Dodici..

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Gli occhi iniziano piano piano a schiudersi, portandomi infine ed aprirli completamente

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Gli occhi iniziano piano piano a schiudersi, portandomi infine ed aprirli completamente. Porto una mano sulla testa, schiacciandola appena per il dolore lancinante che ho in quel punto specifico. Inizio a guardarmi attorno, rendendomi però conto di non essere nella mia stanza.

Ad un certo punto tutto diventa più chiaro, e mi ritrovo in una situazione totalmente inimmaginabile.

Cerco di muovermi ma mi ritrovo stretta da un braccio muscoloso e tatuato, che continua a tirarmi verso di lui, non permettendomi quindi di fare movimenti. Tuttavia, cerco comunque di oppormi, ma nel farlo, qualcosa di incredibilmente duro si piazza sul mio sedere.

«Sta' ferma» la voce gutturale di Jack mi risveglia, portandomi a girare verso di lui, con una forza che riesce anche liberarmi dalla sua presa.

«Perché cazzo sono qui» dico allarmata, da questa situazione così scomoda.
All'improvviso le sue gambe nude e con una leggera peluria, si incastrano con le mie altrettanto nude, il che mi porta a guardare sotto il lenzuolo.

«Di chi è questa maglia ?» porto le mani sui bordi della maglia, per allungarla sulle cosce, dato che si era arrotolata tutta.

«Di chi vorreste che fosse ?» tua. E so anche che è proprio la sua, lo riconosco dal profumo impresso sopra.

«Di Louis» rispondo per il semplice divertimento di provocarlo un po'.

«Mi dispiace deluderti, piccolo inferno, ma è la mia» curvo la bocca in un sorrisino, e abbasso il capo, per evitare che lo veda.

«Peccato» ribatto alzando lo sguardo.

«Peccato un cazzo, lo sapevi che fosse la mia»

«No, non lo sapevo»

«Mi stai dicendo che non ti ricordi neanche il mio profumo ?» si avvicina maggiormente a me, strusciando quasi nel letto.

«Esatto»

«Grazie per l'informazione, vorrà dire che quando ti scoperò, ti imprimerò il mio profumo addosso, all'interno non so se capisci cosa intendo» mi fa un'occhiolino mentre io sento le mie guance diventare rosse.«Poi te lo imprimerò nell'anima -porta un dito sopra il mio cuore, andando quindi a sfiorare la morbidezza del mio seno, nudo sotto la sua maglia- poi nella testa e in tutti vestiti che indosserai» come fa ad essere così energico anche di prima mattina?

«Sui vestiti ?» chiedo solamente per distrarlo un po'.

«Si, e sai perché ?» faccio cenno di no con la testa.
«Perché quando entrerai da quale parte, o anche nel fottuto locale in cui lavori, tutti riconosceranno l'odore, e tutti capiranno senza che io li prenda a pugni, a chi appartieni» che poeta, mi viene da pensare. «Tra l'altro, io voglio sapere perché tu lavori in quel posto» afferma levando la mano dal mio petto.

«Quante volte devo dirti che non sono cazzi tuoi» rilascio uno sbuffo.

«E io quanto volte devo dirti che non me ne fotte un cazzo di quello che dici, e che se riguarda te sono cazzi miei»

She's my weak point Where stories live. Discover now