06 - In viaggio verso Hogwarts

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Hogwarts Express. 1 settembre 1971

Il treno viaggia a gran velocità, sferragliando rumoroso lungo le rotaie. Accoccolata nel posto in angolo dello scompartimento, guardo l'immensa distesa verde della campagna inglese scorrere oltre il finestrino, senza però vederla veramente.

Anche se ho smesso di piangere ormai da un pezzo, la mia mente è ancora impigliata al penoso ricordo dell'ultimo bisticcio che ho avuto con Petunia, e il mio umore non potrebbe essere più nero. Nemmeno il chiasso che mi circonda è in grado di distrarmi; altri due ragazzini si sono sistemati nel mio stesso scompartimento, riempiendolo all'istante di schiamazzi e risate fragorose, ma io sono talmente assorta dai miei cupi pensieri che a malapena mi sono accorta del loro arrivo e li sto ignorando deliberatamente. Tengo lo sguardo incollato al paesaggio che scivola oltre il vetro, sospirando di tanto in tanto con mestizia.

D'un tratto, la porta scorrevole si apre una seconda volta e con la coda dell'occhio vedo entrare un terzo ragazzino, con già indosso la nera divisa di scuola, il quale viene a sedersi proprio di fronte a me. Solo quando gli lancio una fugace occhiata per accertarmi di chi sia, mi rendo conto che si tratta di Severus. Deve aver capito subito che ho pianto perché gli si dipinge in faccia un'espressione preoccupata e confusa. Non appena me ne acorgo, un moto di stizza mi assale.

«Non voglio parlare con te» mormoro con la voce ancora incrinata dal pianto.

«Perché?»

«Tuney mi... mi odia. Perché abbiamo letto la lettera di Silente.» ribatto, fissandolo con profonda avversione. Una parte di me vorrebbe riversare su Severus tutta la colpa riguardo la questione, benché io ricordi perfettamente di aver letto quella lettera insieme a lui, senza che nessuno mi costringesse a farlo.

«E allora?»

L'evidente indifferenza con cui Severus pronuncia la domanda mi fa intuire che non ha capito minimamente la gravità della situazione in cui mi trovo e ciò mi ferisce.

«Allora è mia sorella!» sbotto, mentre nuove lacrime tornano sleali ad appannarmi la vista. Le ricaccio prontamente indietro e mi asciugo veloce gli occhi con il lembo di una manica. Nel frattempo Severus borbotta qualcosa fra sé e sé in sua difesa, ma non lo ascolto.

«Ma ci stiamo andando!» esclama poi, questa volta a voce più alta, «Ci siamo! Stiamo andando a Hogwarts!»

Il suo entusiasmo è così genuino e contagioso che un poco il mio umore si risolleva e, senza volerlo, mi sfugge un mezzo sorriso dalle labbra.

«Speriamo che tu sia una Serpeverde» continua Severus, visibilmente rincuorato nel vedermi più allegra. Non faccio in tempo a domandargli che cosa significhi la parola 'Serpeverde' che uno dei due ragazzini seduti nel nostro stesso scompartimento si volta verso di noi con aria disgustata. È un tipetto smilzo, con i capelli neri, sparati da tutte le parti e un'espressione da strafottente appiccicata in faccia, tipica di chi si crede superiore agli altri.

«Serpeverde?» ripete schifato «Chi vuole diventare un Serpeverde? Io credo che lascerei la scuola, tu?» chiede retorico al suo compagno di viaggio, con cui ha chiacchierato fino a un momento fa. Quest'ultimo se ne sta mollemente seduto sul sedile, sfoggiando un innato atteggiamento altero, quasi fosse un nobile o qualcosa del genere. Anche lui ha i capelli neri, ma decisamente più in ordine rispetto all'amico, e un paio di occhi grigi e scintillanti che mi fanno rabbrividire all'istante per la loro glacialità. Di sicuro, non è un tipo che passa inosservato.

«Tutta la mia famiglia è stata in Serpeverde.» replica in risposta al compagno, il quale accenna una smorfia di delusione.

«Oh cavolo! E dire che mi sembravi a posto.» commenta imperturbabile il tizio spettinato.

I was Lily EvansOn viuen les histories. Descobreix ara