La mia versione dei ricordi

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Un Professore 1x03

Nonna Virginia


Simone, amore mio, perché non trovi pace?

Ogni volta che torni a casa è una nuova guerra. E se non vi scontrate per qualcosa, passate il tempo a scambiarvi silenzi.
E così anche oggi. Il tuo rientro è stato rumore di passi sulla ghiaia e parole arrabbiate dette ad alta voce, che ho ascoltato dalla finestra aperta e poi dal terrazzo sotto il quale stavate discutendo tu e tuo padre. È stato la tua razionalità e la sua incoerenza, la tua giustizia e la sua incoscienza, la tua delusione e la sua leggerezza.

Non che oggi tu non avessi le tue ragioni, anzi. Stavolta l'ha fatta grossa. Andare a letto con la tua professoressa... Ma lui è fatto così. Non vede i propri errori, e chi non vede i propri errori non riesce a chiedere scusa. Cerca di comprenderlo, qualche volta. Lascia correre. Non passare il tuo tempo a colpevolizzarlo.

Ti vedo, Simone.

Il tuo viso duro, le braccia conserte, il respiro affannato e lo zaino gettato là in un angolo.
Ti vedo e l'immagine di te fa a pugni con questa giornata leggera di quasi primavera, con il profumo di pini e di terra di questa casa, col canto degli uccellini che non trova tregua e ci ricorda di godere di ogni momento.

Sei disteso sul letto e io lo so che vorresti stare da solo. Eppure ultimamente passi troppo tempo da solo, Simone. Non è così, che si sfoga la rabbia. E non è così, che troverai pace. Rimanendo da solo. Vorrei solo farti ragionare, bambino mio. Farti capire che non tutto quello che ti sembra grande lo è davvero. Che a volte quelli che ci sembrano sbagli sono solo piccole imperfezioni, piccoli difetti. E soprattutto, che non tutto quello che fanno gli altri è fatto con l'intenzione di ferirti.


"Se sei venuta per difenderlo, nonna, te lo dico subito: non ci provare neanche" mi soffi contro appena percepisci la mia presenza.

"No, assolutamente, figurati se voglio difenderlo, però..." provo a parlare, ma tu mi interrompi.
"Si è portato a letto la mia professoressa di matematica, ti rendi conto?" mi dici tutto d'un fiato, convinto come sei di avere la ragione in mano. E non dico che tu non ce l'abbia, amore mio, però dovresti provare a cambiare prospettiva qualche volta. A guardare le cose in un altro modo, a farti delle domande. E soprattutto smettere di puntare il dito contro tuo padre, perché lui non è il solo a sbagliare.
"Intanto..." sospiro. "Nessuna donna si fa portare a letto... se non è d'accordo"

Le cose non sono sempre bianche o nere, Simone. In mezzo ci sono mille altre sfumature. Ed è questo che vorrei tu capissi.
"Avrà usato uno dei suoi trucchetti... ehm, le chiacchiere, le cose così..." insisti. E nel mentre ti alzi a sedere su un lato del letto, per guardarmi meglio. "Quella si sta anche per sposare"
"Eh, vedi?"

Le cose non sono sempre bianche o nere.
"Magari... lei l'ha fatto perché voleva mettersi alla prova, capire meglio i suoi sentimenti, che ne sai?" aggiungo. Non puoi sapere, Simone, quanti pensieri si fanno prima di promettere amore eterno a una sola persona. Magari la tua professoressa è giovane, magari era spaventata. A volte si sbaglia per non fare troppe cose giuste tutte insieme. "Ci sono mille motivi, sai? Per andare a letto con qualcuno"

"Sono ingenuo io perché pensavo si facesse per amore" ribatti, alzando lo sguardo su di me.
"Certo" e la mia voce è un soffio. "Certo che lo si fa per amore..."

Te lo posso giurare, amore mio.

"Ma lo si fa anche per curiosità, per gioco... per desiderio... per capire cosa si prova" aggiungo.
Non puoi saperlo, Simone. Le cose non sono sempre bianche o nere.

Indelebile || Simone e ManuelWhere stories live. Discover now