02 - Di lettere d'ammissione...

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Cokeworth, Midlands, Gran Bretagna. Agosto 1971

«Tuney! Tuney!»

Il suono squillante della mia voce si propaga per tutto il pianerottolo, mentre chiamo concitata il nome di mia sorella.

L'entusiasmo che provo in questo istante è così potente e palpabile, che potrebbe farmi esplodere il cuore se non lo condivido al più presto con qualcuno.

Incapace di contenere le mie azioni, mi avvento quindi verso la camera di Petunia; ignorando deliberatamente il minaccioso cartello, con su scritto a chiare e grandi lettere 'VIETATO ENTRARE', affisso sulla porta rigorosamente chiusa, irrompo spudorata dentro la stanza.

Trovo Petunia stravaccata sul letto, con un grosso tomo, dall'aspetto assai serioso, tra le mani. Tiene gli occhi ben incollati alle pagine fitte di parole del suo libro. Pare completamente assorbita dalla lettura, a giudicare dall'espressione concentrata che ostenta disinvolta.

Eppure, nel momento esatto in cui ho oltrepassato la soglia della camera, non ho potuto fare a meno di notare il fuggente movimento di un braccio, come se mia sorella avesse agguantato quell'ostico volume proprio un secondo prima del mio arrivo, giusto per dare l'impressione di essere occupata.

«Tuney!» cinguetto, trascurando i tentativi di Petunia di mostrarsi indifferente alla mia presenza.

«Non sai leggere il cartello? Sto studiando!» sbotta lei, con voce brusca.

«Studiando? Ma siamo in vacanza!»

«Ho un mucchio di compiti da fare.» mi rintuzza Petunia, scoccandomi un'occhiataccia.

Ignorando di proposito le sue proteste, balzo a sedere sul bordo del letto, sfoggiando un sorriso a trentadue denti.

«Guarda!» esclamo, sventolandole orgogliosa la busta sotto agli occhi.

«Che roba è?» chiede Petunia con calcolata sufficienza, mentre il naso le si arriccia in una smorfia contrariata.

«Una lettera di Hogwarts!»

Picchietto impaziente il dito indice contro il sigillo scarlatto, in modo che Petunia possa riconoscere la grossa 'H' incisa nella ceralacca.

«Mmh» sbuffa, senza alcun trasporto.

«Eddai, Tuney! Possibile che non ti ricordi? Te ne avevo già parlato, no?» insisto, ben determinata a mantenere alto il mio entusiasmo. «Hogwarts! La scuola dove vanno a studiare i maghi

So che ha già sentito nominare questa scuola. Prima ancora che Albus Silente si presentasse alla porta di casa nostra oggi, sia io che mia sorella eravamo già al corrente riguardo l'esistenza del mondo magico. Qualcun altro, prima del vecchio Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, si è sentito in dovere di parlarmene. Ed io, naturalmente, ho riferito tutto ciò che mi è stato raccontato a Petunia. Dopotutto, è mia sorella e desidero condividere con lei ogni evento della mia vita.

Tuttavia, non appena pronuncio il fantomatico nome dell'istituto magico, una cupa sfumatura, che non riesco bene a definire, attraversa improvvisamente lo sguardo di Petunia.
Mi costringo a non darci troppo peso, tuttavia non posso evitare di sentirmi ferita nell'orgoglio, per questa sua enigmatica reazione. Ma non mi do per vinta e continuo a raccontare, condendo le mie parole con caparbia allegria.

«Albus Silente in persona... il Preside di Hogwarts... è venuto qui, per consegnarmi questa lettera! A quanto pare, è proprio vero che sono una strega.» concludo, emozionata.

Petunia resta zitta qualche istante, fissandomi con espressione indecifrabile.

«Buon per te.» si congratula, alla fine, con voce terribilmente piatta, priva di emozioni.

I was Lily EvansDove le storie prendono vita. Scoprilo ora