Sedici..

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Mi ritrovo ancora una volta stretta a lui, sopra la sua moto, proprio come se fosse la normalità, la vita quotidiana, una routine giornaliera, quella che tutti ci ostiniamo a rispettare, ma che puntualmente va a farsi fottere insieme a tutti i buo...

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Mi ritrovo ancora una volta stretta a lui, sopra la sua moto, proprio come se fosse la normalità, la vita quotidiana, una routine giornaliera, quella che tutti ci ostiniamo a rispettare, ma che puntualmente va a farsi fottere insieme a tutti i buoni propositi che ci prefissiamo.

Questa é la mia perfetta descrizione.
Un esempio ?
La mia carriera scolastica.

Anche quest'anno, come tutti gli altri anni, mi sono messa in testa di studiare, di seguire tutte le lezioni senza mai perderne una, e fare gli appunti così da poter agevolarmi il lavoro, ma invece sono qui.
E ciò che mi ero messa in testa non esiste più, forse proprio perché la testa é stata la prima a lasciarmi, proiettandosi direttamente alla figura del ragazzo
che mi sta davanti e che io tengo stretta a me con tutta la forza che ho in corpo.

Le mie mani sono allacciate alla sua vita, e testano i suoi addominali marmorei che al contatto si irrigidiscono, il mio petto é schiacciato contro la sua schiena massiccia, e la sua testa é leggermente calata all'indietro finendo per appoggiarsi sulla mia di spalla che prontamente lo accoglie.

All'improvviso una sensazione di vuoto si fa spazio nella mia pancia, proprio come  quando vai sulle montagne russe e per la discesa il tuo stomaco é come se si svuotasse di tutto quello che hai mangiato.

Cosa ha scaturito questa mia reazione ?

La sua mano che afferra la mia coscia, come se ne avesse bisogno. Il suo pollice che inizia a fare su e giù, lasciandomi leggere carezze fin dove arriva.

«Jack..» mi esce il suo nome in un sussurro, e non so neanche perché l'ho chiamato in realtà, ma stento a credere che mi abbia sentito, dato il vento che si genera dalla sua accelerata velocità.

«Si, piccolo inferno» ed invece mi ha sentita forte e chiaro, mi sente anche quando non dovrebbe.

Alla mia non risposta, agisce di per sé, senza neanche darmi il tempo di respirare o di respingerlo, quanto più posso.

Afferra nuovamente la coscia, ma questa volta in una di quelle prese possessive che ti fanno vorticare la testa, e ti fanno entrare in sorta di trance in cui non sei più in grado di fare dire niente o di solo sbattere le palpebre.

Solleva la mia gamba, che prima era sostenuta dal piede, poggiato a sua volta sulla pedana della moto, e se la porta in grembo, facendo scontrare lo stivale che porto con il cavallo dei suoi pantaloni, già duri al contatto.

La mia presa intorno ai suoi fianchi si fa ancora più stretta, e leggermente le mie dita iniziano a sfiorare involontariamente il bottone dei suoi pantaloni, anche se l'ho fatto senza volerlo, la voglia di continuare e approfondire questo mio contatto con lui, con il suo punto sensibile, mi sta mangiando viva, e il sangue mi arriva tutto al cervello.

«Cristo..» impreca sotto voce, e questo mi spinge ancora di più a voler continuare, ma d'un tratto la sua grande mano si posizione sulla mia, impedendomi di poter fare qualsiasi movimento.
«Se ci tieni alla tua vita, non toccarmi per il momento» nonostante ciò che mi dice non sposto la mano, e continuo nella mia impresa.

She's my weak point Onde histórias criam vida. Descubra agora