Capitolo 20

439 8 0
                                    



Sofia arrivò in hotel giusto in tempo per cambiarsi, si mise la maglia di Federico ma portò anche quella di Chiesa, raggiunse le sue amiche e Filippo per poi andare alla partita; fortunatamente l'albergo era vicino allo stadio così dopo Sofia sarebbe riuscita a tornare per prendere il cucciolo.
Allo stadio appena si sedettero videro i ragazzi fare il riscaldamento pre partita, Federico notò immediatamente la ragazza alla quale sorrise. Filippo era veramente agitato, Sofia però non capiva se fosse perché era la sua prima volta allo stadio o perché fosse una finale, indipendentemente dal motivo continuava a farle domande sulla partita.
«Secondo te vincono? E se perdono? E se finisce 0-0? Poi cosa succede?»
«Calma genietto, una domanda per volta. Se finisce 0-0 fanno i supplementari, sono due tempi da 15 minuti, e se pareggiano anche lì si va ai rigori.»
«Cosa sono i rigori?»
«Praticamente un certo numero di calciatori deve tirare da quel dischetto bianco senza nessun'altro giocatore che possa interferire.»
«Ma è facile allora.»
«Lo sembra, ma hai molta tensione che può farti sbagliare.»
I ragazzi nel frattempo finirono di scaldarsi e, prima di rientrare negli spogliatoi, passarono a salutarli.
«Ti piace la mia maglietta?» fece notare il nome dietro la sua schiena al suo ragazzo, il quale le rispose con un bacio.
«Sono nervoso, non so se ce la farò.»
«Guardami. - disse lei prendendogli il volto tra le mani - È tutta una questione di testa, se la affronti con il giusto spirito ti servirà anche in futuro. Andrà bene ok?» lui annuì e poi le baciò la fronte, dopo la lasciò e raggiunse i suoi compagni di fretta.
Sofia ne approfittò per andare a prendere qualcosa da mangiare e, appena tornò al suo posto, i ragazzi entrarono in campo.
Dopo pochissimi minuti arrivò il primo goal dell'Inghilterra, evento che segnò lo stato d'animo di molti, sia in negativo che in positivo. Nel secondo tempo gli azzurri cambiarono modo di giocare, cercavano spesso il goal e si vedeva; proprio mentre la ragazza si stavo lamentando del mancato goal, vide Bonucci tirare in porta: aveva segnato. Sfortunatamente però nemmeno quel goal bastò, infatti la partita si prolungò ai supplementari e poi anche ai rigori.
«Non voglio guardare.» disse lei vedendo il suo ragazzo avvicinarsi al dischetto, quella sarebbe potuta essere la rete che avrebbe portato l'Italia al vantaggio.
«Non puoi non vedere sorellona, è lui che sta tirando.»
«Hai ragione, ragazzi prendetemi le mani.»
Si strinsero tutti quanti le mani e l'arbitro fischiò, il numero 20 prese la rincorsa e la palla finì in rete. Ancora una volta ce l'aveva fatta.
L'ultimo rigore parato da Donnarumma confermò la vittoria dell'Italia: era campione d'Europa. Tutti iniziarono ad abbracciarsi, c'era chi si lasciò cadere sul campo e chi restava immobile a fissare chissà cosa. In quel momento la ragazza si allontanò perché era arrivato il momento che più temeva.
Tornò allo stadio e la premiazione era ormai finita, si appoggiò ad un muro e aspettò. Dopo un po' di tempo le arrivò un messaggio dall'amico che le dava il via libera, così legò un bigliettino con su scritto "leggimi" al collare del cagnolino e lo sguinzagliò nel campo; timidamente si avvicinò a bordo campo per osservare la scena.
«Ma chi è questo bel cucciolo, ma quanto sei bello.» senti la ragazza dire da Federico mentre accarezzava il cane.
Dopo qualche secondo lo vide prese il biglietto e lo aprì, lesse quelle poche parole che la ragazza gli aveva scritto, ovvero "sono incinta", per poi chiuderlo e guardarla.
Lei, a quello sguardo, rimase paralizzata fino a quando lui non prese in braccio Bailey e le si avvicinò.
«È vero?»
«Si, mi dispiace non avertelo detto prima, è che avevo paura che tu, sì beh insomma non sapevo come l'avresti presa e ho fatto una stronzat-.» non finì la frase e lui la baciò.
Quel bacio fu uno dei più belli, significava molte cose. Il ragazzo stava dimostrando di esserci per la ragazza e lei di esserci per lui. I due erano convinti che sarebbe stato così per sempre.
«È la serata più bella della mia vita lo sai? Tu, gli Europei, questo bambino che sta per nascere, abbiamo pure un cane adesso. Sta andando tutto a meraviglia.»
«Sei stato il mio preferito in campo. Quel rigore è stato perfetto.»
Il ragazzo si bloccò e si girò verso la ragazza che poi fece lo stesso, si fissarono per un tempo indefinito senza dire nulla, perlomeno a parole. In quello sguardo in realtà si dissero molte cose; "le cose più vere sono quelle che non si ha il bisogno di dire ad alta voce", era vero. L'amore che Sofia provava per Federico non aveva bisogno neanche di essere urlato per essere percepito. Amava Federico con ogni parte di lei: la sua anima, la sua mente e il suo corpo, ogni singolo centimetro di lei era come fosse una parte integrante di lui e viceversa. Fino a quel momento la sua vita era stata come un puzzle incompleto, lei aveva cercato in tutti i luoghi e in tutte le persone quel pezzo mancante.
«Ti ringrazio.» gli disse lei mentre uscivano dallo stadio.
«Per cosa?» le chiese stupito.
«Per essere tu. Per essere qui con me. Per molte cose.»
«Ma sono io a dover ringraziare te. Da quando ti ho conosciuto sono diventato una persona migliore.»
«Lo sei sempre stato, solo non sei mai riuscito a tirare fuori quel lato.»
«Forse hai ragione, ma solo con te sono riuscito a farlo, per cui grazie.»
«Ti amo.»
«Ti amo.» le disse sotto il cielo di Londra, fu proprio in quel momento che Sofia apprese di aver finalmente completato quel puzzle.

Il pezzo mancante || Federico Bernardeschi Where stories live. Discover now