capitolo 20

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POV Alex

Gli amici di Vi non sono poi così male, anche Michele ora mi fissa con meno odio di prima. Dopo aver ascoltato ore di discorsi sul Basket aver mangiato patatine ed essere rimasto ad osservare Virginia guidare concentratissima con il vento nei capelli, arriviamo davanti ad una spiaggetta abbastanza piccola e completamente vuota.

L'unica parola che mi viene in mente guardandola è “wow”. Il cielo limpido e azzurro si sta tingendo di arancione e crea un contrasto pazzesco con la spiaggia di sabbia completamente nera. Neri sono anche gli scogli che racchiudono la spiaggia e sembrano quasi formare una cinta di mura ricca di spuntoni aguzzi a protezione di questo posto così inquietante quanto bello, che si affaccia nel mare blu profondo e senza onde. Attorno alla cinta di scogli si alza un alto muraglione di roccia scura sormontato da pochi alberi, completamente senza foglie che contribuiscono a rendere questo posto più misterioso.

Quando rivolgo di nuovo l'attenzione agli altri ragazzi, vedo che stanno caricando in una specie di gommoncino cibo, asciugamani, coperte, bibite, tende da campeggio e anche legna.

Quindi tutti si svestono rimanendo in costume, lanciano i vestiti e scarpe sul gommone ormai pieno, e si tuffano in mare. Vi leggermente divertita dalla mia espressione perplessa, mi si avvicina e mi bisbiglia dolcemente all'orecchio:

- Alex ci si può arrivare solo a nuoto. Lasciamo la barca qui … Andiamo -

Mi prende la mano e mi trascina fino al gommone dove mi invita a a lasciare i vestiti. Poi ci tuffiamo nell'acqua scura e gelida, mi sembra di essere in mezzo a lame taglienti, e inizio a nuotare verso la riva nera.

Appena arrivati tiriamo a riva il gommone, lo svuotiamo e ci stabiliamo in una specie di grotta naturale nascosta dagli scogli, abbastanza grande da ospitare le nostre tende. Appena davanti all'uscita c'è un grande spiazzo dove io e gli altri ragazzi portiamo grossi tronchi, trovati nella grotta, disponendoli in cerchio intorno al cumulo di legna secca che abbiamo portato. Accendiamo il fuoco perchè presto farà fresco, mangiamo ridendo e cercando di raccontare storie dell'orrore terrificanti. Quando è il turno di Davide rinunciamo perchè la sua, che comprende un papa, un fantasma, alcune trappole per topi e un assassino patito di formaggio, è diventata una specie di barzelletta. Intorno a noi sta scendendo l'oscurità, solo il fuoco illumina i nostri visi. È una bellissima serata e mi sto divertendo molto con loro anche se vorrei essere solo con Vi.

Ad un certo punto Giulia propone di giocare al gioco della bottiglia, lei è la prima a iniziare. La bottiglia si ferma davanti a Davide e lei sbuffando gli dà un bacio frettoloso e subito con la sua voce squillante esclama:

- Ora tocca a te Vi, visto che te la ridi tanto …. vediamo quale rospo ti toccherà! -

Vi alza gli occhi al cielo, guarda Lara che con un cenno di assenso la invita a girare la bottiglia. L'unico pensiero che mi rimane in testa è:

- Fermati, stupida bottiglia fermati davanti me … ti prego! -

La bottiglia inizia a rallentare e a fermarsi quasi davanti a me quando una mano la blocca proprio con la punta nella mia direzione. Non ho nemmeno il tempo di alzare lo sguardo e di sentire Lara dire: “Toh … che coincidenza!” che la mia bellissima Vi è tra le mie braccia. Mi guarda come per chiedere il permesso di fare quello che desidero dalla prima volta che l'ho vista, quindi prendo il suo viso tra le mani, sentendola rabbrividire, e poso le mie labbra sulle sue.

Tutta colpa di una maglietta...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora