua coscienza.

Fece un bagno molto lungo, con anche dei petali di rosa nella vasca, aveva bisogno di rilassarsi e di metabolizzare tutto quello che le era successo.

Passò il pomeriggio a pensare, mentre l'acqua le lambiva il corpo. Non capiva.

Non capiva perché avessero rapito lei e soprattutto perché nessuno era intervenuto, sapeva che il governo la voleva solo per le sue capacità, ma alcuni agenti avevano detto di essersi affezionati a lei, come mai nessuno si era accorto della sua assenza?

Passarono i giorni e il rientro a scuola si avvicinava, si scriveva ancora con lo sconosciuto che però non sentiva più così sconosciuto, anzi le dava la sensazione di averlo già visto.

Il primo giorno di scuola dopo le vacanze fu per Kira una vera tortura, doveva dire a tutti che il suo Natale era stato bello e felice anche se in realtà era stato il più brutto della sua vita.

Quel giorno ripresero anche gli allenamenti e Aizawa voleva che tutti ideassero una loro tecnica.

La ragazza si mise a pensare, conosceva bene il suo quirk, ma dal rapimento le sue credenze sulla distinzione tra hero e villan stavano iniziando a vacillare, così punto sulle classiche illusioni.

Doveva trovare un modo per intrappolare un persona nella sua illusione senza che se ne accorgesse.

Nero Where stories live. Discover now