26 - Vittorie e Sconfitte [pt.2]

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Hogwarts, Torre di Grifondoro. Maggio, 1976.

Lily

Nella sala comune di Grifondoro, si respira un'aria estatica, che vibra di un entusiasmo febbricitante. Le pareti esibiscono con fierezza il loro abito da festa, agghindate con stendardi rossi e dorati, come se anche l'antica pietra che compone le mura di questa specifica porzione del castello volesse esprimere la sua tacita gioia per la vittoria conseguita dalla nostra squadra.

La partita contro i Serpeverde è stata lunga, quasi estenuante, paragonabile a un duello all'ultimo sangue. Tuttavia, alla fine siamo stati noi di Grifondoro a vincere. Centosessanta a centocinquanta.

Il boato che è esploso nelle tribune al termine del match continua a rimbombarmi imperituro nelle orecchie. Un fragore che non credo si estinguerà tanto presto, dato che ci sono ancora immersa dentro, totalmente. L'intera Casa rosso-dorata si è riunita in sala comune a festeggiare la vittoria, riempiendo ogni centimetro della stanza di un'eccitazione così palpabile da rendere l'aria stessa che si respira viva, carica di una gioiosa elettricità.

Adoro questi momenti di allegria condivisa. Io, Hestia e Mary siamo appena riuscite nell'ardua impresa di accaparrarci un boccale di Burrobirra, sgomitando e incuneandoci abilmente tra la fitta folla per raggiungere il tavolo adibito come banco delle bibite. A furia di saltare e gridare il nostro tifo sugli spalti, ora siamo tutte esauste e con la gola secca, oltre ad avere un estremo bisogno di idratarci.

Appena riesco a metter mano su un boccale, sorseggio avidamente la mia bevanda, gustandomi beata il suo dolce sapore. Dopo essermi dissetata, torno a prestare attenzione alle mie amiche, le quali hanno appena dato inizio a un appassionato scambio di commenti concitati, alternando le loro allegre esclamazioni con una sincronicità strabiliante.

«La nostra Marlene è stata grandiosa! Tre goal di seguito! Il portiere di Serpeverde non ha nemmeno visto la Pluffa!» esclama una Mary senz'altro su di giri.

«Longbottom, invece, è riuscito a pararne alcune per me impossibili! Ha davvero una vista d'aquila!» ribatte Hestia, dandosi arie da esperta.

Io mi diverto ad ascoltarle in silenzio, continuando a sorseggiare la mia Burrobirra. Mary è talmente elettrizzata dalla conversazione che le si sono arrossate le guance, mentre sul suo volto si è dipinta un'espressione sognante.

«Per non parlare di Potter! Oh, la sua Finta Wronsky è stata sensazionale... È solo grazie a lui se ci siamo aggiudicati la vittoria!»

Nell'udire il nome di Potter, un grugnito accigliato mi sfugge immediatamente di bocca e per poco non mi va di traverso un sorso di Burrobirra.

Hestia se ne accorge e mi scocca un'occhiata esasperata.

«Oh, Lily, lo sappiamo tutti che non lo sopporti! Però devi ammettere che Potter è davvero bravo! Siamo fortunati ad averlo in squadra.»

«Sì, lo è, non posso certo negarlo... Peccato che sia sempre dietro a vantarsene!» borbotto infastidita, a denti stretti.

So perfettamente che il talento di James Potter nel Quidditch è un fattore innegabile e che, proprio grazie alle sue abilità di Cercatore, in questi ultimi quattro anni, la squadra di Grifondoro è riuscita a vincere molte più partite di quanto si sarebbe mai sognata. Ma ciò non toglie che Potter sia un essere arrogante, un vero e proprio megalomane, dotato di un ego smisurato, che lo rende assai odioso. Non riesco proprio a sopportarlo, è più forte di me.

Ingoio il mio fastidio, annegandolo nell'ultimo sorso di Burrobirra che mi avanza nel bicchiere; nel frattempo, lascio vagolare il mio sguardo sulla frotta di studenti radunata nella stanza.

I was Lily EvansWhere stories live. Discover now