Ti sembra poco

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Un Professore 1x05

Dante

Sembri un altro, Simone, mentre muovi i tuoi passi lenti e dondolanti accanto a Manuel, che sta attaccato al tuo collo come una scimmietta mentre ti parla di cose che solo voi sapete, e che al resto del mondo non è dato conoscere.
Sembri un altro rispetto a stamattina, che non ti reggevi neanche in piedi e ti ho dovuto portare io fino al bagno a vomitare.

Vi guardo dal fondo del corridoio durante l'intervallo, mentre la bocca mi si riempie dell'amaro del caffè delle macchinette e le voci indistinte dei vostri compagni riempiono l'aria.
Vi guardo e mi sembrate altri.
Tu. Tu mi sembri un altro.
Mi sembri un altro anche mentre lo ascolti, la testa china verso di lui, le spalle strette e il respiro paziente. E d'un tratto non sei più arrabbiato col mondo.
L'hai già dimenticata, figlio mio, questa notte indicibile? Il dolore su cui ti sei ubriacato è già lontano? O forse è proprio lì, accanto a te, e ti parla?

E tu, Manuel? Non gridi più, tu? L'hai messa da parte tutta la rabbia di stamattina? Le parole che hai urlato a Chicca e ai vostri compagni? Quella finta arroganza di cui ti mascheri per sembrare più forte, e invece a me fai solo venire voglia di proteggerti? La metti sempre da parte, quando si tratta di Simone. Diventi più prudente, quando hai a che fare con lui. Come se il grido sordo che gli viene da dentro, anche se non lo conosci, ti facesse paura. O forse semplicemente come se lui, e solo lui, fosse l'unico al mondo in grado di calmarti. L'unico a sapere come prenderti.

Vi guardo, dal fondo del corridoio, il bicchierino di caffè ormai vuoto in mano, e la bocca impastata.
E la vedo di nuovo, la bolla in cui vi nascondete ogni volta che occupate lo stesso spazio.
Parlate fitto. Anzi tu, Manuel, tu parli. E Simone ti ascolta, paziente, e ti risponde appena.
Poi d'un tratto vi staccate. Siete uno di fronte all'altro e adesso, Manuel, tu ridi. Ridi e guardi Simone dall'alto in basso. Mentre lui già non ti guarda più. È di nuovo assente, come stamattina, nella luce grigia dell'ingresso di casa.

Adesso discutete. E Simone ti applaude. Un applauso finto, forzato, che grida un dolore che non conosco ma che ho incrociato tante volte nei suoi occhi. Chissà perché lo fa, chissà che gli hai detto con le tue spalle larghe e quel sorriso sfacciato. Ma tu sembri non preoccupartene, leggero come sei stamattina, nonostante tutto. E continui a parlargli, e a sorridere. Gli batti una mano aperta vicino alla spalla, con delicatezza, quasi avessi paura di toccarlo. Ti vanti, da lontano, di qualcosa che non so, ma che posso vagamente intuire. Simone annuisce. Poi indica da questa parte, e anche tu lo fai. E io vorrei essere una mosca per sentire i vostri discorsi. Per sapere se parlate della scenata di stamattina come penso, o se è ad altro che accennate, con quelle espressioni severe, quasi colpevoli.
"M'ha lasciato!" dici infatti, e stavolta si sente fino a qui.

Poi ti cade lo sguardo sulla mano fasciata di Simone, e il tuo sorriso cristallizzato all'improvviso si spegne. Gli chiedi che s'è fatto, e lui la agita nell'aria, quella mano. Probabilmente ti inventa una scusa. E alla fine ti sfugge, scomparendo dietro il corridoio. E tu lo segui paziente, e non vi vedo più.

Col bicchiere vuoto ancora in mano avanzo fino alla porta della vostra classe, dove Aureliano mi distrae dai miei pensieri dicendomi che mi ha appena passato il video fatto a lezione.
Sulle scale, le ragazze stanno tutte intorno a Chicca come giocatori di rugby. Cercano di farla ridere e forse per un attimo ci riescono.
Quanto a me, il caffè mi ha aperto un buco nello stomaco.
Mi chiedo quali casini tu abbia, e per quanto tempo Simone ti reggerà la faccia e il gioco.
E poi mi chiedo se ti rendi conto di cosa significa. Avere qualcuno che fa di tutto per te, anche se tu a malapena te ne accorgi.

Hai pure chi ti dice che hai sbagliato di nuovo
E perde la pazienza per non perdere te
E amici che ti reggono la faccia e il gioco
Ti sembra poco, ma non lo è

E tutta la vita ad aspettare un momento
E intanto passa qualcuno che fa di tutto per te
E un giorno te ne accorgi al balcone
Ti sembra poco, ma non lo è

Indelebile || Simone e ManuelDonde viven las historias. Descúbrelo ahora