Capitolo 11

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Federico teneva a lei. Dopo quella frase ci fu qualche istante di silenzio interrotto dai passi del ragazzo verso la macchina; immediatamente Sofia capì che stava facendo una stupidaggine a lasciarlo andare in quel modo, così li andò dietro fino a quando non lo raggiunse, lo afferrò per un braccio e si trovarono a qualche centimetro l'una dall'altro.
«Altro da aggiungere?» le disse scocciato.
Dopo quelle parole la ragazza fece l'unica cosa che voleva fare: lo baciò.
Non fu uno di quei baci che si vedono nei film; niente pioggia, niente slow motion o nemmeno canzoni romantiche: solo Sofia e Federico.
«Non riesci a non avere l'ultima parola eh.» lo riprese lei.
Lui le sorrise per poi appoggiare nuovamente le sue labbra su quelle della ragazza, dopo qualche minuto decisero di tornare in hotel.
La mattina dopo la ragazza si svegliò confusa: da un lato c'era il bacio con Federico, dall'altro la storia di sua madre.
Più che a sua madre pensava al bambino, come avrebbe fatto a crescere con una madre così, gli sarebbero mancate un sacco di cose: affetto, tranquillità, felicità...
Mentre stava pensando però sentì qualcuno bussare alla sua porta così, ancora con soltanto la maglietta del pigiama, si alzò ad aprire.
«Buongiorno. Ti ho svegliata?» la salutò Federico.
«Nono tranquillo, ma tu che ci fai qua?»
«Aspetta. Ti ricordi di ieri sera vero? No perchè eri un po' ubriaca e non vor... - la ragazza dopo aver sorriso lo prese e lo baciò, come poteva pensare che se ne fosse dimenticata - Ah menomale, comunque pensavo potessimo scendere a fare colazione insieme.» le domandò sedendosi sul letto.
«Certo, però mi devo vestire. - disse Sofia tirando fuori i vestiti - Girati signorino.»
«Dai So', tanto prima o poi.»
«Tutto al suo tempo, intanto girati.» lo interruppe lei ridendo mentre lo sentì sbuffare.

I due scesero a fare colazione insieme agli altri, lei si sedette vicino all'amico, così da approfittarne per raccontargli tutto

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I due scesero a fare colazione insieme agli altri, lei si sedette vicino all'amico, così da approfittarne per raccontargli tutto.
«Lo sapevo, io ci azzecco sempre.»
«Ogni situazione è buona per ingrandire il tuo ego.» gli fece notare l'amica ridendo.
«Tornando seri. - continuò cercando di evitare il suo commento - Come stai? Hai novità su quella situazione?»
Sofia, capendo si stesse riferendo alla madre, negò con la testa sperando che Federico, seduto di fianco a lei, non avesse sentito quel commento; appesantirlo con i suoi drammi familiari era l'ultima cosa che voleva.
Dopo aver mangiato andarono tutti ad allenarsi: l'Italia era riuscita ad arrivare agli ottavi, bisognava continuare ad impegnarsi per portare avanti questo torneo il più possibile. La mora decise di andare in camera per chiamare le sue amiche così da raccontare loro della sera prima.
«E nulla, poi ci siamo baciati.» concluse il racconto.
«Lo sapevamo.» esclamarono in coro.
«Si va bene avevate ragione, ma voi piuttosto?»
«Io e Manu stiamo insieme.» comunicò Thess.
«Io e Matte siamo usciti un po' di volte e ci siamo baciati, ma dobbiamo ancora parlarne.»
«Andrà per il meglio, ne sono sicura. Ah, il 20 c'è la partita, volete venire? Vi faccio riservare dei biglietti?»
«Per me non c'è nessun problema, ci troviamo al vostro alloggio a Roma? O ti fermi a Firenze e poi scendiamo insieme?» mi domandò Vian.
«Thessa? Comunque andrebbe bene anche partire da qua, chiedo a papà se posso rimandare il mio arrivo di un giorno.»
«Si, anche io ci sono.» disse Thessa.
Le ragazze continuarono a parlare per un bel po' di tempo fino a quando Sofia non si accorse che era ora di pranzo e decise di raggiungere giù i ragazzi.
«Ciao Fede, com'è andata l'allenamento?»
«Molto bene, sai il tuo amichetto si è anche allenato decisamente meglio del solito.»
Passarono dei minuti e vide arrivare Federico che si sedette a pranzare vicino a lei.
«Ti va di uscire stasera?» le domandò Federico.
«Federico Bernardeschi mi sta chiedendo un appuntamento? - lo prese in giro Sofia per il suo imbarazzo nel sentire questa frase - Ne sarei molto felice.»
«Fantastico, ti passo a prendere per le 19:30. Ora scusa ma devo andare dal fisioterapista, ci vediamo.» la salutò dandole un bacio sulla fronte.
Il pomeriggio passò velocemente e arrivò subito il momento di cambiarsi.

Il pomeriggio passò velocemente e arrivò subito il momento di cambiarsi

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«Avanti.» urlò la ragazza dal bagno sentendo bussare.
«Sono io, sei pronta?»
«Sisi, un attimo e ci sono.»
La ragazza uscì dal bagno prendendo le ultime cose e vide poi il ragazzo squadrarla da capo a piedi.
«Cavolo, sei...bellissima.» le disse lui mentre lei cercò di nascondere il suo imbarazzo anche se inutilmente.
Appena salirono in macchina la ragazza accese la radio e, quasi come fosse destino, partì la sua canzone preferita: la nuova stella di Broadway di Cremonini.
«Non ci credo, la ascolti anche tu? È la mia preferita.» disse lei con un tono particolarmente entusiasta.
«È anche la mia. Sarà la nostra canzone, che dici?» a quella domanda lei rispose con sorriso, in quel momento stava veramente bene. Per tutto il viaggio Federico tenne la sua mano appoggiata alla coscia della ragazza, come se da un momento all'altro sarebbe potuta scappare, a lei però quell'idea non era passata neanche lontanamente, in fondo a casa stava così bene.
Quel momento per entrambi fu come completare il puzzle della loro vita, erano due giovani innamorati, anche se nessuno dei due lo aveva ancora ammesso, con la loro canzone, fu proprio in quell'istante che Federico, guardando la ragazza canticchiare, decise che avrebbe lottato per tenere insieme quel puzzle.
Dopo qualche minuto arrivarono al
ristorante, era un posto veramente tranquillo, c'erano poche persone e l'atmosfera era intima, il ragazzo lo aveva scelto appunto per quello; furono accompagnati al tavolo dal cameriere, poi il biondo spostò la sedia per far accomodare Sofia che non trattenne un sospiro divertito.
«Che gentiluomo. Allora, sei pronto per la partita?»
«Si, ho molta fiducia nei ragazzi, e tuo padre sta facendo veramente un ottimo lavoro. Tu verrai vero?» lei subito annuì in risposta, non avrebbe potuto perdersela.
«Starò in tribuna questa volta. - disse mentre stavamo osservando il menù - Ci saranno anche delle mie amiche.»
@sofiamancinii's story

La cena andò bene, entrambi i ragazzi avevano riso molto e si erano conosciuti bene, tuttavia proprio quando stavano per salire in macchina squillò il telefono di Sofia che lèsse il nome di suo padre

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La cena andò bene, entrambi i ragazzi avevano riso molto e si erano conosciuti bene, tuttavia proprio quando stavano per salire in macchina squillò il telefono di Sofia che lèsse il nome di suo padre.
«Pronto pa'. Si sono fuori, vabbè se è urgente dimmi.»
«Tesoro, ti ricordi quello di cui abbiamo parlato a cena? Stavo pensando a una cosa e sarò molto diretto: ho pensato di prendere in affido tuo fratello.» le comunicò lui.
«Che cosa?» domandò lei retoricamente, aveva bisogno di sentirselo dire di nuovo.
«Hai capito bene, so che per te sarà difficile, ma non voglio che passi quello che hai passato tu. Ho già iniziato ad informarmi e la situazione si evolverà presto tenendo conto dello stato di tua madre.»
«Devo andare, ciao.» lo salutò freddamente chiudendo la telefonata.
Ci mise qualche secondo a realizzare, la notizia l'aveva lasciata a dir poco scioccata, allo stesso tempo però sapeva che era una scelta giusta. Lei stessa da piccola aveva passato dei periodi orribili: non voleva certo che li passasse anche un altro bambino.
«Tutto bene?»
«Era mio padre, storia lunga.»
«Ti va di parlarne?» a quella domanda la ragazza negò con la testa, voleva godersi quel momento con lui e basta.
«Come preferisci, comunque, quando vuoi, ho tutto il tempo del mondo.» le disse lui dandole un bacio prima di avviare il motore.

Il pezzo mancante || Federico Bernardeschi Where stories live. Discover now