Capitolo 14

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La mattina Sofia si svegliò con il suono del suo telefono, guardai chi fosse e lèsse il nome del suo amico.
«Che succede? È tutto ok?»
«Qui si, però devo dirti una cosa. Ieri notte è passato Berna in camera mia, mi ha chiesto se stessi con Sebastian e mi ha lasciato una lettera per te. Mi ha chiesto di consegnartela.»
«E tu che gli hai detto?»
«Gli ho risposto che ci eri uscita un paio di volte ma che mi sembrava ti piacesse. Poi gli ho detto che aveva fatto una stronzata quella sera. Mi ha avvisato di non aver fatto niente e che ha chiuso definitivamente ogni rapporto con Veronica. Poi mi ha lasciato questa lettera.»
«Dio Fe', non so che fare. Comunque ora devo andare, è arrivato Seba.»
«Anche di mattina eh? Ma lui com'è? Ti piace?»
«Mi trovo molto bene con lui, ci sto bene. Ora vado, a dopo.»
Si alzò e si mise dei vestiti per aprire la porta, il ragazzo aveva con un sacchetto in una mano e uno nell'altra; la ragazza capì che aveva portato da mangiare per cui, dopo averlo invitato ad entrare e dopo essersi scambiati qualche bacio, fecero colazione.
«Tutto bene? »
«Si, ho ricevuto delle notizie da Coverciano su quel famoso ragazzo e sono un pò scossa tutto qua.»
«Si può sapere il nome o rischio di non voler più andare a vedere l'Inter?»
«Nessun rischio, è Bernardeschi.»
«Ah. Beh è totalmente l'opposto da me.»
«Sicuramente è più incasinato. Comunque mi hanno detto che mi ha scritto una lettera e ha chiesto al mio migliore amico di mandarmela.»
«Anche lui a Coverciano?»
«Chiesa.» disse lei bevendo il caffè.
«Quel ragazzo si che è un grande giocatore. Ma tu che hai risposto?»
«Nulla, sei arrivato tu.»
«Tempismo perfetto allora.»
«Sai, pensavo di andare a trovare papà prima della partita contro il Belgio. Non so, potresti venire se ti va.»
«Mi stai chiedendo se mi va di passare altro tempo con te? Certo che mi va. Quando pensavi di partire?»
«Mercoledì, poi potremmo tornare qui Domenica.» chiese lei con tono interrogativo.
«Perfetto.»
I giorni prima della partenza passarono molto in fretta, Sofia e Sebastian trascorsero tutto quel tempo insieme, stavamo veramente bene e, stranamente, il pensiero di vedere Federico alla ragazza non sembrava più così terribile.
Mercoledì arrivarono a Coverciano verso le 11 di mattina, sistemarono le loro cose nella vecchia stanza di Sofia e raggiunsero tutti quanti all'allenamento.
«Ciao pa'.» urlò la ragazza vedendo suo padre al centro del campo con tutti i ragazzi.
«È risorta signori.» rispose venendomi incontro mentre alzava le braccia al cielo per rendere tutto quanto teatrale; dopo che i due si abbracciarono avvenne la presentazione di Sebastian.
I primi ad andare incontro ai due ragazzi furono Chiesa e Nicolò che furono molto gentili, come al solito; al secondo Sebastian chiese anche un autografo, cosa che fece con tutti i calciatori dell'Inter presenti.
Mentre tutti si erano concentrati sul nuovo ospite Sofia notò in lontananza Federico che continuava a fare dei palleggi, in quel esatto momento tutto quanto rivenne a galla, come se avesse aperto un rubinetto, per questo decise di avvicinarsi a lui.
«Fede mi ha detto della lettera e del resto.»
«Ah si, ma tanto ora non c'è più nulla da fare, esci con quello.»
«Si chiama Sebastian, non quello.»
«Si beh non ha importanza, divertiti con lui. Ah, un giudizio: ha proprio la faccia da coglione.» disse calciando la palla in rete per poi entrare negli spogliatoi.
La ragazza tornò a bordo campo, i ragazzi erano tornati all'allenamento e Sofia rimase sola con Sebastian che la guardò in un modo strano.
«Potevi evitare di andarci a parlare, almeno non adesso. Già praticamente in ogni discorso salta fuori lui, almeno adesso potevi dimostrarmi che eri andata avanti.»
«Sono andata avanti, semplicemente tengo a lui e non voglio stia male. E comunque la mia posizione l'ho già presa altrimenti non sarei con te.» per qualche istante mi fissò per vedere se fossi sincera, dopodiché mi baciò.
«Stasera ti va di andare a cena con tutti? - gli chiese la mora non appena tornarono in camera. - Fede mi ha detto che avevano organizzato questa serata.»
«Certo, mi sembra un'ottima idea.»
Il pomeriggio uscirono a fare un giro e Sofia lo portò a vedere Firenze, gli fece girare il centro e le vie più importanti, per qualche motivo però non riuscì a fargli vedere i posti dove lei era cresciuta, aveva paura. Paura che se ne andasse, ma non perché sarebbe stata senza di lui, bensì perché sarebbe rimasta sola. Di nuovo.

Arrivò l'ora di uscire, Sofia si cambiò e tutti quanti si incontrarono al solito ristorante con tutto lo staff e i calciatori azzurri, a sorpresa la ragazza vide anche Thessa e Vian alle quale corse subito incontro

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Arrivò l'ora di uscire, Sofia si cambiò e tutti quanti si incontrarono al solito ristorante con tutto lo staff e i calciatori azzurri, a sorpresa la ragazza vide anche Thessa e Vian alle quale corse subito incontro. Le dissero di essere state invitate dai rispettivi ragazzi e che ormai stavano insieme a loro definitivamente, ne approfittò per presentare loro Sebastian e poi si sedemmo tutti al tavolo per ordinare da mangiare.
«Puoi mettere una felpa?» disse Sebastian alla giovane.
«Perché?»
«Ti stanno guardando tutti.» la ragazza rimase perplessa al sentire quelle parole, tuttavia dopo aver discusso brevemente sbuffò e si vestì. Spero che il tutto fosse finito lì quando il ragazzo, fino a quando non finirono tutti di mangiare, continuava a fare dei commenti inappropriati, così Sofia uscì fuori a fumare.
Si sedette su un muretto e iniziò a ciondolare le gambe mentre aspirava il fumo, era nervosa. Nervosa perché non capiva come il ragazzo fosse cambiato dal momento che erano arrivati a Firenze, non era mai stato così polemico e geloso; forse per la sensazione di impotenza o le troppe emozioni degli ultimi tempi Sofia iniziò a piangere.
«Sai, non dovresti fumare.» disse una voce maschile che Sofia riconobbe subito.
«Hai ragione.» sospirò lei cercando di asciugarsi gli occhi senza che lui la vedesse.
«Che succede?»
«Nulla, tranquillo.»
«Guarda che ti vedo che piangi, sarò stupido ma ci vedo.»
«Diciamo che non sta andando come pensavo.»
«Dici per la discussione di prima tra te e quello?»
«Si chiama Sebastian, è un nome così difficile?» disse lei ironicamente sapendo di toccare un tasto dolente.
«Si, ti va di parlarne?»
«Boh mi ha detto di mettermi la felpa perché tutti mi stavano guardando, ma penso sia soltanto nervoso.»
«Posso fare una cosa? - la ragazza lo guardò per qualche istante cercando di capire dove volesse arrivare il ragazzo. Federico si avvicinò a Sofia e le tolse la felpa - Non dovresti nascondere nulla di te, finché guardano facciano pure, nel caso ci penso io.»
Sofia si lasciò guidare dal cuore e si fece avvolgere tra le braccia tatuate del giocatore bianconero, una cosa però non andò come previsto: Sebastian uscì dal ristorante in quel momento.
«Cristo ancora tu?» disse guardando Bernardeschi.
«Si, ancora io.»
«Perché non ti trovi un'altra tipa da farti, lei è impegnata.»
«Impegnata con un coglione che le dice anche come vestirsi.»
«Come la tratto non sono cazzi tuoi, ora So' andiamo.»
«Certo che sono cazzi miei.»
«E per quale assurdo motivo?»
«Perché la amo.»

Il pezzo mancante || Federico Bernardeschi Where stories live. Discover now