07 - La Cerimonia dello Smistamento

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Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. 1 settembre 1971

La folla si accalca addosso agli sportelli, spintonando per uscire. Severus ed io veniamo trascinati dal fiume di studenti che si riversa all'esterno e, in un batter d'occhio, ci ritroviamo su un marciapiede stretto e buio. Il sole è ormai completamente scomparso e un brivido di freddo mi si inerpica lungo la schiena, al contatto con l'aria gelida della notte.

D'un tratto, scorgo la luce di una lanterna comparire al di sopra del mare di teste che mi circonda.

«Primo anno! Primo anno da questa parte!» tuona potente una voce maschile, che lacera il silenzio teso che grava sul manipolo di ragazzini, del quale io stessa faccio parte. Rivolgo lo sguardo in alto, all'indirizzo della luce traballante della lanterna e per poco non mi sfugge un gridolino di stupore.

Dall'ombra della notte, vedo emergere la figura dell'uomo più gigantesco che io abbia mai visto. Una lunga criniera di capelli scuri e disordinati gli riveste il capo, mentre il viso è coperto da una folta barba aggrovigliata. Tuttavia, nonostante l'aspetto apparentemente grottesco, l'uomo - che sospetto sia un gigante o qualcosa di simile - emana un'aura gentile, per nulla minacciosa, come suggeriscono i suoi grandi occhi neri, che scintillano calorosi in mezzo a quel groviglio incolto di peli e capelli.

Severus ed io, insieme a una piccola folla di altri studenti del primo anno, ci raduniamo attorno al gigante, condividendo la medesima espressione intimorita e sperduta.

«Forza, seguitemi... per di qua! E attenti a dove mettete i piedi! Alcuni punti sono scivolosi.» ci incoraggia gioviale l'omone barbuto.

Docili come pulcini, seguiamo la nostra mastodontica guida lungo lo stretto marciapiede. Scivoliamo incespicando giù per un ripido sentiero, inoltrandoci sempre più nella densa oscurità della notte. Mentre avanzo, attenta a non inciampare nei miei stessi passi, getto occhiate curiose attorno a me; una timida paura mi lambisce lo stomaco, vedendo quanto è fitto il buio che mi circonda. A quanto pare, la stradina che stiamo percorrendo deve essere fiancheggiata da una folta coltre di alberi.

«Ci siamo quasi. Fra poco, avrete la vostra prima vista panoramica su Hogwarts!» annuncia il gigante che ci guida, con evidente orgoglio a irradiargli lo sguardo. «Ecco, dopo questa curva!»

E, come diretta risposta alle parole dell'uomo, il sentiero che stiamo calpestando si spalanca all'improvviso, regalandoci l'immagine di un immenso lago, dalle acque così nere da sembrare inchiostro. In lontananza, arroccato in cima a una rupe, troneggia un castello imponente e maestoso, dotato di torri e guglie che svettano verso il cielo trapunto di stelle. Numerose sono le finestre illuminate che costellano le sue mura in pietra, la cui luce dorata si riflette crepitante sulla superficie densa e scura del lago.

Un coro di «Ohhhh!» si leva dalla folla, mentre gli occhi di tutti si riempiono di pura meraviglia, dinanzi a un tale spettacolo mozzafiato.

«Salite sui battelli. Non più di quattro su ciascuno.» ci avverte il gigante barbuto, riscuotendoci all'istante dall'incanto di quel meraviglioso panorama.

Punto gli occhi sulle acque del lago e scorgo una piccola flotta di barchette, appollaiate vicino alla riva. Come suggerito dall'omone, io e Severus, insieme ad altri due ragazzini, ci apprestiamo a salire su una delle imbarcazioni.

«Tutti a bordo?» grida il gigante dalla sua barca personale, sincerandosi che nessun allievo sia rimasto indietro, sulla sponda. «Ottimo... SI PARTE!»

I piccoli battelli si staccano dalla riva all'unisono, scivolando placidi sulla liscia e vitrea superficie del lago autonomamente, come trainati da funi invisibili. Un religioso silenzio regna sovrano sulla flotta; nessuno osa emettere un fiato, siamo tutti ancora troppo ammaliati dal glorioso profilo frastagliato del castello che incombe su di noi per riuscire a parlare. Più ci avviciniamo al promontorio sul quale è abbarbicato, più questo s'ingrandisce, sovrastandoci in un modo quasi minaccioso.

I was Lily EvansWhere stories live. Discover now