Sette..

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Appena vedo Jack portare via con se Diana, lo ringrazio mentalmente, pensando che mandando via Diana anche Alya smettesse di ballare

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Appena vedo Jack portare via con se Diana, lo ringrazio mentalmente, pensando che mandando via Diana anche Alya smettesse di ballare.

Ma questo non accade.

Le sue gambe continuano a muoversi in un modo poco legale, attirando lo sguardo di tutti su di lei e sul quel suo vestitino rosa succinto, che mette in risalto il suo seno piccolo ma sodo, sul quale ho poggiato tante di quelle volte le mie labbra, e non vedo l'ora di farlo di nuovo.

Mi avvicino a Viola, che è l'unica tra le tre amiche a non essere salita a ballare in quel modo davanti a tutti, infatti lei è sempre sulle sue, molto più timida rispetto alle altre.

«Potresti dire ad Alya di scendere, Diana la cerca» le dico, cercando di essere gentile il più possibile.

«No Diana, è appena salita con Jack» ma perché le donne devono sempre obiettare quello che una persona dice? Cristo.

«Allora falla scendere e basta»

«Perché devo farla scendere, sopratutto adesso che sta ballando con quel ragazzo così carino» il mio sguardo si gira nuovamente verso Alya che effettivamente sta ballando con un coglione.

Lui l'afferra per i fianchi portando il culo di lei proprio preciso e spiccicato sul cavallo dei suoi pantaloni. Alya, nel frattempo non accusa nulla e continua a muoversi in modo sfacciato su di lui, facendo oscillare i suoi capelli da destra verso sinistra e viceversa.

All'improvviso si libera dalla presa del ragazzo e si gira faccia a faccia con lui, lo fissa per alcuni secondi che a me sembrano interminabili, e poi  inizia a scendere sempre più giù, con lui che la guarda dall'alto con degli occhi carichi di perversione.
Arriva con la bocca all'altezza della zip dei suoi pantaloni.

Cazzo ma che vuole fare un pompino qui davanti a tutti.

Essendo che entrambi si trovano su un bancone, ogni persona in questa stanza li sta osservando, e l'urlo generale che si innalza nella stanza nei confronti del ragazzo e lui che alza le mani in aria in segno di vittoria, fa perdere l'ultimo spicchio di lucidità che mi restava.

«Fermo, lasciala stare» Viola, mi afferra il braccio bloccandomi con una forza che non pensavo gli appartenesse.

«Col cazzo» rispondo duro.

«Per favore, non farla soffrire così tanto, non farle immaginare che ci tieni a lei quando non è cosi, provi solo fastidio perché qualcun'altro sta toccando il tuo giocattolo» ragiono per un secondo sulle sue parole, e non so se abbia ragione o no, non riesco a capire neanche io.

«Chi ti dice che io non provo nulla per lei?» questa domanda forse la pongo più a me stesso che a lei.

«Te ne sei andato senza dire nulla, e anche quando stavi qui non le hai mai nemmeno portato un briciolo di rispetto, te ne andavi da casa sua e ti ritrovavi in quella di Josephine. Come lo spieghi questo» paura, paura di sentimenti, ecco come lo spiego, tuttavia il mio orgoglio mi impedisce di ammetterlo.

She's my weak point Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz