Capitolo 13

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Il giorno dopo, tornata a Torino, Sofia stava uscendo dal supermercato quando sbatté contro una persona.
«Scusa ma guardi dove vai?» disse al ragazzo.
«Cazzo scusa, ero al telefono. Aspetta ti aiuto. - disse lui aiutandola a raccogliere ciò che le era caduto dalle mani - Tieni.»
«Grazie.»
«Piacere Sebastian.» si presentò porgendole la mano.
«Sofia.»
«Senti ma non è che ti andrebbe, che so, un caffè o qualcosa?»
«Perché no.» rispose lei dopo qualche momento di esitazione dovuta alla stranezza dell'esitazione.
«Allora Sofia, che cosa fai nella vita?» le domandò il ragazzo appena si sedettero.
«Vado all'università, ma in realtà nel mio tempo libero mi piace molto seguire il calcio. Tu?»
«Abbiamo una tifosa. Io lavoro in uno studio legale e anche io sono appassionato di calcio, interista, tu?»
«Juventina.» rispose con una risata per la storica rivalità tra le due squadre.
I ragazzi parlarono del più e del meno fino a quando non fu ora di tornare a casa.
«È stato un piacere, potremmo replicare.» a quelle parole la ragazza annuì sorridendo e si allontanò verso la macchina.
Una volta arrivata a casa, dopo essersi cambiata, prese il computer e fece partire una videochiamata al migliore amico per dirgli del ragazzo che aveva appena conosciuto.
«Sai, è esattamente l'opposto di Federico. Moro, occhi scuri, gentile e per niente scontroso. Credo possa essere un buon partito, tu che dici?»
«Penso che già la necessità di paragonarlo a Federico dica molto; tuttavia se pensi che possa nascere qualcosa di bello buttati.»
«Quasi quasi gli scrivo, vabbè grazie per il consiglio, ci sentiamo poi. Mi raccomando con gli allenamenti, e fai il bravo.»
Chiuse il computer e si mise sul divano per continuare la puntata di Friends quando vide illuminarsi lo schermo del suo telefono, notò una notifica da instagram: @sebaferrari ha chiesto di seguirti.
Dopo qualche secondo passato a fissare il telefono Sofia ricambiò la richiesta e gli scrisse.
@sebaferrari

Stavo proprio pensando di scriverti.

Vedi le coincidenze della vita :)
Che volevi dirmi?

Beh, dato che oggi sono stata molto bene volevo chiederti se ti andrebbe di ripetere, magari a cena...

Certo, anche io sono stato bene.
Che ne dici di stasera? Troppo presto?

A dire il vero lo trovo perfetto, per che ora?

8?

8.

La ragazza guardò l'ora e si rese conto che doveva prepararsi ma non aveva nulla da mettere, così uscì per iniziare una ricerca disperata dell'abito perfetto. Voleva con tutta sè stessa che quella sera tutto andasse per il meglio, Sebastian le sembrava un ragazzo per bene e la sua vita era troppo incasinata per stare dietro a uno come Federico. Credeva veramente che usare la testa salvava.

Si vestì e, appena in tempo, il ragazzo suonò al campanello

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Si vestì e, appena in tempo, il ragazzo suonò al campanello. Scese le scale e aprì la porta, lo vide sull'uscio della porta, indossava un completo elegante e, da dietro la schiena, tirò fuori un mazzo di fiori che le porse, timidamente lo ringraziò, sistemò i fiori e i due ragazzi uscirono.
«Allora, Sofia Mancini, la domanda mi sembra lecita: sei parente di Roberto Mancini?»
«La figlia in carne ed ossa.» rispose lei non sapendo se fosse un merito o meno.
«Deve essere figo, conosci anche dei calciatori?»
«Si, tipo fino a una settimana fa ero a Coverciano, ma poi ho deciso di tornare qui.»
«E come mai?»
«Avevo iniziato diciamo una conoscenza con uno di loro ma non è andata molto bene.»
«Ma ha fatto lui qualcosa?»
«No, lui è un bravissimo ragazzo, abbiamo discusso ma lui ha sempre provato di tutto per riavvicinarsi ma io non ho voluto. Però lui è veramente speciale.»
«Si vede che tieni molto a lui, però mi piacerebbe farti andare avanti.» disse parcheggiando l'auto.
«Così diretto il ragazzo.»
«Quando mi piace qualcosa non scendo a compromessi. - disse avvicinandosi a me per poi baciarmi. Sofia in quel momento cercò di godersi il momento, ci provò davvero, ma non riuscì; anche durante quel bacio la sua testa era da un'altra parte o meglio, il suo cuore era solamente con il numero 20 bianconero.
«Andiamo dentro?» le chiese lui successivamente.
Lei, promettendo a sé stessa di concentrarsi sul ragazzo lì presente, annuì e scesero dalla macchina.
La serata proseguì molto tranquillamente, si conobbero molto e Sofia non poté negare di essere entusiasta della persona con cui stava passando quel bel momento. Sebastian le raccontò di essere sempre stato appassionato di legge, tuttavia i suoi genitori lo avevano cresciuto con l'idea di diventare un chirurgo, aspirazione alla quale rinunciò molto presto per dedicarsi a ciò che più lo appassionava.
@sofiamancinii's story

 @sofiamancinii's story

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@fbernardeschi

Chi è questo?

Non penso di doverti dare nessuna spiegazione.

Andiamo So'. Ci stai uscendo?

Ripeto: non penso di doverti dare nessuna spiegazione. E ora lasciami stare.

Mentre Sofia usciva con quel ragazzo a Coverciano la situazione era parecchio differente, soprattutto dopo che Bernardeschi vide quella storia. Si continuava a riempire di domande, a darsi colpe, sentiva la testa scoppiare talmente tante volte ormai che non riusciva nemmeno a giocare. "Dove hai la testa?" gli ripeteva sempre il mister, ma come poteva dirgli che la testa se l'era portata via la figlia a Torino.
Quella sera si trattenne da lanciare il telefono, era geloso? Assolutamente si, la cosa che più lo straniva era il fatto che lei non fosse nemmeno sua, probabilmente non lo era mai stata, ma nella sua mente invece lo era sempre; decise di alzarsi dal letto e capì che, per reagire, doveva mettere un punto a quella situazione.
«Andiamo piccolo Chiesa apri sta porta.» urlò mentre continuava a bussare alla stanza del 22 della Juve.
«Che cazzo fai? Sei scemo?» lo riprese l'amico aprendo la porta.
«Sta con quel Sebastian?»
«Oddio Federico, lasciala stare. Ti avevo avvertito.»
«Ti giuro che non ero a conoscenza di nulla, ho chiuso definitivamente con lei. Ti prego dimmi se sta con lui.» lo implorò.
«Sono usciti un paio di volte, ma a lei sembra piacergli. È tutto quello che so, davvero.»
«Potresti fargliela avere? - gli disse consegnandoli una busta - Solo questo.»
L'amico, probabilmente stanco e voglioso di tornare a letto, annuì, prese la lettera e chiuse la porta.

Il pezzo mancante || Federico Bernardeschi Onde histórias criam vida. Descubra agora